E ora anche Tremonti tentenna sul condono La palla a Berlusconi-

E ora anche Tremonti tentenna sul condono La palla a Berlusconi- ALLA RICERCA DELLE RISORSE ANCORA DA ACCONTENTARE COMUNI E DIFESA E ora anche Tremonti tentenna sul condono La palla a Berlusconi- retroscena ALESSANDRO BARBERA ROMA «Giulio, ma questo concordato lo vuoi fare o no?» Più d'uno in questi giorni ha fatto a Tremonti la domanda fatidica. E la risposta, per tutti (o quasi) è stato un grugnito. Domanda difficile e risolutiva. In pubblico è sempre stato no. «Nessun condono», ha detto in Parlamento. «La stagione dei condoni è finita» ha ribadito il vice Giuseppe Vegas, e, non più tardi di ieri, Gianfranco Fini. In privato il ministro ammette che «di condono vero e proprio non si tratterebbe» e che in fondo si tratta di «dare il nome giusto alle cose». Per di più potrebbe garantire tre miliardi di euro di gettito. Una cifra ghiottissima per un governo a caccia di voti a pochi mesi dalle elezioni. Ci sono da sistemare le Regioni, le famighe, ma soprattutto da rifinanziare i programmi di opere pubbliche. Ieri c'è stato un vertice per tagliare 140 milioni alla famiglia. Soldi che si è deciso di destinare alla Cultura di Rocco Buttighone creando scompiglio fra i centristi. Berlusconi ha chiesto 48 ore per decidere il destino del tagho di oltre 500 milioni di euro al fondo sociale di Enti locali e Regioni. Per questo molti sono l convinti che quel grugnito siaf solo un modo per prendere tempo e farsi convincere da qualcun'altro (il premier). Per non dover dire oggi (a fine mese ci sono scadenze fiscali) che alla fine si farà. Forse alla Camera (quando la manovra diventerà immodificabile) o al limite con un provvedimento ad hoc, «ristrutturando» il concordato in vigore che non ha dato buoni risultati. «Tremonti è combattuto», di¬ cono i meno mahziosi. «Da un lato vorrebbe evitare di fare una nuova sanatoria, dall'altra è convinto che un po' di risorse in più sarebbero comode». Di gente che gh suggerisce di fare U concordato sono pieni i palazzi. U partito del concordato è fortissimo in Forza Italia, ed è capeggiato dal deputato piemontese Guido Crosetto. Ha sostenitori in An - dal fiscalista del partito Leo al senatore Salerno - e neh'Udc. Il ministro deve tenere un occhio aperto a Roma e l'altro a Bruxelles e a Londra, vale a dire alla Commissione europea ma soprattutto alle temutissime agenzie di rating. Tremonti non vuole dare la sensazione di trasformare una manovra giudicata da molti «rigorosa» in una elettorale e per questo sta pensando anche all'ipotesi di un intervento ad hoc separato dalla Finanziaria. Ieri sulle risorse a favore deUe famiglie è stato fermissimo. Per acconten- tare Buttigliene e ridurre un po' i tagh alla Cultura, ha tagliato eh 140 milioni il fondo famiglie. Un miliardo tondo che dovrebbe essere distribuito fra bonus per i secondogeniti, per l'acquisto dei libri scolastici e per alimentare un fondo di garanzia per le giovani coppie che vogliono comprare ca- sa. Punto. Nel maxiemendamento che arriverà in aula al Senato ci sarà questo e poco più. L'unica concessione l'ha fatta al ministro Martino, in difficoltà per i tagli al programma italo-francese per le fregate multimissione Fremm. Restano però aperte altre questioni, a partire dalla prote¬ sta di Comuni e Regioni per i tagli ai trasferimenti e al Fondo sociale. Berlusconi ieri ha aperto uno spiraglio: «Vi chiedo 48 ore per decidere sul destino del Fondo sociale. Ne parlerò in Consiglio dei ministri». Non si tratta di poco: sono oltre 500 milioni di euro di cui Berlusconi ha subito parlato con Tremonti. La soluzione al dilemma del professore potrebbe stare nella determinazione del premier a convincerlo a trovare nuove risorse. Il problema è il mezzo: un provvedimento che non si chiama condono ma nei fatti ci assomiglia molto. Dice il fiscalista di An Maurizio Leo: «Ci si dimentica di ricordare che il concordato esiste ed è in vigore, ma solo su base individuale». L'idea alla quale starebbero lavorando al Tesoro prevede l'allargamento del meccanismo alle categorie produttive. Si tratterebbe di individuare dei minimi ai quali si dovrebbero adeguare le categorie. Un concordato non molto diverso da quello messo a punto dal Governo Dini e daD'allora ministro Fantozzi. Ma con una differenza: una forte attenzione alle differenze fra aree geografiche. «Il risultato sarebbe duplice», dice Leo. «Si fa emergere il sommerso e si aumenta il gettito che gli studi di settore non alimentano a dovere». Tutto sta nel giustificare agli occhi dell'opinione pubblica un provvedimento che comunque interverrebbe anche sul pregresso, vale a dire il 2003 e 2004. Il dilemma di Tremonti sta h, ma molti scommettono che il premier lo convincerà presto. L'escamotage potrebbe essere il concordato oppure «qualcosa di simile ma con un nome diverso» LA GUERRA DELLE CIFRE stime del Governo ^ (Ppef e Rpp allegati alla Finanziaria) stime del Nens (centro studi di Vincenzo Visco e Pierluigi Bersani) PEFICIT/P1L in percentuale *còn oneri ^Bbntrattudt! spostati dal 2005 al 2006 9,80/9 2005 2006 in percentuale 111,8 108,2 JO?-.5 107.4 2005 2005 MANOVRA 2006 in miliardi di euro 27,2 19 prevista necessaria

Luoghi citati: Bruxelles, Londra, Roma, Salerno