L'anticlericale? Un credente del '500

L'anticlericale? Un credente del '500 L'anticlericale? Un credente del '500 Maurizio Viroli L/ ANTICLERICALISMO, leggiamo nel Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia (1961), è un «atteggiamento di opposizione all'ingerenza del clero nella vita pohtica, sociale e culturale del paese». L'Oxford Dictìonary ofthe Christian Church specifica che si tratta di un «movimento liberale in pohtica e in religione che coinvolse molte parti dEuropa nel XIX secolo» che si opponeva ad «ogni forma dogmatica di cristianità, sostenendo che l'ordine stabilito delle questioni ecclesiastiche fosse solo un baluardo della reazione pohtica e deUa tirannia». Il termine stesso nasce con tutta probabilità in Francia, nel 1852, e diventa di uso corrente verso il 1859, nel contesto del caso Mortara, la storia di un bambino di famiglia ebrea bolognese che fu battezzato di nascosto da ima domestica, e sottratto ai genitori per essere educato nella religione cattolica. Quando pensiamo all'anticlericalismo, del resto, vengono spontaneamente alla mente immagini ottocentesche e del primo Novecento, e fra tutte la più emblematica, in Italia, è quella dei cortei per ricordare la morte di Giordano Bruno. Ottavia Niccoli spiega invece che le radici storiche dell'anticlericalismo sono italiane e risalgono al Rinascimento, i ^a base di un ricco repertorio di documenti storici tratti sia dalla letteratura colta, sia da quella popolare, la studiosa mette bene in rihevo che la mentalità anticlericale nacque come reazione alla spudorata corruzione deUe corti dei papi del Cinquecento, in particolare Alessandro VI (il padre del celebre Cesare Borgia, il Valentino, che Machiavelli immortalò nel Principe), Giulio II e Leone X. A Giulio n è infatti dedicato uno dei testi più tipici dell'anticlericalismo del Rinascimento, il dialogo lulius exclusus e coelis, in cui si narra di come Pietro cacciò dalla porta del paradiso il papa che si era presentato con una magnifica corona e un mantello che copriva la corazza insanguinata. Questo testo, come tanti altri documenti che Niccoli cita, mettono in luce che il oarattere proprio e distintivo dell' anticlericalismo è lo sdegno che provano i veri religiosi nei confronti dei prelati, di alto e basso rango, che offendono la vera fede con la loro lussuria, avarizia e ambizione. Il grande Erasmo, negli .Adagia, ne ha sintetizzato lo spirito in modo eloquente: «Che c'entra la mitra con l'elmo? Che c'entra il pallio episcopale con la corazza di Marte? Che c'entrano le benedizioni coi cannoni? Che ci sta a fare il clementissimo pastore fra briganti armati? Che c'entra il sacerdozio con la guerra? Che bisogno ha di sfasciare piazzeforti con le catapulte chi detiene le chiavi del regno dei cieli?». L'anticlericalismo è un aspetto importante della identità culturale itahana, così come lo è il clericalismo, ovvero l'atteggiamento di totale ubbidienza alla Chiesa cattolica. Nacque dall'interno del mondo religioso, non dal versante degh atei, che più che indignarsi della malignità dei preti no ridevano. T?u soprattutto la reazione di chi aspirava ad una religiosità cristiana vera e sincera, e voleva che la Chiesa operasse in modo coerente rispetto all'insegnamento di Cristo. Fuori d'Itaha, l'anticlericalismo trovò la sua logica conclusione nella Riforma. In Italia visse come esigenza di riforma interna della Chiesa o come beffa popolare, satira, iroma graffiente, ma impotente. La storia che Ottavia Niccoli ha ricostruito invita a riflettere sulla questione religiosa in Italia e a riprendere i vecchi ma non invecchiati studi di Arturo Carlo Jemolo, Chiesa e Stato in Italia negli ultimi cent'anni, e di Federico Chabod, in particolare le pagine sul!' Idea di Roma nella storia della pohtica estera itahana dal 1870 al 1896. La figura dell'anticlericale appare oggi lontana, più materia di rievocazione storica che ideale etico e pohtico. Probabilmente essa ha esaurito la sua ragion d'essere con la fine del potere temporale della Chiesa. Viva e attuale è invece l'esigenza profonda di una religione autentica, lontana dal potere pohtico, senza sfarzo, fatta di vera carità, che l'anticlericalismo nelle sue forme più mature, ha espresso. viroK(5)princeto7i.edii LA PAROLA E OTTOCENTESCA, MA LA MENTALITÀ RISALE AL RINASCIMENTO, ESPRIME UN'ESIGENZA DI «RIFORMA» CONTRO LA CORRUZIONE DEI PAPI E DELLE LORO CORTI Ottavia Niccoli Rinascimento anticlericale Laterza pp.lX-218.ei6 SAGGIO

Luoghi citati: Francia, Italia, Oxford, Roma