Sulle orme di Evita Oggi in Argentina il voto vale un frigo di Emiliano Guanella

Sulle orme di Evita Oggi in Argentina il voto vale un frigo LE ELEZIONI MOGLI E SORELLE «PRESIDENZIALI» NEL SEGNO DELLA CLIENTELA Sulle orme di Evita Oggi in Argentina il voto vale un frigo Nelle stermmate periferie di Buenos Aires arrivano elettrodomestici, asfalto e assegni Emiliano Guanella aBUENOS AIRES l— nA Veronica di Ituzaingò la «stren- pna elettorale» ha portato una rlavatrice. Maria, che vive invece sa Fiorendo Varela con i suoi lquattro figh e una ventina di gnipoti, è stata più fortunata: per clei mille pesos da spendere sfo- zgliando il catalogo di un negozio tdi elettrodomestici. aCon le elezioni è tempo di nregali in Argentina, una pioggia rdi sussidi sociali più o meno dcamuffati e distribuiti nei quar- ptieri più poveri della sterminata pperiferia di Buenos Aires. Sono cdiverse le denunce di chenteh- Ismo affiorate nell'ultima fase ndella campagna che porta alle celezioni parlamentari del pressi- ' tmo 23 ottobre. Operazioni realiz- bzate alla luce del sole che vengo- lno giustificate come interventi mstraordinari in appoggio a fami- gHeT™ aifpiù attive in questo Msenso c'è la titolare del ministero ndi Azione sociale Alicia Kirchner, p^SSSSSSK mun mese i camion del suo dicaste- cro, erede diretto del Bienester jSocial gmdato nel secondo dopo- ^guerra da Evita Peron, percorro- fno le strade non asfaltate dellhin- terland bonaerense consegnando aelettrodomestici, mobili, mate- prassi, letti a castello, coperte. lenzuola e oggetti per la casa. Il ugovemo ha chiarito che si tratta pdiprogrammi già esistenti inseri- Fti nel Piano di assistenza critica dinterministeriale previsto nei ca- pitolati deUa spesa pubblica, «Non ci possiamo fare niente - ha trisposto stizzito e im po' ironico il capo di gabinetto Alberto Fer- mnandez - se la stampa se ne saccorge solo adesso». gLa Provvidenza pre-elettorale anon è cosa nuova tra i peronisti e Èad essa si affida anche Hilda a«Chiche» Duhalde, moghe dell'ex cpresidente Eduardo Duhalde, un ttempo regina incontrastata della gProvincia di Buenos Aires e oggi Tin guerra con la lanciatissima c«primera dama» Cristina Kirch- dner. Le due donne forti del pero- rnismo sono in hzza per im seggio c al Senato e hanno scatenato la lor0 rete ^ P1111*61'08' i hiogote- nenti incaricati di gestire i rap- porti clientelali con la base e raccoghere più voti possibih, co sti quel costi. Se nnn bastano le lavatrici arrivano direttamente gh assegni al portatore che ogni capofamiglia riceve dopo i comi zi con la promessa di fare proseli tismo tra famigliari, vicmi e amici. La hsta continua con azio- ni più tradizionah come asfalta- re le strade, gh aumenti ai salari dei dipendenti statah, la firma di progetti, convegni e grandi opere pubbliche. A volte si esagera come è il caso dell'assessore all' Istruzione deUa Provincia di Bue- nos Aires e candidato a deputato che ha fatto distribuire 200 mila tra penne, quaderni, compassi e ben 20 mila grembiuli nelle scuo- le elementari e medie quando manca poco meno di due mesi alla fine deUe lezioni per la pausa estiva. Difficile, quasi impossibile, uscire da questo sistema. Ci ha provato da anni Hector «Toti» Flores, ex dirigente di un gruppo di disoccupati organizzati che ha abbandonato i blocchi stradah per dedicarsi a im centro comuni- tarlo nel quartiere della Juanita a La Matanza. Con un milione e mezzo di abitanti La Matanza è il secondo centro urbano dell'Ar- gentina ma il suo nome non appare nelle statistiche ufficiale, È un non-luogo, un gigantesco agglomerato dove il 6007o delle case non ha cloaca e interi quar- tieri sono senza luce elettrica né gas. «Cinquant'anni fa - spiega Toti Flores - La Matanza era una città di classe media, di operai e di impiegati pendolari e dei lavo- ratori dei numerosi mattatoi di carne che gh hanno dato il nome, Qui venivano 8^ emigranti, in gran parte itahani e spagnoli. legati a doppio filo con Buenos p^es da cui dista solo trenta chilometri. Oggi rimane un posto di pendolari ma ad andare verso il centro sono soprattutto icarto- neros che girano in cerca di carta e stracci da riciclare». Dimentica- ta per gran parte dell'anno, sotto le elezioni La Matanza scopre una nuova primavera e diventa la nina bonita, coccolata dai partiti a caccia della sua dote di settecentomila voti, spesso deter- minante per capire chi vince e chi perde. «In zone come queste - continua Flores - il voto è privo di qualsiasi valore simbolico e si trasforma nell'unico debole stru- mento che la gente ritiene poter giocare nei confronti delle istitu- zioni. Molti vanno alle urne pen- sando a cosa mangeranno il gior- no dopo, sperando che vinca il partito a cui si sono affidati perché così potranno continuare a ricevere la borsa di riso o di farina, le medicine per gh anzia- ni o l'assegno sociale dato dal governo». Per poter finanziarsi il centro della Juanita ha dovuto ricorrere all'aiuto deUe ambasciate e di alcune fondazioni straniere. La sartoria è arrivata con una donazione della Svizzera, con la cooperazione canadese è stato rifatto il tetto dell'asilo infantile, con l'aiuto del governo tedesco è stato restaurato il forno. Vi ci gravitano centocinquanta famighe. Nel cortile è stata issata una bandiera argentina assieme a quelle del Paraguay, della Bolivia e del Brasile per includere i figh degli emigranti che vivono a La Juanita. Gh stranieri senza permesso di soggiorno arrivati ai tempo della parità del peso col dollaro hanno la peggio: non potendo votare, non servono alla logica del chentehsmo e non ricevono nulla. Per molti analisti il sistema di compravendita di voti è peggiorato notevolmente con l'esplodere della crisi sociale; con più poveri è maggiore la possibilità di perpetrarsi al potere con il sistema di favori-benefici. Un'indagine pub- blicata dal Clarin dimostra che buona parte del milione e mezzo di piani sociah elargiti dal governo va a capofamiglia iscritti in uno dei due partiti tradizionali, il giustizialista o peronista e il radicale. «Il chentehsmo - spiega il giornalista Jorge Lanata fondatore negh Anni '90 del quotidiano Paginal2, fustigatore della corruzione dilagante del governo di Carlos Menem - ha una lunga tradizione nella pohtica argentina. È un sistema oliato alla perfezione che risale ai tempi del generale Peron. Evita regalava scarpe da ginnastica, Nestor Kirchner Iha adattata ai tempi con i piani sociah. Con 150 pesos al mese, poco più di 40 euro, si controllano interi nuclei famigliari tenuti sull'orlo della sussistenza. Sopravvivono grazie a questo aiuto ma hanno pochissime possibilità di cambiare la propria situazione perché non riescono a trovare lavoro». Il paradosso dell'Argentina di oggi sta proprio nel contrasto stridente tra i dati macroecono- mici e quelli legati all'economia reale. Da un lato c'è la crescita stimata del Pil del 807o per il 2005, il boom deUe esportazioni agricole, la riduzione del debito pubblico. Dall'altra le statistiche sulla situazione sociale; il 420Zo della popolazione vive ancora oggi sotto la sogha della povertà, la disoccupazione è del 180Zo ma arriva al 400Zo se si considera il diffusissimo lavoro nero e rimangono alti i dati su mortalità infantile, denutrizione e abbandono scolastico. Il superavit fiscale che viene dalle royalties sui container di soia e di carne esportate verso i mercati asiatici non basta. Il presidente Nestor Kirchner, che cerca in queste elezioni una riconferma della sua popolarità in vista della presidenziab del 2007, assicura che l'onda lunga della ripresa sta per arrivare a tutti gh argentini. Ma ad aumentare, per ora, è soprattutto il divario tra i più ricchi e più poveri in ima sorte di adeguamento del paese alla realtà sociale latino-americana. La «golpea- da classe media argentina», come amano definirla gh scrittori e sociologi locali, stenta a riprendersi dalla crisi politico-istituzionale di quattro anni fa anche perché il costo della vita cresce con un'inflazione intomo al 6007o dal 2001 ad oggi. «È un po' quello che succede in Europa - sostiene Lanata - i prezzi sono aumentati fino ai livelli della parità del peso col dollaro ma i salari rimangano pressoché inalterati». Di tutto questo, sotto elezioni si parla il meno possibile. L'attenzione dei media è rivolta allo scontro tra Cristina Kirchner e Chiche Duhalde; un dueUo virtuale già che, comunque vada, entrambe hanno già assicurato un posto al Senato. Al centro comunitario de la Juanita non si fa campagna. «Chi viene qui spiega Toti Flores - sa che ognuno ha il diritto di votare chi vuole. I punteros ci tollerano proprio perché non ci mettiamo in pohtica. Se lo facessimo nel giro di un paio di giorni ci farebbe chiuderebbe». Molti \anno alle urne n - r.c ^.-.J,- -v rrte -j penSdnaO d C05d mangeranno il gbrno dopo cnoranHn rho uinra il jfJclaMUULIIc VIIILd II ^tinznncACMn^rizti fJdl UlUd (.Ul iliUHUdlllUdll p ll fi dU lii l 41 -x w Wf | l^^SB jy- |^ Ip, fìffiwr mK , i - ^ ^^ jkf' Ska. . . ^^s ^ Il presidenteargentino Kirchner con la moglie Cristina a un comizio elettorale L'ex presidente Duhalde con la consorte «Chiche»