Alta velocità, scontri e feriti di Lodovico Poletto

Alta velocità, scontri e feriti LA PROTESTA ANCHE I SINDACI IN PRIMA FILA CONTRO IL PROGETTO DELLA LINEA CHE DOVREBBE COLLEGARE L'ITALIA A LIONE Alta velocità, scontri e feriti Bloccati 26 treni sulla Torino-Modane? cariche, oggi via alle trivellazioni Lodovico Poletto inviato a BARDONECCHIA La terra dei «No tav», della gente della vai si Susa, che da anni si oppone al progetto del treno ad alta velocità, da ieri ha la sua trincea. Un confine che si pensava insuperabile, piazzato sul ponticello di un rio che dal Rocciamelone scende verso Susa, località Mompantero. Sembra invalicabile. Invece, dopo una giornata di tensioni, scontri, discussioni e feriti, quando tutto in apparenza era terminato, e le truppe della difesa si erano ritirate con mille sorrisi ai poliziotti, dicendo loro «dimentichiamo le tensioni», quel confine è stato superato. E i tre boschi sulla montagna, destinati ad accogliere le trivelle per i carotaggi, in vista dei lavori di costruzione della linea ferroviara ad Alta velocità, tra Torino e Lione, sono stati conquistati e recintati dalla polizia. Alle 20,35 in punto. Adesso questo enorme bosco di castagni è diventato l'emblema di una sconfitta. E dire che per più di 16 ore le forze dell'ordine precettate per scortare in quota, su quei tre appezzamenti, i tecnici della società che dovrà effettuare i campionamenti, erano rimaste inchiodate lì, in un lungo, snervante e a volte teso faccia a faccia. Petti contro scudi, caschi contro teste. E mentre loro resistevano, l'intera Val di Susa s'è mobilitata. Ci sono stati scioperi in numerose aziende: gli operai sono usciti dal lavoro e si sono uniti ai manifestanti. Alcuni ;ruppi di «No tav» hanno «dato 'assalto» alle stazioni più importanti della valle, bloccando 26 convogli, ritardandone altri e costringendo anche il Tgv ad una sosta fuoriprogramma allo scalo feiTOyitó.o di Ayigliana. Altri ancora, invece, si sono scontrati con polizia e carabinieri in assetto antisommossa, nel grande posto di blocco istituito a valle, tra Susa e Mompantero, località Urbiano. Lo hanno fatto sia al mattino per impedire alla polizia di salire in quota e hanno replicato la sera, mentre i blindati continuavano a salire e scendere dalla valle: «E' soltanto un cambio turno, non c'è da preoccuparsi». La città di Susa, il centro più importante della valle, ha invece vissuto ima giornata paese militarizzato. Con tutte le strade che portano vero il Rocciamelone bloccate delle forze dell'ordine che han là'sciato passare soltanto i residenti. Quando cala il buio il bilancio della «battagha di Mompantero» è di 4 feriti e di una raffica di denunce per i dimo¬ stranti. Quattro sono già aniva- te: tra loro c'è anche una vigi- lessa dèi comune di Bussoleno. Si chiama Maria Teresa Giai. Ieri aveva accompagnato, con tanto di gonfolane, il suo sinda- co alla manifestazione. E'stata fermata ai primi tafferugli, alle 10 del mattino. Altre denunce sono in arrivo. Riguarderanno la prima linea dei dimostranti fermi su quel ponticello dove ci sono state spinte e manganella- te. «Riguarderanno almeno una ventina di persone» dicono i poliziotti. Tra loro ci saranno anche sindaci ed amministrato- ri della valle. Tutta gente con la fascia tricolore, che ha mediato con gli anti-tav più facinorosi e con i poliziotti, ih modo dà evitare le teste fracassate. Tra loro potrebbe esserci anche An- tomo Ferrentino presidente del- la Comunità montana Bassa vai di Susa, l'uomo che per tutto il giorno ha tenuto i contatti con i pohtici romani, le forze di polizia e gli ammini stratori di zona, ma nei guai finiranno anche i dimostranti che, a Bussoleno, hanno insce nat0 la protesta in stazione, Un'altra vigilessa, Antonella BenentediViUarfocchiardo, sa rà segnalata all'autorità giudi ziaria perché ha partecipato, in divisa, alle dimostrazioni, Alle 20, dopo le botte, il freddo, la fame sofferta in quo ta il popolo No Ta'teecende a valle. Sono tutti orgoghosi: «E' una vittoria della civiltà contro l'arroganza della forza e gli interessi economici». Spiegan do che le 2 mila persone della valle, e dei centri sociali, che si erano mobilitate erano soltanto l'avamposto di una marea umana ben più consistente e pronta a mobilitarsi in qualsiasi momento. Anche a costo di altre denunce: «Perché di mezzo c'è anche la nostra salute e quella dei nostri figli». Ma due ore dopo è tutto diverso. I siti sono stati conquistati. Adesso chi entra lì dentro è passibile di arresto. Il popolo «No Tav» a quest'ora di notte non sa ancora nulla. I feriti degli scontri sono a casa a medicarsi le ferite. I denunciati stanno mettendo a punto strategie difensive e i politici della valle ragionano sul futuro. R^ r^p-j-p-jpjp^Ij M^ icilUci ILI ^Z^x™^™™'"*!"™™^™^^'"' UJIllcbldMU II piULjcLLU Tro i ririnrinairtirYinri Ila I |Jlll ILipdll UIIIUII ^7,011^ jQlÌ'awÌantr\ MUeilU Utfll dlllldlllU I'ÌIa T—iahho nr^/^O *-' '" jdlcUUc I ILdvdLU ^anjr^r» JHoÌ trinnpì ^"9" -5*-c'v, u"' '■u' '' l"' I manifestanti hanno fermato tre stazioni ferroviarie Quattro i feriti A tarda sera la beffa: la società specializzata nei carotaggi prende possesso dei terreni Imponente il servizio disposto dalla polizia: non è bastato tuttavia a evitare scontri, assicurare il lavoro delle trivelle e garantire il regolare traffico ferroviario da everso la Francia

Persone citate: Antonella Benentediviuarfocchiardo, Ferrentino, Maria Teresa Giai