LA POLITICA USATA DALLA TV di Giancarlo Dotto

LA POLITICA USATA DALLA TV DALLA PRIMA PAGINA LA POLITICA USATA DALLA TV Giancarlo Dotto che sei già a farti non meno allarmanti domande nel mondo Mediaset. Quel cartone animato che sfreccia nella sigla d'apertura non è Claudio Martelli in versione Speedy Gonzales? Sì che è lui, ora in persona, megho di Cucuzza, brillante conduttore di un nuovo talk notturno, abile a fomentare e poi a sedare la lizza sulla quota rosa tra la signora Melandri di qua e la signora Prestigiacomo di là. Sulla buona strada della fuga dalla pohtica e della televisione come perdizione, Irene Rivetti, l'ex pulzella di Montecitorio, è una spanna su tutti. Già passata a testa bassa dalla fase del latex sadomaso a quella del trash estremo in coppia con Platinette e ora, anima inquieta, a caccia di nuove identità. Aveva ragione la mamma di Andreotti che deplorava lo scapestrato figlio: «Ma quando la smetterai di fare lo scemo in televisione?». L'aveva scambiato per il suo prediletto Giulio, ed era invece quel meravighoso saltimbanco di Alighiero Noschese che, conciato da Andreotti, ballava, cantava, faceva appunto lo scemo in tivù. Il geniale refuso di mamma Andreotti anticipava i mala tempora in cui il pohtico itahano non avrebbe più avuto bisogno di un guitto alla Noschese per dare il peggio di sé. «O ti vedono, o sei morto». Nel nome della visibilità è la generazione del pohtico giulivo che avanza e si getta nella mischia, in fila per una comparsata da Chiambretti o da Biscardi. Tabù che saltano. L'ultimo, stasera a Canale 5, la sagoma di Piero Fassino che filtra con quel beve imbarazzo che un po' lo curva e molto gh dona, nel bazar del sentimentaccio dove c'è posta per tutti e dunque anche per lui. Prima scongelati e poi ammaestrati da anni di «Costanzo Show», hanno imparato a dialogare con Eva Robin's e Pappalardo, a tirare fuori le foto delia prima comunione, a mettere in piazza il loro amore per la compagna o il rottweiler, in qualche caso violentandosi e soffrendo le pene dell'infemo. Lo schizzinoso D'Alema che si condanna a raccontare dei figli e a cucinare risotti, coccolato dallo sguardo materno di Vissani. Il politico umanizzato dilaga e non è sempre un bel vedere. L'ex ministro Gasparri che surclassa se stesso e ogni possibile imitazione cantando a squarciagola in «Furore» con gh occhi fuori dalle orbite, come nelle feste di addio al celibato. Esibizioni che rasentano il suicidio mediatico. Gerardo Bianco che balla la macarena, Alfredo Biondi che gorgheggia a distesa «Tu sei romantica». Clemente Mastella in versione mandrilla che canta «Sex Bomb» ai «Raccomandati». Romano Prodi che scala il Pordoi in divisa da cichsta e rischia l'infarto per parare i colpi del Berlusconi sfrenato barzehettiere. Abbiamo visto Veltroni mimetizzarsi leggiadro tra le soubrette di «Quelh che il calcio», Storace inviato della Ventura all'Olimpico che le fa: «Chiamami pure governatore». Per non dire di quelli come Pecoraro Scanio e Ignazio La Russa, talenti naturali, showmen prestati alla politica.