La donna che sconfisse l'apartheid in America di Paolo Mastrolilli

La donna che sconfisse l'apartheid in America ROSAPARKS E' MORTA A DETROIT, QUASI DIMENTICATA La donna che sconfisse l'apartheid in America Nel '55 rifiutò di cedere il posto sul bus a un bianco dando il via alla lotta per i diritti dei neri Paolo Mastrolilli NEW YORK Certe volte la storia, anche quella con la esse maiuscola, viene decisa da piccoli gesti. Per esempio rifiutarsi di cedere il posto sopra un autobus, come fece Rosa Parks in Alabama cinquant'anni fa, solo perché il colore della tua pelle non è quello giusto. Perciò ieri gli Stati Uniti hanno celebrato la sua morte come la fine di un'era per il movimento dei diritti civili, anche se poche settimane fa le terribili immagini dell'uragano Katrina hanno ricordato che la battaglia per l'uguaglianza non è ancora finita. Rosa Louise McCauley era nata il 4 febbraio del 1913 a Tuskegee, in Alabama, da genitori contadini. Per curare la madre malata aveva dovuto lasciare la scuola superiore, e a 19 anni si era sposata con Raymond Parks, un barbiere del suo quartiere. Lui era attivo nella National Association for the Advancement of Colored People, il movimento politico per l'emancipazione dei neri, e l'aveva convinta a prendere il diploma. Rosa gli aveva datto retta, ma era finita comunque a fare la sartina in un grande magazzino di Montgomery. Ogni mattina per andare al lavoro prendeva l'autobus e non era un piacere, perché le leggi sulla segregazione chiamate «Jim Crow» avevano trasformato il viaggio in una umiliazione quotidiana. I neri potevano sedere solo nei posti in fondo, mentre quelli davanti erano riservati ai bianchi. Avevano il permesso di sistermarsi su quelh in mezzo, ma dovevano cederli se una persona dalla pelle chiara li rivendicava. E se non c'era più spazio sul bus, erano obbligati a scendere. Il primo dicembre 1955 Rosa stava tornando a casa, seduta sopra uno dei posti centrali insieme ad altre tre donne nere. All'altezza di Cleveland Avenue un bianco salì sull'autobus e pretese il sedile. L'autista James Blake, che già qualche anno prima aveva cacciato la Parks da un altro mezzo pubblico, cniese a tutte e quattro le nere di alzarsi. Le altre tre lo fecero, ma Rosa rispose no. «Se non ti alzi - minacciò Blake chiamo la polizia per arrestarti». La Parks lo fissò e disse: «Puoi anche farlo». Qualche ora dopo Rosa era in commissariato, dove le avevano preso le impronte digitali. Il 5 dicembre era finita davanti al tribunale, che l'aveva condannata a una multa di 10 dollari, più 4 di spese processuali. Ma il movimento dei diritti civili, guidato in città da E. D. Nixon, non aspettava altro. Il 4 dicembre i neri avevano proclamato il boicottaggio dei trasporti pubblici, a cui davano il 750Zo dei ricavi, finché non li avessero trattati come esseri umani. A capo della rivolta fu messo un giovane reverendo della Dexter Avenue Baptist Church, di ^ome Martin Luther King. Dopo 381 giorni a piedi, i neri si presero la rivincita. Il 13 novembre 1956, con il caso Browder v. Gayle, la Corte Suprema bandì la segregazione sugli autobus. Il 20 dicembre l'ordine arrivò a Montgomery e il giorno dopo finì il boicottaggio: il movimento dei diritti civili era nato, e Rosa era sua madre. Naturalmente di questi tempi non c'è mito che scampi alla tagliola del revisionismo, e nemmeno la sua disobbedienza ha fatto eccezione. I critici dicono che in realtà non si alzò solo perché le facevano male i piedi, e poi fu strumentalizzata dai leader politici come Nixon che da mesi cercavano la candidata giusta per fame il simbolo del boicottaggio. La Parks, finché era in vita, rispondeva così: «Certo che mi facevano male i piedi e stavo male, ma era così ogni giorno. Quella volta però decisi che non ne potevo più, e non mi sarei mossa fino a quando mi avrebbero trattata come tutti gli altri passeggeri». Le cose sono cambiate, da quel dicembre 1955. Nel 1964 venne approvato il Civil Rights Act, che cancellava le discriminazioni, e oggi una nera deh'Alabama siede sulla poltrona di segretario di Stato, quarta in linea di successione per la presidenza. Però sono anche rimaste uguali, perché King venne ammazzato nel 1968, e le immagini dell'uragano Katrina in Louisiana hanno dimostrato quanto siano ancora disperatamente poveri i neri del sud. Dopo la sua sfida Rosa era fuggita dall'Alabama, perché non trovava più lavoro e non andava sempre d'accordo con i leader del movimento per i diritti civili. Si era trasferita a Detroit, dove lavorava per il deputato John Conyers, e ha ricevuto tutte le onoreficenze più alte dello stato americano. Eppure tre anni fa la volevano cacciare di casa, perché i suoi tutori avevano smesso di pagare l'affitto. Ha potuto morire nel suo letto solo perché qualcuno alla fine si è ricordato che era un pezzo di storia. Un'immagine recente di Rosa Parks Rosa Parks ai tempi del boicottaggio da parte del neri degli autobus dell'Alabama