Blair, stop ai Comuni Il Labour l'ha tradito
Blair, stop ai Comuni Il Labour l'ha tradito LONDRA PER IL PREMIER È LA PRIMA SCONFITTA PARLAMENTARE DAL 1997 Blair, stop ai Comuni Il Labour l'ha tradito No al fermo di 3 mesi per terroristi sospetti Maria Chiara Bonazzi LONDRA Altro che «Teflon Tony». Il primo ministro, mai bruciacchiato prima d'ora da una sconfìtta parlamentare, adesso è rimasto veramente scottato. Qualcuno dice che Blair si è costruito l'autodafé con le sue mani, nonostante sapesse già in partenza che i Comuni avrebbero incenerito i suoi piani per prolungare la detenzione preventiva dei sospettati di terrorismo dagli attuali 14 giorni a tre mesi. E infatti una ribellione di massa delle retrovie laboriste, a cui si sono uniti i liberaldemocratici e il grosso dei conservatori, ha mandato in fumo la sua comoda maggioranza di 66 seggi, respingendo la proposta di legge con un margine cocente di trentuno voti. Mentre ieri il ministro dell'Interno Charles Clarke cadeva sulla sua spada e si addossava la colpa della sconfitta, la stampa britannica era di tutt'altro avviso. Con l'eccezione notevole del «Sun» che ha in ogni caso definito «traditori» i 49 ribelli laboristi e i deputati che hanno votato contro, molti commentatori hanno attribuito la responsabilità della batosta all'ostinazione di Blair, che non ha voluto compromessi. Così, anziché ripiegare magari su 42 giorni di detenzione preventiva, come lunedì Clarke sembrava intenzionato a fare dopo un incontro con l'opposizione, il governo si è irrigidito sulle sue posizioni e i Comuni si sono limitati ad approvare un prolungamento a 28 giorni. La domanda se questo sia l'inizio della fine di Blair circola ormai a fior di labbra, ma lui glissa: «Non credo che la mia autorità sia in questione, anche se certo avrei preferito vincere piuttosto che perdere». E dà la colpa a chi gli ha votato contro: «Credo che sia stata la decisione sbagliata. Spero soltanto che a lungo andare non dovremo rimpiangerla. Esiste un divario preoccupante tra certe parti del Parlamento e la realtà della minaccia terroristica e l'opinione pubblica del Paese». Scotland Yard, che aveva molto insistito sulla possibilità di detenere i sospettati di terrorismo fino a 90 giorni, in un comunicato congiunto diramato con l'associazione dei commissari di polizia ha detto: «Siamo delusi che questo non sia stato accettato. Comunque rispettiamo pienamente la decisione del Parlamento e faremo tutto ciò che ci sarà professionalmente possibile per fare il miglior uso dei giorni di detenzione in più che ci sono stati dati per rendere il Paese più sicuro». Il guaio più impellente per Blair non è che il segretario conservatore Michael Howard chieda le sue dimissioni, o che il leader liberaldemocratico Charles Kennedy dica che il primo ministro rischia di diventi, -e un leader alla mercé degli eventi se non si renderà conto che non può comportarsi «in modo quasi dittatoriale». Il suo vero problema sono i ribelli laboristi, che hanno cominciato a fare pressione sul cancelliere Gordon Brown affinché «indurisca il suo cuore» e si faccia sotto per scalzare Blair da Downing Street. Secondo il quotidiano londinese «Evening Standard», i ribelli sono convinti che se Brown aspetterà ancora che la leadership promessa gli caschi in braccio, perderà l'opportunità di diventare primo ministro. Blair temeva a tal punto ima sconfìtta che l'altro ieri aveva comandato a Brown, appena atterrato in Israele dove aveva in programma un colloquio con il primo ministro Ariel Sharon e il presidente palestinese Mahmoud Abbas, di fare dietrofront e di tornare immediatamente a Londra per votare con il governo. Era l'alba di mercoledì e Brown era ancora all'aeroporto di Tel Aviv, quando il primo ministro lo ha fatto richiamare. Benché visibilmente contrariato, il cancelliere ha ingollato l'imbarazzo e ha annunciato che sarebbe rientrato per fare la sua parte. Ma i ribelli laboristi adesso ci hanno preso gusto, e mirano ad attingere consensi inaspettati nel loro partito. H tentativo di privatizzare parti del servizio sanitario nazionale potrebbe adesso rivelarsi davvero pericoloso per Blair. Quarantanove deputati del suo partito gii hanno votato contro e ora tutti si chiedono se non possa essere acceierato il passaggio delle consegne a Gordon Brown sulla poltrona di Downing Street Il delfino del premier, Gordon Brown Tony Blair difende le sue iniziative nell'aula di Westmlnster
Luoghi citati: Israele, Londra, Tel Aviv, Westmlnster
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