Bagdad può schierare un solo battaglione capace di combattere di Paolo Mastrolilli

Bagdad può schierare un solo battaglione capace di combattere 1 GENERALI AMERICANI AMMETTONO DI NON ESSERE FINORA RIUSCITI AD ADDESTRARE LE FORZE IRACHENE Bagdad può schierare un solo battaglione capace di combattere Paolo Mastrolilli NEW YORK Era il 29 settembre scorso, quando gh americani scoprirono una brutta verità: al momento un solo battaghone iracheno è pienamente operativo. Il generale John Abizaid, capo del Central Command che dirige le attività militari Usa nell'intera regione del Golfo Persico, era stato chiamato a testimoniare in Congresso. Ebbe un battibecco col senatore repubblicano McCain, che andò letteralmente così: «Generale Abizaid, nel giugno del 2005 ci fu spedito un rapporto secondo cui solo il 3I}6 dei battaghoni iracheni erano pienamente addestrati, equipaggiati e capaci di operare in maniera indipendente. Quanti sono ora?». Risposta di Abizaid; «Se stiamo parlando di battaghoni di primo livello, 0 numero è uno». Stupore di McCain: «Uno?». Costernazione del generale: «Esatto». Sconcerto del senatore: «Il rapporto precedente diceva tre. Adesso siamo retrocessi ad uno?». - Durante quella stessa sessione, il senatore repubblicano Lìndsey Graham si rivolse così al generale George Casey, comandante delle truppe sul terreno in Iraq: «L'ultima volta che ci trovammo qui, diceste che l'insurrezione rappresentava un decimo dell'I "/a della popolazione irachena. Rimasi stupito dalla precisione del numero e scettico sulla possibilità di stabilirlo con tanta accuratezza. Ancora . credete die sia così?» Riposta di Casey: «Anche se adottiamo le nostre stime più pessimistiche, pensiamo che l'insurrezione sìa meno di un decimo dell'196 della popolazione totale». Stizza del senatore: «E il mio commento è che non avete modo di saperlo, e nessuno può farlo. Non ho alcuna fiducia in quel numero». Ecco le due questioni strategiche fondamentali da chiarire, pri¬ ma dì stabilire il calendario per il ritiro delle truppe, che l'amministrazione Bush vorrebbe almeno avviare entro le elezioni dì medio termine del novembre 2006: primo, quanti soldati iracheni sono effettivamente pronti a difendere il loro Paese; secondo, quanto è forte la guerriglia. Il calcolo di Abizaid, che aveva gettato nello sconforto un veterano del Vietnam come McCain, è stato corretto il 6 ottobre scorso dal presidente Bush: secondo lui, in realtà, i battaghoni addestrati sono 80. Forse hanno ragione entrambi, perché il generale intendeva ì reparti operativi al massimo livello e capaci di agire in autonomia, mentre il capo della Casa Bianca si riferiva a quelli che hanno ricévuto qualche addestramento e sono in grado dì supportare le truppe americane. Resta il fatto che, da quando nel maggio del 2003 l'amministrazione provvisoria guidata dall'inviato americano Paul Bremer sciolse l'esercito iracheno, Baghdad non ha più recuperato la sua capacità di autodifesa. Circa 400.000 soldati persero il lavoro e molti finirono nei ranghi della guerriglia. Le reclute inquadrate nelle nuove forze armate non hanno superato la sogha di 200.000 uomini, e sulla loro preparazione ci sono opinioni divergenti. Nel maggio del 2005, invece, gli americani occupavano 106 basi in Iraq, dove al momento hanno schierato circa 160.000 soldati, che resteranno al loro posto almeno fino alle elezioni parlamentari di metà dicembre. L'obiettivo finale del Pentagono, secondo le rivelazioni fatte cinque mesi fa dal Washington Post, è ristrutturare la sua presenza di lungo termine in quattro «Contingency Operatìng Base», che dovrebbero nascere a Tallii nel sud del Paese, Qayyarah nel nord, al Abad ad ovest e Balad nel centro. Qui si concentreranno i soldati americani rimasti in Iraq, quando le forze locali diventeranno abbastanza forti da badare da sole alla sicurezza. Saranno lontani dagli occhi della popolazione, per non aizzare il risentimento, ma pronti ad intervenire quando diventasse necessario. Al momento, secondo le statìstiche del Pentagono, il 350Zo degli attacchi degli insorti avviene a Baghdad, il 20^0 nella provincia di al Anbar, il 160Zo in quella dì Nineve e il 1207o in quella di Salah ad Din. Queste, ovviamente, sono le zone in cui si concentrano i reparti americani, che da un lato cercano dì. fermare la guerriglia, ma dall'altro attirano le sue aggressioni. Il sud senta e il nord curdo sono più sotto controllo, mentre il centro sunnita resta rovente. Fino a ieri, secondo il calcolo dell'Associated Press, 2.065 soldati Usa sono morti dall'inìzio della guerra, e questa è una delle ragioni che spiegano come mai nell'ultimo sondaggio dì Newsweek la popolarità di Bush sia crollata al 3607o. Le sue possibilità di ripresa dipenderanno dall'addestramento delle nuove forze irachene, la riduzione degli attacchi, e un ritiro almeno parziale dei militari americani nei prossimi mesi. H Pentagono non riesce nemmeno a quantificare il numero dei seguaci della guerriglia armata Un pattugliamento dei militari in Iraq