Bondi: ma l'attacco a 3 punte farà gol

Bondi: ma l'attacco a 3 punte farà gol IL CASO IL COORDINATORE NAZIONALE DI FORZA ITALIA GETTA ACQUA SUL FUOCO DELLE POLEMICHE Bondi: ma l'attacco a 3 punte farà gol intervista UGO fl/lACRI ROMA Onorevole Bondi, Pier Ferdinando Casini vi sfida. Ieri sulla Stampa ha detto: non farò sconti a Berlusconi... «Mi è sembrata una riflessione lucida e convincente. Con la nuova legge elettorale, ciascun partito conterà i propri voti fino all'ultimo e misurerà i propri consensi senza forzature o distorsioni. Oggi ci troviamo tutti nel mare aperto della politica. Può essere un bene, se i partiti ritrovano le loro motivazioni più profonde. Una competizione su questo piano non può che essere salutare per l'intera coalizione». Questo in teoria. In pratica, Casini e l'Udc avranno il problema di mostrare che non sono vostri sudditi. «Secondo me siamo nelle condizioni più favorevoli per sviluppare un'azione unitaria e al tempo stesso capace di parlare linguaggi e sensibilità diverse. Ripeto: non è un limite, bensì una forza sulla quale dobbiamo puntare più decisamente. Ciò vale anche, sotto certi aspetti, per la stessa Forza Italia». Il presidente della Camera ha già annunciato che di cambiare la par condicio non se ne parla. Non sarete caduti dalla padella (Follini) nella brace? «Senta, che la par condicio sia una legge capestro e un trucco per mettere il bavaglio solo ad una parte politica lo hanno compreso anche i bambini. La sinistra ha iniziato ima colossale operazione mediatica tesa a denigrare la figura, l'immagine e il ruolo istituzionale del premier. E' l'applicazione in grande stile dell'impar condicio (qualcuno l'ha addirittura chiamata la marx condicio)». Dove vede, scusi, questa disparità? «Nella diretta tivù di due ore concessa a Prodi da Piazza del Popolo, nella trasmissione di circa tre ore di Celentano. E poi Biagi su "Primo Piano" a Rai 3, Fassino su Canale 5 a C'è Posta per te... Allora mi chiedo: perché limitare gli spazi televisivi al movimento che nelle ultime Politiche ha raccolto il consenso di un elettore su tre?». I vostri alleati temono di essere schiacciati dalla propaganda herlusconiana... «E' falso che una revisione della legge sulla par condicio avvantaggerebbe noi. Semmai consentirebbe una competizione dagli esiti imprevedibili e non scontati. Sicuramente av- vicinerebbe i cittadini alla vita politica. D'altra parte, se non ci saranno spiragli di riflessione comune, noi lavoreremo per escogitare tutti i canali possibili per comunicare con i nostri elettori. Come del resto abbiamo fatto efficacemente anche in passato». Nella Casa delle libertà, avverte Casini, corriamo in tre: io, Berlusconi e Fini. Sembrava che il nodo della leadership fosse sta¬ to sciolto una volta per tutte, e invece... «Vuol dire che Casini, come noi, ha superato ima volta per tutte il tormentone delle primarie. La nuova leadership verrà decisa dagli elettori. E il pronostico è scontato, non le pare? Si è aperta una fase nuova e dinamica che porterà ad un soggetto politico unitario in cui il ruolo di ciascun leader sarà determinato anche dall' esito delle prossime elezioni». Peccato che, secondo Casini, il partito unitario sia ormai solo una rassicurazione agli elettori circa la vostra volontà di restare insieme... «Noi al partito unitario ci crediamo. Oggi sono in molti a rivendicare questo progetto, ma fu Berlusconi a prefigurarlo prima di altri. Il Presidente ha questa capacità di preveggenza che spesso disorienta anche noi che gli stiamo vicini...». Non teme che il ritorno al proporzionale si risolverà in un «rompete le righe» collettivo? «Il rischio è scongiurato dal premio di maggioranza e dalla nostra maggiore coesione ideale rispetto alla sinistra. Comunque il vero antidoto sta nel valore degasperiano della leadership nazionale, che Berlusconi incarna in maniera formidabile». Davvero lei ritiene, come Casini, che una Casa delle libertà a tre punte contro una sola (Prodi) del centrosinistra, vi dia più speranze di vincere? «Noi vinceremo perché le tre punte possono fare goal avendo un solo programma, una alleanza coesa, una identità riconosciuta e riconoscibile. Prodi è invece un leader solo, senza un vero partito, ostaggio dei Ds e della Margherita, che oggi si uniscono nel Listone e domani si divideranno in Parlamento nei loro rispettivi gruppi. Una farsa già vista con le elezioni europee quando costruirono la lista unitaria per poi liquidarla una volta incassato il voto degli elettori». La sicurezza «Vinceremo noi perché gli altri hanno un leader solo, noi ne abbiamo tre ma con un unico programma» Il coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi

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