Il riscatto dello zoo

Il riscatto dello zoo Il riscatto dello zoo (co Stella { UI giardini zoologici si combatte, da decenni, una guerra di opinioni: da una parte i conservatori, dall'altra gli abolizionisti. In passato lo zoo era concepito come collezione di animali, per lo più esotici, da esibire a un pubblico curioso. Gli esemplari, sottratti al loro ambiente, subivano il trauma terrorizzante deUa cattura e di un lungo viaggio, chiusi in angusti contenitori. I sopravvissuti, giunti a destinazione, erano spesso ospitati in gabbie con sbarre o reti metalliche, inadeguate aUe loro esigenze di spazio; senza contare il continuo disturbo arrecato dai visitatori. .,.. Negli tUtinh tempi fortunatamente struttura e ruolo dei giardini zoologici stanno cambiando: vengono ricreati ambienti simili a quelli naturali, privi di recinzioni, ma separati dal pubblico mediante fossati o laghetti. A onor del vero, criteri analoghi avevano ispirato, già un secolo fa, Karl Hagenbeck, ideatore del famoso "Tierpark" nei pressi di Amburgo. Nel 1911 alcuni reparti avveniristici, tuttora funzionanti, furono realizzati daho stesso Hagenbeck nello Zoo di Roma, nel verde di VUla Borghese. Ma c'è di più. Oggi molti animali destinati a queste istituzioni non vengono prelevati nei paesi di origine: grazie aUe progredite tecniche di allevamento, sono proprio i giardini zoologici a funzionare da centri riproduttivi, altamente qualificati. I migliori riproduttori, quasi sempre nati in cattività, vengono scambiati tra gli zoo, secondo selezioni rigorose, e in base a registri ("studbooks") che elencano gli esemplari disponibili di specie rare o a rischio di estinzione. Sono esclusi gli accoppiamenti tra consanguinei per mantenere la necessaria variabilità genetica. Una storia beUa ed emblematica è quella di Romina, gorUla di pianura, nata aUo zoo di Roma nel 1980. All'età di 21 anni Romina, iscritta nei registri intemazionali, fu trasferita allo zoo di Bristol per unirsi scelti per moltiplicarsi. Ma una cataratta giovanile, bilaterale, ne stava compromettendo la funzione visiva, ostacolando i rapporti con i compagni. In natura un gorUla cieco non riesce a sopravvivere a lungo. Dopo un accurato studio preliminare, U duplice intervento chirurgico, davvero pionieristico, è stato eseguito, in anestesia generale, dall'oculista Jenny Watts, con l'aiuto di David Gould, oftalmologo veterinario. La tecnica operatoria è l'uomo: rimozione del cristallino opacizzato e sua sostituzione con una lente artificiale. Risultato: un successo senza precedenti. Riacquistati vista e buon umore, Romina ha cominciato ad accettare le attenzioni del maschio Jock, e, dopo una gravidanza di otto mesi e mezzo, U 17 maggio ha dato aUa luce U piccolo Namoki al quale riserva le più tenere cure materne. Lo zoo di Bristol, diretto da Jo Gipps, è coinvolto in oltre to di specie minacciate ed è uno dei più attivi nella conservazione dei gorilla allo stato selvatico; per questo collabora con il governo del Cameroon, anche con aiuti finanziari. Tra gli scopi deUa missione: educare la popolazione indigena a proteggere il prezioso ambiente naturale e a bandire il commercio Ulegale di carne di scimmia. Un altro dei recenti successi di questo prestigioso zoo del Regno Unito è la nascita di un maschio di okapia, rarissimo e curioso parente delle giraffe, scoperto aU'inizio del Novecento nelle impenetrabili foreste del Congo. Soltanto alcune specie riprodotte in cattività (soprattutto quelle erbivore) possono essere restituite facilmente al loro habitat; in certi casi si tratta di specie estinte allo stato naturale, che altrimenti scomparirebbero per sempre. Già nel secolo scorso, grazie agli sforzi congiunti dei giardini zoologici di Amsterdam, Berlino, Budapest e Schonbrunn (Vienna), il bisonte europeo fu reinserito nella Foresta di Bialowieza, in Polonia, dove nel 1921 era stato ucciso l'ultimo esemplare in libertà. Così anche il cervo di Padre David, l'orice bianco di Arabia, l'oca delle Hawaii, il cavaho di PxZewalskij (per fare qualcuno degh esempi più noti) sono stati riprodotti e salvati dall'estinzione. Nel mondo si contano più di un migliaio di giardini zoologici, confederati in associazioni die favoriscono un'armonica collaborazione internazionale; si calcola che annualmente siano visitati da almeno seicento mUioni di persone. Il nostro paese comprende una decina di strutture aderenti all'UIZA (Unione Italiana Zoo ed Acquari) fondata da Ermanno Bronzini, già direttore dello Zoo di Roma, e presieduta oggi dalla zooioga Gloria Svampa. L'associazione opera in perfetta sintonia con l'EAZA (European Association Zoos and Aquaria). A livello globale la comunità dei giardini zoologici è rappresentata dall'Organizzazione Mondiale degli Zoo, che assieme al Gruppo di Specialisti nella Riproduzione delle Specie in Cattività promuove la Strategia Mondiale degli Zoo per la Conservazione. E' questo un documento soggetto a revisioni periodiche, a seconda delle mutate esigenze; la nuova edizione è stata presentata nello scorso maggio con un sottotitolo che indica un piano ambizioso: "Costruire un futuro per la vita selvatica". «Per molti anni - spiega Gloria Svampa - giardini zoologici ed acquari hanno concentrato energie e risorse neh'aUevamento e nella conservazione di popolazioni di animali in cattività. Queste istituzioni, per l'esperienza e la professionalità acquisite, si trovano nella condizione ideale per dare un fattivo contributo anche alla salvaguardia deUe specie allo stato selvatico e dei loro habitat». Al recente quarto Meeting sulla Conservazione, la stessa Gloria Svampa ha illustrato il caso del Leontopiteco a faccia nera (Leontopithecus caissara), una piccola scimmia sudamericana, scoperta solo nel 1990; attualmente meno di 400 esemplari abitano le foreste costiere dell'isola di Superagùi e di alcune ristrette aree negli Stati di Paranà e di Sào Paulo in Brasile. Nessun esemplare è presente negli zoo. Il programma di salvataggio di questa specie e del suo ambiente si era arenato per mancanza di fóndi, ma il Parco Zoo Punta Verde di Lignano Sabbiadoro ha deciso di sostenere la ripresa e lo sviluppo del progetto che ora è in fase attiva. Il supporto ai programmi di conservazione integrata sul campo è raccomandato con forza dalla rinnovata Strategia Mondiale. Ciò non deve essere perseguito solo fornendo aiuti economici, ma anche attraverso il trasferimento di esperienze e conoscenze e con attività di educazione e ricerca. Spartaco Gippoliti, esperto in conservazione della biodiversità animale, ci informa che altri zoo italiani hanno cominciato ad appoggiare attivamente progetti di questo tipo: per esempio, quello di Pistoia ha contribuito alla compilazione di un piano d'azione internazionale per salvare gli scimpanzé in Africa occidentale e proteggere quanto rimane delle loro foreste. Nell'ambito di questo piano Gippoliti ha effettuato una indagine in Guinea-Bissau, uno dei più piccoli e poveri paesi africani, dove la scimmia antropomorfa, geneticamente più vicina all'uomo, era ritenuta estinta. Può sembrare un paradosso, ma molti zoo del ventunesimo secolo stanno lavorando per consentire agli animali selvatici di vivere liberi e sicuri nei loro ambienti naturali. H Università "La Sapienza", Roma vmmBmmmm i&rtmm HUtt SiM^M^lBgma.. smmmmmmu ièmmmmmm La gorilla Romina, nata a Roma, nel 1981, si è ammalata di cataratta ed è stata operata allo zoo di Bristol, dove poi si è accoppiata. Da qualche mese è madre di Namoki (nella foto con l'autore dell'articolo, Enrico Stella) Il panda maggiore (Aìluropus melanoteucos) è diventato il simbolo di tutte le specie che rischiano l'estinzione. La riproduzione di questa specie è particolarmente delicata sia in natura sia negli zoo. A questi ultimi, anche in prospettiva, è affidata la missione di conservare il panda maggiore e di renderne disponibili nuovi esemplari per la ricerca zoo-etologica. Numerosissime sono le specie di anfibi minacciate di estinzione. Secondo la stima più recente sarebbero, nel mondo, ben cinquemila. E' quésta la valutazione'fattlUàT Global Amphiblan Assessment in collaborazione con Conservation International. Il 30 per cento di tutte le specie di rane, rospi, salamandre, tritoni e cecilie sarebbe a rischio. Trenta sono le specie scomparse negli ultimi venti anni. Lo zoo moderno, concepito non come un luogo di detenzione per esibire animali esotici ma come ricostruzione di un habitat naturale, rìsale a Karl Hagenbeck (1844-1913). Nato ad Amburgo, Hagenbeck nello zoo di quella città mise in atto le sue Idee, molto avanzate per I tempi. Quella stia concezione dello zoo si è poi in parte riflessa anche nella organizzazione dello zoo di Roma. Il riscatto dello zoo