Sull'onda di «Rockpolitik» Del Noce recupera posizioni

Sull'onda di «Rockpolitik» Del Noce recupera posizioni IL TEOREMA Di VERGASSOLA GLI UOMINI DEL POTERE A CACCIA DI TRASMISSIONI CIVETTA Sull'onda di «Rockpolitik» Del Noce recupera posizioni Nella querelle il direttore di Raiuno appare vincente retroscena PAOLO MARTINI ROMA Potremmo chiamarlo «Il teorema di Vergassola», il nuovo enunciato politico-mediatico che si può ricavare dalla querelle in corso. Gli assiomi di partenza sono arcinoti: il tele-premier domenica sceghe Bruno Vespa, che è poi il tele-uomo per eccellenza, per dire che non c'è solo «Rockpolitik» a fare tele-propaganda pohtica: tutti i Vei^gassola tele-remano insieme contro Uno solo. E lUno, guardacaso, è proprio lui, il padrone delle tv. La cordata dei potenti Sepolta nei dispacci dell'AdnKronos il pomeriggio dopo lo show di Celentano, c'è la prima lettura: nell'arco di pochi minuti l'intero stato maggiore della Rai prende posizione in difesa del direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce, che ieri è finito platealmente in urto col presidente e mezzo consiglio Rai. Si espone per primo, ovviamente, il più conosciuto Clemente J.Mimun, direttore del Tg Uno. Seguono a ruota: Alessio Gerla, responsabile delle Risorse artistiche di viale Mazzini, ovvero dei con¬ tratti di tutti i Celentano e i Vergassola, un manager che lavo- ra per Berlusconi da più di vent'anni, grande venditore di spot, uno che figura trai fondato- ri di Forza Italia. Poi arriva a Dicchiare contro Celentano Gian- TancoComanducci,ilpotentissi- mo capo del Personale e dell'Or- ganizzazione della Rai, avvoca- to e amico personale anche «ma- rinaresco» di Cesare Previti. Se- gue Carlo Nardello, che coordina se non spesso ordina le program- mazioni delle reti Rai, in sinto- nia perfetta con il marketing strategico. E gli altri stanno a guardare A conti fatti, si è schierato con Del Noce l'intero stato maggiore della Rai, che ha in mano l'azien- da. Impotenti, ma fedeh alla linea. Notevole il silenzio del responsabile della fiction Agosti- no Sacca, che fu il primo diretto- re generale del centrodestra. Sac- cà non ha mai nascosto che avrebbe preferito nominare a capo di Raiuno il vicedirettore Claudio Donat-Cattin. Berlusco- rli personalmente non forzò trop- po la mano, sembra si limitò a dire: «Tenete presente che non lo conosco, mentre Fabrizio è un amico di lunga data»: tanto per Dei Noce spingeva anche l'allora ministro del Tesoro, che è il padrone materiale della Rai, Giù- ho Tremonti. Alla fine, per stare solo alle vicende di vertice, Sac- cà è stato spedito via «cornuto» per aver fatto l'epuratore di Sofia (anche se per Biagi dà la colpa a Del Noce) e pure «mazzia- to» con l'accusa di essere troppo «uomo Rai». Dopo i 18 mesi di Sacca, da Milano alla Rai è arrivato l'uomo della Fiera priva- rizzata, il geometra-costruttore Flavio Cattaneo, un amico perso- naie di Paolo Berlusconi. Sem- bra che Fedele Confalonieri, che di uomini e di cultura se ne intende più di tanti altri fedelis- simi, avesse previsto lo sfacelo: «Silvio, alla Rai meglio un nemi- co competente che un amico incompetente». Quella sfida perduta II "teorema Vergassola" colpisce per un motivo. Alla vastità del territorio marcato da Berlusconi in viale Mazzini corrisponde l'enormità dell'ininfluenza cultu- raleepercosìdirepropagandisti ca. La sfida perduta del centrode stra, prova a spiegarla con una battuta un personaggio al top della Rai: «Berlusconi si è sve gliato, l'altro giorno, e giusta mente si è ricordato dell'impor tanza anche pohtica di "Uno Mattina". Fino a ieri se ne sono ricordati in tanti dei suoi per un altro motivo: da uno staff di una cinquantina di persone, siamo passati ai 130 di oggi. Ecco, se ci si occupa troppo delle sgalletta ^ e non ^ g^ (ja g^, cantare nel pollaio Rai, restano solo ^Ttc^eTn capro espiatorio del fallimento del cen- trodestra in Rai è semplicistico. Viale Mazzini è stata anche il territorio d'incursione predilet- t0 ^ va" «berluscones» d'ogni rango: dall'ex ministro Maurizio Gasparri arrivavano in Rai le liste dei nomi da mettere sotto contratto con affianco il voto di fedeltà, per non parlare di quel certo filo toscano che lega i giornalisti catapultati nelle pri missime fila, con esiti franca mente dubbi, come Riccardo Ser ti e Giovanni Masotti in tv, o Flavio Mucciante in radio. C'è qualcosa che non funziona. Ba sti pensare che il nuovo diretto re generale, il cattolico Alfredo Meocci, che ha fatto il miracolo di mandare in onda Celentano e Santoro, era comunemente ritenuto «un berlusconiano di ferro travestito da Udc», per via della sua precedente esperienza all'Authority delle Comunicazioni. Il Blob di «Matrix» E veniamo alla seconda lettura del «Teorema di Vergassola». Adesso che sembra fallita l'occupazione della Rai, liquidato «il privatizzatore» Cattaneo, che figurava in quota An, ieri è finito nel mirino di Petruccioli il capo del legale Rubens Esposito, anche lui considerato vicino al partito di Fini. Che ci sia sotto, addirittura, un qualche filo segreto? Che sia in atto, per esempio, un gioco delle parti tra Casini e Berlusconi, oggi sulla Rai e domani sulla «par condicio»? Il presidente del Consiglio che maledice le nuove Celentana- te, però poi se le vede di nuovo blobbate a «Matrix» con il suo Fedele Confalonieri che ci ricama sopra. E il presidente della Camera che benedice la libertà garantita a Celentano da Meocci e poi raffredda gli animi sulla libertà di spot elettorali. In fondo, sono tutti preoccupati allo stesso modo per quello che potrà uscire, nelle prossime puntate, da «Rockpolitik», e dalla marmellata tele-politica italiana, ma se tutto fila liscio potrebbe persino finire così nel dimenticatoio il Berlusconi dell'editto bulgaro e del «regimetto». E restare nella testa di tutti è un altro Berlusconi, quello che ora è sotto «il fuoco amico» delle sue tv pubbliche e private. Che lo si veda come vittima o come responsabile, a seconda del risultato del «Teorema di Vergassola». -^i-^-^^-^- --^^r--^- V culi [JcllM d UN yiUUJ delle parti traBerlUSCOni aCz^nnrvJrnrórnrrtn e Labini. Oggi 11 COnironiO A ri rv/i^ia N/i^^ini rlnmani e bU Vldie 1 Vld^ll II UUII Idi II ciM^,yrvzrrr^nAÌr\rvA fH!XL" ■ ■■ v//^ ;^v .....__ „._ Adriano Celentano guru di «Rockpolitik» con Maurizio Crozza

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