La morte, l'ultimo mistero di Ghira di Giacomo Galeazzi

La morte, l'ultimo mistero di Ghira IL GIALLO ARRUOLATO NELLA LEGIONE STRANIERA, E' STATO STRONCATO DA UN'OVERDOSE. PRIMA CONFERMA DALLE IMPRONTE DIGITALI, ADESSO TOCCA AL TEST DEL DNA La morte, l'ultimo mistero di Ghira Il massacratore del Circeo da undici anni sarebbe sepolto in Africa sotto falso nome Giacomo Galeazzi R0ma Andrea Ghira, uno dei «massacra- tori del Circeo», sarebbe morto undici anni fa, stroncato da un'overdose. Il cadavere sarebbe sepolto sotto falso nome nell'en- clave spagnola dì Melilla. H 30 settembre 1975 nella sua villa al mare, Ghira, assieme a Gianni Guido e Angelo Izzo, picchiò, vio- lentò e annegò una studentessa dì 19 anni, Rosaria Lopez, e ridusse in fin dì vita una amica dì appena 17 anni, Donatella Colasanti, che riuscì a salvarsi facendosi credere morta dai tre massacratori. Con- dannato all'ergastolo e ricercato da trent'anni senza aver fatto un solo giomo di carcere, si era arruolato nella Legione straniera in Spagna. La svolta nelle indagi- ni, giovedì scorso: da ima settima- na dì interrogatori dei familiari del latitante è uscita la notizia decisiva e cioè che il caperai maggiore Massimo Testa De An- dres in realtà era Andrea Ghira. «Abbiamo inviato un'informativa alle autorità spagnole, che custodi- scono le impronte digitah del dece- duto», spiegano in questura. Ieri mattina la polizìa spagnola ha confermato che le impronte corri- spendono: Testa De Andres e Ghi- ra sono la stessa persona, Mistero risolto, dunque? Così pare fino a prova contraria, owe- ro fino a quando la «uà salma non sarà riesumata e il Dna comparato con quello in possesso degh inve- stigatori itahani. La ricostruzione dei fatti non è priva di zone d'ombra. Morto l'I 1 aprile 1994. Causa del decesso: overdose da sostanze stupefacenti. H cadavere è stato trovato sette giorni dopo, e K^K^fi^S ha sede *El Tercìo», un comando dellaLeghne Straniera spagnola e ^ c ^' ne^ piccolo cimitero, anche ^-aia riservata alla sepoltura di appartenenti alla Legione Stranìe- ra. Ex-appartenenti come Andrea Ghira' ^as Massimo Testa de A11^68. ^o a Roma il 17 dicembre 1955, fighe di Alberto e Ana Maria, come risulta nei documen ti dell'archivio della Legione spa gnola. Non si sa quando vi si sìa arruolato, si conoscono invece le ragioni del suo allontanamento con il grado dì caporalmaggiore dì prima classe, un anno prima del decesso, nel 1993. Problemi dì droga. Ma ciò non aveva poi impedito la sepoltura nell'ala del cimitero dì Melilla riservata alla Legione. Ed è questo, dopo tre decenni di coperture e depistaggi. l'ennesimo mistero del caso Ghira. Per molti anni il «Tercio» ha raccolto fascisti e criminali in fuga. Come per la Legione straniera francese, chiunque si arruola «scompare» dal mondo. Il fonogramma con il raffronto dattiloscopico ufficializza il giudizio dì identità, però non dà la sicurezza assoluta. Adesso si attendono i riscontri certi e ci vorrà almeno una settimana prima che si arrivi alla riesumàzione della salma e al prelievo del Dna. Laconica la reazione della madre di Ghira: «Non voghe dire nulla. La verità è stata detta da voi sui giornali. Non ho niente da dire. Il mio cuore di mamma non sente nulla». Nel frattempo le indagini proseguono, anche per accertare responsabilità, ruoli e appoggi nella lunja attività dì favoreggiamento della latitanza dì Ghira che è stata condotta in Italia, e forse anche all'estero. Si sa che il super-ricer- cato era in Spagna già nei primi anni Ottanta. Il lavoro degh investigatori romani punta a far emergere se in questi anni familiari e amici di Giura abbiano compiuto viaggi in Spagna, in particolare verso Melilla. Lo stato di servizio del legionario Testa riporta dal '76 in poi un mese all'anno di permesso che avrebbbe potuto utilizzare per far visita alla famigha. Intanto ieri gli investigatori hanno definito «inattendibile» la fotografia scattata nel '95 a Roma e diffusa due giorni fa: l'uomo con la barba non sarebbe Ghira. I dubbi, però, sono tanti. Per esempio, non si capisce come mai al momento dell'arruolamento le impronte prese al giovane che si presentava come Massimo Testa non siano state raffrontate con quelle dei ricercati e latitanti inserite nel circuito Interpol. Stessa inusuale dimenticanza nel 1994 quando il cadavere è stato scoperto. Per spuntare ora. Il sospetto, non ancora fugato del tutto dai riscontri degh investigatori, è che artatamente qualcuno abbia attuato nel tempo una messinscena, ossia che a quell'uomo morto per overdose sia stato dato il nome di Testa, del quale esistevano le impronte digitah, corrispondenti, si è poi visto, a quelle di Andrea Ghira. «Il mio cuore di mamma non sente nulla», afferma l'anziana madre. A Melilla, una lapide imbiancata di calce, ima croce nera, il nome del defunto e la data della sua inumazione. GÌ Investigatori indirizzati Halla toctimnnianTa ^.lll.^.b.H.T.,.^.r!l.c3.r.'^ rii i ino o-sron+Q Ul UMd parente I Àrn^fà^frn^nif^a Ld llldUie. Il IlllU LUDI e ErnS™;H!y nUlia Una sequenza al computer di quella che potrebbe essere l'attuale fisionomia di Ghira La tomba in Africa, nell'enclave spagnola di Melilla, dove sarebbe sepolto Andrea Ghira

Luoghi citati: Africa, Italia, Melilla, Roma, Spagna