Il Grand Tour tra Van Gogh e i pitagorici

Il Grand Tour tra Van Gogh e i pitagorici LE MOSTRE DA NON PERDERE DA TORINO A PALERMO GLI ITINERARI DELTURISMO INTELLIGENTE Il Grand Tour tra Van Gogh e i pitagorici Marco Vallot a Voghamo iniziare questo «grand tour» tra le mostre degne d'essere visitate, in questi giorni or festa, dalla Liguria? Occasione unica, vedere ricomposto il magnifico Polittico della Cervara, del pittore fiammingo Gerard David, ultimato nel 1506 a Bruges ed inviato via mare a Genova al collezionista Vincenzo Sauli per una cappella di Santa Margherita. Poi smembrato nel Settecento ed oggi diviso tra Genova, al Palazzo Bianco ove l'opera è mostrata, il Metropolitan di New York e il Louvre: un momento di riequilibrio sublime. Se per il viandante esigente non basta un museo ed un'opera soltanto a motivare il viaggio, c'è di sostegno un'altra fascinosa mostra, dedicata al rapporto tra Pittura romantica e Macchiai ola: una prospettiva già in sé originale, ma con la guida d'una personalità ecce¬ zionale come Giuseppe Mazzini. Che cosa succede alle tele sparse in Piemonte, quando Napoleone temibile scende in terra sabauda? Lo si scopre alla Fondazione Ferrerò di Alba: curiosa contingenza pittoricopolitica e ottima occasione per ritrovare capolavori perduti o razziati (come capita a Brescia, con una mostra di Tele Ritrovate, alla Pinacoteca Tosio Martigengo, di Romanino, Moroni, Ceruti). Ma poiché siamo già in Piemonte, prima di giungere a Torino, sì passi da Mondovì, per non perdere due mostre assai cosmopolite: all'Antico Palazzo di Città una curiosa rassegna di Piastrelle Art Nouveau destinate all'edilizia e all'exchiesa di Santo Stefano lo sbarco spettacolare di sculture in bronzo di Mirò. Ma ancora più ardita la proposta del Filatoio di Caraglio, presso Cuneo: la scoperta di quell'appartato ma rilevante movimento aie fu il Costruttivismo polacco. A prescindere dalla presenza di due importanti artisti antichi, il tenero caravaggesco Bartolomeo Cavarozzi, all'Accademia Abertina ed il «Nostro Pittore Sabaudo» Jan Kraeck, detto il Caracca, a Torino si punti soprattutto sulla fotografia. Alla Cam Elisabetta Catalano presenta 80 scatti, di cui alcuni inediti. Mentre Io scandaloso M appiè thorpe trova persino la benedizione tv di don Mazzi Inevitabile poi una visita al visionario belga Delvaux, Palazzo Bricherasio, qui accanto ai suoi compagni di strada od ispiratori: De Chirico, Permeile, Magritte e l'imbattibile «sconosciuto» Spilliart. Permeke che ritroviamo anche a Milano, in un affiacamento con il terrestre, saturnino e fangoso Suoni, a Palazzo Reale: i Luoghi dell'anima. E' ovvio che, vincendo lo folle, non si può non salire alla mostra dei Caravaggeschi. Folle inevitabili, ma qualità assicurata, a Brescia, al Museo di Santa Giulia, ove si combattono due grandi inquieti come Van Gogh e Gauguin, inim duello ben calibrato, accanto ad un isolato-poeta come Jean Francois Millet, cantore della sacra povertà. E se si è scoperto l'incanto di Millet, non si può trascurare l'altro sublime paesaggista franco-romano Corot, che viene festeggiato a Palazzo dei Diamanti, a Ferrara. Pur senza dimenticare i Disegni Proibiti del secessionista viennese Klimt, svelati al Castello Visconteo di Pavia, non si salti Mantova, ove è difficile dividersi. Tra una mostradossier, dedicata ad un'unica tela, la grande Deposizione di Rubens, e l'altra mostra di sculture nigeriane. Meravìglie e Misteri dell'Africa, alla Casa del Mantegna. Poco, invece, a Venezia, ove oggi finisce la mostra di Lucien Freud Non meno floscia la situazione fiorentina, a parte il degno omaggio alle . Città invisibili dì Calvino, ripensate dall'acquerello di Fedro Cano (Palazzo Vecchio) e la pruriginosa rassegna d'arte proibita, Mytologica et erotica, a Palazzo Fitti. A Roma chi ama l'archeologia non può perdere, al Colosseo, l'affascinante itinerario tra i misteri greco-romani, elesuinì, pitagorici, dal titolo accattivante de I Riti Segreti, con le terracotte dì Locri. Anche a Roma le mostre più appetibili sono quelle di fotografia o di architettura: quella dottìssiina sul teorico dell'architettura Leon Battista Alberti (Musei Capitolini). E poi due grandi eccentrici del Novecento, come Paolo Sòleri (Palazzo Fontana di Trevi) e Mario Ridolfi (Accademia dì San Luca). Per la fotografia il reporter del periodo della Depressione americana, Walter Evans (Palazzo Braschi), dal tìtolo illuminante: Argento e Carbone. Prima di raggiungere Napoli, ove al Castel Sant'Elmo è in corso una retrospettiva del pittore napoletano Domenico Morelli, che sovvertì le regole della pittura neoclassica, si passi, ancora a Roma alla «personale» d'un altro grande sovversivo della pittura e fotografia dell'800, il simbolista Fado Emilio Michetta (Galleria Carlo Virgilio). Così, si può «chiudere» questo viaggio studiando meglio, a Palermo, all'Ex Convento di Sant'Anna, l'itinerario d'un curioso paesaggista meridional-siciliano come Francesco Lojacono. màf Autoritratto di Van Gogh, a Brescia Una foto di Robert Mapplethórpe, a Torino