Il Dalai Lama medita tra gli scienziati di Claudio Gallo

Il Dalai Lama medita tra gli scienziati LA POLEMICA. OSPITE D'ONORE FRATREMILA STUDIOSI, MA ALCUNI PROTESTANO Il Dalai Lama medita tra gli scienziati Dalle palafitte allo Shuttle, Tnoino è ipnotizzato dai misteri del rapporto corpo-anima Claudio Gallo : La Società americana di Neuro- scienze ha deciso di festeggia- re in grande i suoi 35 anni. Tra l'S e il 12 novembre, trentami- la scienziati da tutto il mondo sciameranno a Washington per celebrare lo studio della poltiglia grigia che dovrebbe distinguerci dalle bestie. Forse per gettare un titolo un po' divertente in un mare di dottis- sime conferenze «sull'intesti- no dei vermi intestinali», apri- re i lavori una discussione su scienza e meditazione con il Dalai Lama come ospite d'ono- re. Bella idea che però i più osservanti nella chiesa scienti- sta non hanno gradito: che ci fa tra noi un monaco pelato Sg0 ?ciSSe?ii0 dS Jianguo Gu, neuroscienziato dell'Università della Florida, ^fo^ri^efSS pSeSaTlufsSSe8?! contati numerosi. Poi qualche malpensante ha fatto notare che Jianguo Gu è cinese, come molti dei firmatari: e se c'en- trasse più la politica che la scienza? Più l'odio di Pechino per Tenzin Gyatzo che il meto- do scientifico? Comunque sia, il sasso è gettato e la meditazio- ne è entrata, un'altra volta, nel salotto buono della scienza. Sciamani, yoghin e fachiri hanno da sempre usato (o così era bello credere) il loro corpo come un vestito da mettere, togliere e appendere a piace- re. Dalle palafitte allo Shutt- le, l'uomo è ipnotizzato dai misteri del rapporto corpo- anima che nell'era della psico- logia si chiama corpo-mente. L'album fotografico di ieri ci mostra gli Anni Sessanta e Settanta in piena moda psiche- delica, cercare di evadere dall' asfittica diade capitalistica di lavoro e tempo libero attraver so le «Porte della Percezione», Allora i neuropsichiatri giap ponesi Kasamatsu e Hirai mi suravano le frequenze cere brali dei maestri zen e Swami Rama meditava alla Fondazio ne Menninger di Topeka, in Kansas, collegato a spirografi, encefalogrammi, cardiografi, Di quella stagione folgorante e velleitaria, sono rimasti sfo cati ricordi, un po' caricatura li, ancora nello stile dei «Vaga bondi del Dharma» di ' Ke rouac. Negli Anni Novanta si ripro- vò a mettere insieme scienza e meditazione alla Harvard Me dical School con il simposio «La scienza della mente: un dialogo tra Oriente e Occiden- te» che si tenne il 24 marzo 1991 al Kresge Auditorium del Mit con la partecipazione del Dalai Lama, Gli esperimenti furono de- scritti nel libro a più mani, curato da Daniel Golemanl e Robert Thurman, papà della bionda Urna, «La scienza della mente» (tradotto da noi dalla piccola editrice buddhista Chiara Luce). Il cardiologo Herbert Benson ricorda che cominciò a incontrare il Dalai Lama alla fine degli Anni 70, incuriosito specialmente dalla tecnica del «gTummo», una meditazione che permette a certi monaci tibetani di accrescere la temperatura corporea fino al punto da riuscire ad asciugare una coperta bagnata messa ad avvolgerli. Per un'elegante coincidenza il loro primo incontro avvenne nella Dana Palme House di Cambridge, la casa dove William James concepì la sua visione di un universo pluralistico. Partiti dall'idea di verificare come le emozioni possano influenzare la pressione arte¬ riosa, i medici di Harvard si trovarono a studiare dei tizi che se ne stavano seduti immobìli e silenziosi con le gambe incrociate. Benson definì la meditazione attraverso il concetto di «reazione di rilassamento». Nel corso della pratica il metabolismo rallenta, calano frequenza respiratoria e battiti cardiaci. Diminuisce l'aria che entra ed esce dai polmoni, senza che ci siano mutamenti della percentuale di ossigeno nel sangue: le cellule consumano meno. L'acido lattico nelle arterie è ai livelli minimi, al contrario di quando si è stressati o ansiosi. Da allora gli strumen ti di analisi medica si sono raffinati e alla conferenza del prossimo novembre a Washin gton Richard Davidson,, dell' università del Wisconsin, pre senterà uno studio basato so prattutto su una nuova tecni ca di scansione in tempo reale delle attività cerebrali (Func tional magnetic resonance imaging). Quando i monaci si concen trano sulla compassione uni versale, spiega Davidson, pre sentano una notevole attività ^ri ^ nell'emisfero frontale sini- stro, assente nelle persone che non praticano meditazio- ne. Che la compassione abbia le sue stanze private nel cer- vello? Si chiedono i neuro scienziati. Grandi piccoli passi nel viaggio intorno all'ambiguità psicofisica di cui siamo fatti. una realtà che rimane ancora inconcepibile, sia sul piano fisiologico sia sul piano fisico, anche se la teoria dei quanti ha aperto nuove prospettive. Un mistero che si conferma, come scriveva il maestro bud- dhista del nono secolo Huang pò Hsi tun «troppo meraviglio- so perché noi si possa com- prenderlo». Quando i monaci tibetani ci rnnrQntranr. SI COnCeniranO presentano un'attività più intensa nell'emisfero f^J-sL cinic+rr» TrOmaie SiniSirO dil Shl il ii (^iànpnirAnni ^ottanta ^'a Nfciyil MI II 11 OGLLdllld i norirnncirhiatri I neUrOpSICniairl niannnnoci yi"|JKMJI l"-)l misuravano le frequenze cerebrali dei maestri zen Il Dalai Lama

Luoghi citati: Cambridge, Florida, Kansas, Pechino, Topeka, Washington, Wisconsin