Wade, il ragazzo del ghetto può essere il nuovo Jordan

Wade, il ragazzo del ghetto può essere il nuovo Jordan L'ABITO FA IL MONACO PER I GIOCATORI SCATTA L'OBBLIGO DI GIACCA E CRAVATTA Wade, il ragazzo del ghetto può essere il nuovo Jordan Giorgio Vìberti l ' Domani dunque riparte la Nba, che vuole riscattare le recenti pessime figure del basket Usa ai Mondiali di Indianapolis e ai Giochi di Atene. Sempre più ricca di giocatori europei ed extrastatunitensi, ma non di giocatori italiani, cerca credibilità anche con il «dress code», le nuove disposizioni comportamentali che bandiscono orecchini e abbigliamenti stravaganti, imponendo ai giocatori la classica accoppiata giacca e cravatta. Favoriti d'obbligo sono ancora i San Antonio Spurs campioni uscenti, trascinati dall'argentino - e anche un po' italiano - Manu Ginobiii. Ma gli Speroni hanno cominciato la stagione al piccolo trotto, rimediando più figuracce che vittorie nelle partite di preparazione. Il tecnico Gregg Popovich, che nell'ultima stagione ha vinto il suo terzo anello di campione Nba, dall'alto della sua esperienza non se ne preoccupa, anche perché nell'avvicinamento al campionato dice di aver risparmiato i suoi gioielli. Oltre a Ginobili, allude a Tim Duncan, l'ala forte di origini caraibiche che si narra lasciò il nuoto per il basket dopo che un tifone spazzò via la piscina in cui si allenava da ragazzo. Ma anche a Tony Parker, 23enne play di nazionalità francese, fidanzato con l'avvenente attrice Eva Longoria. Principali avversari degli Spurs potrebbero essere i Miami Heat di Shaquilie O'Neal, ma non solo per il pivottone ex dei Lakers. Al suo fianco sta infatti bruciando le tappe Dwyane Wade, 23 anni, 193 cm, soprannominato «flash» per la sua velocità. Dopo l'avvento di Alien Iverson e Kobe Bryant, poi dei monelli terribili LeBron James e Carmelo Anthony, molti vendono ora in Wade il possibile successore di Michael Jordan, che non a caso era il suo idolo giovanile essendo la nuova stella nata a Chicago. Dwyane ha tutto per piacere. E' spettacolare, ha un tiro micidiale, segna molto e difende. Ma anche fuori del campo è un esempio: faccia da bravo ragazzo, fino a 2 anni fa non aveva soldi neanche per comprarsi le scarpe. Ora ha un ingaggio fino al 2007 da 12 milioni di dollari, oltre ad altri contratti pubblicitari con aziende varie (calzature, automobili, videogame...). E di scarpe ha riempito le sei stanze della sua magnifica casa affacciata sul mare della Florida. Ma non ha dimenticato le proprie umili origini: «Se non mi succederà nulla di brutto, dopo 21 anni di povertà per i prossimi 60 o 70 dovrei essere tranquillo. E' una benedizione dal cielo». Alla Nba sperano che lo sia anche per tutto il movimento.

Luoghi citati: Atene, Chicago, Florida, Indianapolis, Monaco, Usa