L'omicidio e poi le calunnie in un dolore senza scampo
L'omicidio e poi le calunnie in un dolore senza scampo L'OLTIIVIO AUMQ DI GRAZIA MESI CHIUSA IN CASA IN COMPLETA SOLITUDINE L'omicidio e poi le calunnie in un dolore senza scampo personaggio PIERANGELO SAPE6N0 inviato a FOGGIA A lei ghel'avevano detto solo il giorno dopo, perché nessuno sapeva come dirlo. A Grazia Rignanese mancava il respiro, ricordano i cronisti. Stringeva al petto i diari di sua figha. Si fa così: si bussa e si sta a guardare. Bisogna avere il cuore forte, o non averlo. Ma si fa così. A volte non c'è bisogno di parlare, il dolore è un fiume che scorre da solo. Lei apriva la copertina rosa e sfogliava le pagine, sperdendo le frasi ingenue di un'adolescente vergate con un pennarello e circondate da cuoricini: «Q bacio è h condimento dell'amore...». Giusy aveva 15 anni. L'avevano sfigurata a pietrate. I jeans abbassati, il cranio fracassato, i lividi e il sangue sul volto, stesa e accartocciata come una bambola di pezza su un tratturo di pietre e cenere, da qualche roccia che guardava il mare, in quella discesa di terra nera. A Manfredoni.'. ci si conosce tutti, un posto sfigurato dal cemento con le quinte ripide dei palazzi ammucchiate tutte insieme, e la piazza del Mercato dove ci si ritrova buoni e cattivi, grandi e piccoh, in una rotonda a poche decine di metri dal porto. Mare grigio e cielo sopra. Ciminiere e pennacchi di fumo, e questi dormitori che non hanno più niente da guardare oltre questi specchi di nequizie. Abbiamo creato posti dove il dolore non ha più angoli dove ripararsi, più finestre per uscire. Ma non serve dirlo. Si fa cosi. Si va e si ascolta. Grazia aveva aspettato quasi due mesi prima di parlare. Sua figha era stata trovata morta in quel tratturo, e avevano pensato che l'avesse stuprata e violentata il branco prima di massacrarla. Si fa così, noi. Lo si racconta. E lei aveva pianto. Poi avevano detto che forse aveva un amante adulto, e lei aveva urlato che non era vero. Aha fine avevano arrestato il cugino, Giovanni Potenza, 27 anni, sposato con due figh. E lei aveva ancora urlato di no. Lui aveva confessato, aveva detto che avevano litigato perché la Giusy voleva raccontare tutto a sua moghe e dopo avevano fatto l'amore e di nuovo litigato e lei era caduta nella scalpata e lui l'aveva raccolta in braccio e aha fine gh era preso un raptus e l'aveva colpita con una pietra di 7 chili e le aveva schiacciato la faccia e ancora e ancora, continuando a infierire sul suo sangue. Grazia Rignanese era crohata. Non aveva neanche aperto ai cronisti. Erano entrati dentro. Parlò come una che non può più scappare, che non ha più un angolo dove andare. L'assassino le aveva sfigurato sua figha, la faccia e il corpo. Ma ora la sua confessione e la cronaca le sfiguravano l'anima. E questa era la cosa peggiore. Disse: «Oggi me l'hanno uccisa per la seconda volta. Lui ha rapito e violentato la mia bambina. Perché mente? Perché sta infangando la sua memoria? Lui ha giocato con lei e ora crede di poter fare lo stesso con quel che resta di Giusi. Era una bambina, mia figha era vergine. L'amore di Giusy era Fabio, un ragazzino della sua età. Non aveva tempo per altri fidanzati. Lei mi aiutava nel lavoro e mi parlava, io sapevo tutto di lei». Si scrive sempre ogni cosa. Bisogna far così. Poi l'indagine era andata avanti, e il 6 maggio 2005, sei mesi dopo l'omicidio (12 novembre 2004), la polizia aveva arrestato due amiche deha ragazzina, Sabri- na di 24 anni e Filomena Rita di 19, accusate di aver cercato di far prostituire Giusy. Grazia allora era in cinta di due mesi. A 39 anni, aveva deciso di riprovare. Non parlò più con i giornalisti. Non parlò più con nessuno. Ripeteva come una ossessa, dentro le sue mura: ((Mia egiia baciava solo n fidanzato suhe guance». Un gior- n0i a 30 maggio, suo marito, carioPotenza, è entrato al Bar Olimpia, in via Gargano, case piatte di ce- mento che nascondono il mare. Il padrediFhomena,Pasquale, eraal banco che "^ ^e.vendo ^ bir- ra. «Ma questo qui e ancora vivo?»,di536 Potenza. Gh andò vicino, tirò fuori un coltello e lo colpì. Unalesione epigastrica, disseroi medi d si salvò. Il padre di Giusy finì incarcere. Adesso è a casa, agh arre- sti domiciliari, a convivere con ildisonore assieme al dolore. ^ tutto questo tempo nessunoha cercato di andarsene. Nemme no i'onta. n pm Vincenzo MariaBafundiha commentato: «Indagando su questa vicenda ho accertato che a Manfredonia vi è una realtà molto difficile, ma soprattutto che vi è uno sconfinato silenzio nel rapporto fra genitori e figh». Forse non accade solo a Manfredonia, ma che importa. Avolte, sembra di fare un lavoro che non ha pietà dei morti. Grazia si è tolta la vita con un fighe di sette mesi in grembo. Non ha cancellato solo la sua. Ha punito anche queha che doveva venire, e quelli che la aspettavano. L'antropologa Sarah Blaffer Hrdy dice che l'istinto materno non esiste, che è solo un mito che ci siamo inventati per assicurare noi stessi e le generazioni a venire. O forse, diciamo noi, perché accettare l'ineluttabilità di questo istinto vuol dire arrendersi aha sua potenza. Però, neha vicenda di Giusy da Manfredonia, c'è una cosa che hanno capito tutti. Che Grazia è rimasta da sola, in questa città di cemento e tratturi di pietre e terra nera buttati sul porto, con la sua piazza del Mercato per buoni e cattivi, con il suo cielo grigio senza speranze, con la storia di sua figha da raccontare come il peccato degh sconfitti. Un fighe è futuro, e lei non aveva più futuro. Poi, c'è sempre qualcuno che muore, e qualcuno che non se ne accorge neanche. La morte ha questo di terribile, che ti spiega quello che non serve più. «Era una bambina e io sapevo tutto di lei»: lo ripeteva quando si seppe dell'amante della figlia La Tamigna non na . . mai cercalo ai lasciare ja ritta II maritn ld U LLcl. 11 11 Idi I LU aCCOIteilO II paure Hi 1 ina HpìÌp Hi ip ut ui ia ucnc uuc ragazze aCCUSaie dZu^rinrir^r^niiK-yr aver muOttO VJ lUSy a pi Ui LI LUI I il V^Ubl tM II l IdbLd Sempre piU SOia Giusy Potenza, uccisa a 15 anni
Persone citate: Filomena Rita, Giovanni Potenza, Giusy Potenza, Grazia Mesi, Grazia Rignanese, Sabri, Sarah Blaffer
Luoghi citati: Bar Olimpia, Foggia, Manfredoni, Manfredonia, Potenza
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