Quando si decapitavano i galeotti per curare il trauma di Sua Maestà di Bruno Gambarotta

Quando si decapitavano i galeotti per curare il trauma di Sua Maestà Quando si decapitavano i galeotti per curare il trauma di Sua Maestà Bruno Gambarotta ORD Byron e Fausto Coppi hanno in comune il fatto di essere decedummai ti a causa di una malaria non diagnosticata in tempo, imo a Missolungi e l'altro a Novi Ligure. A differenza di Coppi, morto a casa sua, il poeta inglese doveva essere riportato in Gran Bretagna dalla Grecia. Nel 1824 non esistevano sistemi di refrigerazione e la salma viaggiò dentro un barile pieno d'alcol. Giunto a Londra il comandante del brigantino consegnò il corpo alle autorità e poi vendette l'alcol. Gli acquirenti non seppero mai di avere avuto il raro privilegip di bere la "Grappa Byron". La nostra memoria è cosiffatta che trattiene più facilmente i dettagli curiosi che non le idee generali e Luciano Sterpellone ce ne offre una generosa messe nel suo Famosi e malati. Le vite dei grandi raccontate dal punto di vista medico, che l'autore chiama, con febee neologismo "pa- tografie", sono disposte in ordine alfabetico, dall'imperatore Adriano a Virginia Woolf. Lunghe non più di una pagina e mezza, queste biografie, scritte con piglio sicuro e con un'invidiabile capacità di sintesi, ancorano i grandi personaggi alle esigenze del corpo, in un ideale contrappeso alla storia spiegata soltanto con il gioco dialettico delle idee e dei risultati finali. Il rapido giro di frasi che conduce ogni vita narrata dalla nascita alla morte si traduce in ima progressione accelerata dalla salute alla decadenza e al disfacimento in un accumulo di cateratte, di cateteri, di fistole, emorroidi, tumori, eritemi, paresi, occlusioni mtestinali, diarree. Nello stesso tempo non si può non restare ammirati di fronte a questi artisti che continuano a scrivere, a comporre musica, a dipingere nonostante menomazioni e atroci dolori, curati con rimedi demenziali che aggravano il male. PierreAuguste Renoir, le mani deformate dall'artrite reumatoide, paralizzato parzialmente da sette anni, si fa portare sul letto di morte colori e tela per dipingere gli anemoni donati dalla governante. Sigmund Freud affetto da un tumore alla mascella, subisce dal 1923 al 1939, anno della morte, trenta interventi chirurgici e continua a lavorare fino all'ultimo. Il lettore è libero di ritagliarsi da queste pagine i percorsi che preferisce. Noi ci siamo appuntati le storie venate di humour nero. 'La salma di Hector Berlioz, durante il trasporto al cimitero di Montinartre, fu sbalzata a terra dai cavalli innervositi a causa del frastuono della Marcia funebre". Giusto contrappasso per l'autore della Sinfonia Fantastica! Ecco qualche spunto per un film di Tim Burton: Enrico H, re di Francia, gareggia in un torneo e un troncone di lancia spezzata gli entra in testa attraverso l'occhio. "I medici - per poter meglio curare la ferita - decapitarono all'istante quattro criminali rinchiusi a Le Chàtelet, riproducendo sui loro crani il trauma che aveva colpito il re". Per la cronaca, non servì a niente, Enrico morì dopo 10 giorni di agonia. Da questo punto ài vista anche la storia di Enrico V d'Inghilterra non è male. IL re muore a 35 anni per una non meglio precisata "fistola" nell'estate 1422 e la salma è portata nel castello di Vincennes. Scrive Sterpellone: "Essendo il clima molto caldo e non disponendo di imbalsamatori, non si trovò di meglio che spolpare il cadavere, far bollire la carne e poi spargere l'acqua di bollitura nella terra del cimitero di Vincennes; dopo di che le ossa furono cosparse di aromi, messe in una bara di piombo e spedite in Inghilterra". Cari lettori, quando mangerete il bollito misto. ricordatevi di Enrico V. Per un improvvisato regesto, per quanto riguarda gli artisti (pittori, musicisti, scrittori, poeti), messi da parte i sifilitici e gli ammalati di tubercolosi, ne restano ben pochi. Baudelaire rappresenta bene gli ammalati di lue; scrisse questo appunto: "Oggiho avuto un singolare avvertimento: ho sentito passare su di me un soffio d'imbecillità". I re si iscrivono al Club degli Amici della Gotta e per gli statisti registriamo adesioni entusiastiche agli Amici della Prostata. "Charles De Gaulle, saputo che il catetere a permanenza che gli alleviava la vita era un'invenzione americana, rifiutò di servirsene ulteriormente e accettò in seguito di farlo a condizione che fosse considerato un segreto di Stato". Non potrò più contemplare su ima banconota americana l'effigie di George Washington senza rammentare che quando fu eletto Presidente degli Stati Uniti aveva un solo dente in bocca e in compenso poteva disporre di ben quattro dentiere, in oro, in dente d'ippopotamo, d'avorio e di denti umani (non è vero che ne avesse anche una di legno). Luciano Sterpellone non sfugge talvolta alla tentazione di vedere un rapporto diretto fra patologie e lo svolgersi degli avvenimenti storici, sia pure temperando le sue affennazioni con dei forse e dei verbi al condizionale. Ecco due esempi presi fra i più vistosi. "La fistola anale del Re Sole fu così importante per la storia della Francia, che alcuni storici suddividono il regno di Luigi XIV in avant la fistule e après la fistule." (Mi piacerebbe conoscere uno di questi teorici della fistola anale). In questo quadro non poteva mancare Napoleone: "furono le emorroidi a svolgere un ruolo forse decisivo nella battagha di Waterloo. Vittorioso nella prima fase. Napoleone fu costretto verso sera a ritirarsi sotto la tenda in preda a un •violento e doloroso attacco di emorroidi". Il laudano (tintura d'oppio) con cui i medici lo imbottirono provocò un ottundimento mentale che impedì a Napoleone di organizzarsi. (Wellington è pregato di restituire le medaglie). Fra gli artisti sono i pittori ad offrire il fianco a una lettura patologica del loro stile. Per van Gogh si ipotizza un'intossicazione da digitale purpurea che si manifesta "anche con fenomeni di xantopsia, condizione in cui gli oggetti appaiono con una forte dominante gialla. E negli ultimi anni, la pittura di van Gogh è appunto dominata dal giallo. Secondo altri studiosi, invece, la prevalenza del giallo sarebbe dovuta a una cataratta o a un glaucoma, dei quali non si hanno però dati certi". In queste concatenazioni di cause e di effetti si sente un profumo di positivismo. Con dei picchi straordinari: il medico giapponese Haruo Nakamura, guardando attentamente la Gioconda di Leonardo al Louvre, ha scoperto, fra la palpebra inferiore di sinistra e la radice del naso la prova che la signora in questione aveva il colesterolo alto. 0 quest'altro: tracce di marijuana sono state riscontrate in alcune pipe del '600 ritrovate nell'ultima residenza di Shakespeare. Luciano Sterpellone, oltre che scrittore, è medico e ai suoi colleghi dedica un trattamento di favore; con LouisFerdinand Céìine lia in comune la giovanile passione per le vicende di Ignàc Semmelweis, il medico ungherese che aveva dimostrato che la causa diretta della febbre puerperale che mieteva migliaia di vittime era insita nella mancanza d'igiene dei medici che visitavano le puerpere dopo avere dissezionato cadaveri. Un profilo partecipe e commosso è dedicato a Che Guevara "che non dimenticò mai di essere un medico". L'autore non manca di elencare gli assurdi rimedi con i quali in passato si curavano i mah, non di rado aggravandoli. Lorenzo il Magnifico era curato per dolori ossei che partendo da un piede si estendevano al resto del corpo con una somministrazione di polvere di pietre preziose; Martin Lutero si curava il mal di testa con impiastri di midollo di cervo e vermi cotti con zafferano. Prima di ridere però aspettiamo di vedere cosa diranno dei nostri medicamenti i posteri fra cento anni. Da questi Famosi e malati si potrebbe agevolmente ricavare una pièce teatrale ambientata nell'ambulatorio di un medico della mutua. Per intanto ho trovato il libro che per le prossime feste regalerò a Guido Ceronetti: sarà contento di apprendere, se già non lo sapeva, che "le ceneri di Marie Curie, 50 anni dopo la sua morte, risultavano ancora radioattive". NON DI RADO ASSURDI RIMEDI: LORENZO IL MAGNIFICO CURAVA I DOLORI OSSEI CON POLVERE DI PIETRE PREZIOSE, LUTERO IL MAL DI TESTA CON IL MIDOLLO DI CERVO «Famosi e malati» di Lucrano Sterpellone: le vite dei grandi raccontate dal punto di vista medico, dall'imperatore Adriano a Virginia Woolf, dal Re Sole a Van Gogh Il rapporto tra la Storia e le patologie: per esempio un violento e doloroso attacco di emorroidi spiegherebbe la disfatta di Napoleone a Waterloo ridimensionando così i meriti di Wellington '^I^H Hb* Franco Branciaroli e Susanna Marconi in una scena del «Malato immaginario» di Molière Luciano Sterpellone Famosi e malati SEI pp. 209,6209 S T O R

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