«Mao, il più feroce criminale della storia»

«Mao, il più feroce criminale della storia» «Mao, il più feroce criminale della storia» Una biografia distrugge il mito del Grande Timoniere: «Fece la Lunga Marcia in portantina» Maurizio Molmari corrispondente da NEW YORK «Mao Tse-Tung, che per decadi esercitò un potere assoluto siilla vita eh imquaito della popolazio- ne mondiale, fu responsabile del- la morte di 70 milioni di persone, più di ogni altro leader del XX secolo». Inizia così «Mao, la sto- ria sconosciuta», una monumen- tale biografia di 810 pagine che fa a pezzi il mito del leader della rivoluzione cinese descrivendo- lo come im tiranno peggiore di HUter e Stalin. La scrittrice cine- se Jung Chang - ex Guardia Rossa ed operaia metallurgica emigrata in Gran Bretagna nel1978 - e il marito, l'accademico britannico Jon Halhday per diecianni hanno raccolto testimonian- ze dirette e documenti ineditiscontrandosi al momento dellapubbhcazione con la censura diPechino e quindi sceghendo i tipideUa Alfred Knopf di New Yorkner far arrivare neUe librerie ilza per testimonianza, ogni affermazione Chang e Halliday fanno rivelazioni a pioggia. Il partito comunista cinese non nacque nel'1921-come generalmente siritiene - ma un anno prima ed a fondarlo non fìi Mao bensì due agenti dei servizi segreti sovieti- ci; un russo di nome Nikolsky ed un olandese chiamato Maring, che aveva dimostrato affidabili- tà a Mosca come agitatore nelle Antille Olandesi. Alla prima riu- nione parteciparono tredici per- sone, nessuna era un contadino, ed il baffuto Maring fece il discor- so principale, parlanndo per di- verse ore, sempre in inglese. In quella fase iniziale il 94 per cento del bilancio del Pcc arriva- va da Mosca e Mao riuscì a farsi spazio presentandosi al Cremh- no come il più ossequioso dei servitori, arrivando a scrivere un telegrainma che recitava: «L' ultimo ordine ricevuto dal Co- mintem era così straordinario cjie ^ ^ ^atto saitare ^ gj0ja per 300 volte». Celebrato daha mitologia uffi- ciale cinese come un grande lea- der dei contadini ed un superbo stratega militare, Mao emerge piuttosto come un tiranno spiata- to. NeUe lettere inedite scoperte negh anni Novanta, la seconda moghe Yang Kaihui - uccisa da un rivale pohtico nel 1930 - si lamentava per la brutahtà del marito. «Sono stanca di sentirsempre dire "uccidere, uccidere, uccidere"". A temerlo di più era- no i soldati deUTEsercito popola- re perché un quarto di loro - secondo i documenti citati - ven- ne massacrato durante il maoi-smo, spesso usando come meto-do di eliminazione l'inserimento dibarre incandescenti nel retto. Durante la Lunga Marcia, ini- ziata non per mobihtare le mas- Se ma in quanto il generale nazio- nahsta Chiang Kai-shek spinse i comunisti a intervenire neUe prò- vince ribelli del sud-est dove aveva timore di mandare i prò- pri soldati, Mao quasi mai cam- minò a piedi facendosi piuttosto portare a spalla su un'apposita lettiga fatta con legni di bambù, Mao stesso lo raccontò dicendo che «durante la Lunga Marcia stavo steso su una lettiga e legge- vo, leggevo molto». I portatori erano contadini che quando si trovavano a scalare le montagne dovevano procedere sulla neve muovendosi sulle ginocchia e lasciando spesso la propria car- ne sul terreno. Una deUe più note battaglie della Lunga Marcia av- venne sul ponte Dadu con un attacco suicida che costò la vita a molti comunisti ma gh autori citano prove relative a tutti i 22 protagonisti di quell'attacco, af- fermando che nessuno venne ferito mentre tutti ebbero in premio medaghe dell'Ordine di Lenin. Costantemente girato verso Mosca, Mao vide con favore il patto di non aggressione nazi-so- vietico del 1939 augurandosi per la Cina la sorte della Polonia ovvero la spartizione a seguito di un'invasione di Stalin da cui contava di uscire trionfatore. A Seconda Guerra Mondiale finita Mao spinse la Corea del Nord ad attaccare il Sud e la scelta di inviare i propri mihtari al fronte nel 1952 si dovette da un lato aUa volontà di decimare i reparti ancora di fede nazionalista e dah'altro ad un baratto con Mo- sca: in cambio dei soldati cinesi morti combattendo gh america- ni Mosca avrebbe fornito a Pechi- no aiuti in tecnologia. Negh anni Cinquanta iniziò a teorizzare la carestia di massa, ovvero la più grande strage del Novecento. Voleva educare i contadini a mangiare di meno per risparmiare risorse: se ogni cinese consumava 200 kg di grano l'anno Mao era convinto che 140 kg erano ben più che sufficienti ed in alcuni casi ne sarebbero bastati appena 110 kg. Durante una visita a Mosca offrì il sacrifi ciò deUe vite di 300 mihoni di cinesi in nome del comune svi luppo socialista e nel 1958 ammi se che «metà deUa popolazione può morire» a causa dei lavori imposti dal Grande Balzo in Avanti. Nei quattro anni seguenti circa 100 mihoni di contadini furono obbligati a costruire un complesso di dighe, riserve idriche e canah artificiali scavando una quantità di terra pari a 950 volte quella necessaria per la realizzazione del Canale di Suez. Ed adoperando sempre e solo picconi, vanghe e martelli. La rivoluzione culturale avrebbe aggiunto al terrore il caos. Ouando il 16 ottobre del 1964 Pechino riuscì a far esplodere la prima atomica Mao gioì al punto da comporre una poesia autografa: «La bomba atomica esplode quando le viene chiesto, che gioia infinita!». A tutto questo vi sono da aggiungere le congratulazioni a Poi Fot per lo sterminio dei contadini cambogiani, i finanziamenti a Fidel Castro, all'Albania di Enver Hoxa ed alle guerriglie in Africa, l'abbandono del Che Guevara ri- tenuto un rivale in popolarità, la repressione con ventimila soldati in Tibet contro i monaci del Dalai Lama e i flirt accennati in pubbhco con Imelda Marcos, moghe del dittatore filippino. Nelle ultime pagine gh autori smontano anche la tesi che l'ultima moghe Jiang Qing lo avesse «manipolato» e descrivono invece con minuzia di dettagli la scelta di Mao di non curare Zhou Enlai all'inizio degh anni Settanta - quando si scoprì che aveva un tumore - per evitare che potesse sopravvivergli diventandone l'erede. L'epilogo del volume è in poche righe: «Il ritratto e la salma di Mao ancora dominano la Piazza Tiananmen nel cuore della capitale cinese, l'attuale regime comunista si dichiara erede di Mao e ne perpetua con fierezza il mito». --^j---. //Cf-»f-i/-) c+i if-» H ?..^?.r^Pr? ni ipIIp narnìp tjUclic pdlUlt: .^....™.™™™........™...™.™.™ULLIUclt;, ULLIUcIfc: » Z//V. Z 7^ 7 'V * 7 7 Vi ' h 'v '7'V 7 7 .'7 ÌÌ-ÌÉÉÉP^' ^ t ' '7 Z /7 77 Z Z Z Z 7^^/77 Z/V'/V/^/V;/;^/. .7 , ,* ! ! ' f-.' ,' l, f ,' .' ! :. ; ,' , : ; y } { ì Jgm WTf' '71^|^VV Z Z Z Z ì : Z Z Z .; Z Z I Lf-Ì lì t rt!.; /■Z .' ; .' .«' ./. .•';/ ," ' : .' Z Z Z : ,' ! ì f : : ,: ; ,: ; ; : .JM [B^^ ^ ' J M Wt ' /- Z ]' ' ' - - . ' ^ ' ''- /. .: J Z /, /-i' Z t':i Z Z f Z Z ■'' Z Z Z j f.'i : « v 7 Z •i. yì. I ì v.v-' '' '' Z ^ ; /' «i i^^i ZZ ' Z i^ Br Z Z ,' . //■/'Z'» .* Z .' ,* 1 ' f ! : fi .' ' i' ;''«' t l ' l't/ìt . « t»' (-' .' ^ ,* ^ •' .' . ,' l J ' t V ..' 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