E il computer svelò il volto della schiava

E il computer svelò il volto della schiava SECONDO CLASSIFICATO E il computer svelò il volto della schiava LATECNOLOGIA INFORMATICA MESSA AL SERVIZIO DI UNA SCOPERTA ARCHEOLOGICA PRESSO POMPEI Francesca Sasso (*) LA storia deh'anceUa e della città in cui visse è legata a quel monte aUora coperto di viti. L'adolescente aveva già vìssuto nel 62 d.C. U timore che incute U terremoto, come ci racconta Seneca. Città come Ercolano, Napoh e Nocera, dopo quel 5 febbraio mostravano rovine, e nessuno, neanche la nostra fanciuha, poteva immaginare ciò che sarebbe successo di lì a poco. Molti pensavano che una tale sciagura fosse avvenuta perché nel cielo era comparsa una cometa, considerata auspicio negativo. La città di Pompei si impoverì, e intere regioni restarono disabitate in attesa di essere ricostruite. Nel 04 a.C. un altro terremoto fece fuggire Nerone da Napoli e distrusse il teatro; e ancora nel 68 a.C. un altro riuscì a spostare l'uliveto di Vetio Marcello. Poi ecco che il 24 agosto del 79 d.C. U Vesuvio eruttò: la gente respirava polveri e gas tossici, e sì ritrovò coperta da un manto di pomici. E'aMo,il porto sul fiume, luogo di ricchi mercanti dove la bellezza delle schiave veniva acquistata con doni, che durante la ricerca di tracce della la storia nel terreno, la schiava tornò alla luce con lunghi capelli neri, un cordone d'oro di due chilogrammi, bracciale a sfere unite, e intomo agli avambracci due serpenti anch' essi d'oro e con occhi di rubino. Il tesoro colpì la fantasia. Quei resti potevano essere di una donna e quei doni un tributo alla sua bellezza. Ma chi era? Una schiava alla quale qualcuno, volendo affermare il suo amore o il suo potere su di lei, aveva regalato i due serpenti d'oro con una iscrizione (considerata la prima dedica incisa) che diceva "Dominus ancillae suae". I ricercatori hanno pensato che quei frammenti potessero essere rimessi insieme e con le tecniche di modellamento virtuale sono riusciti a far rinascere i lineamenti di chi era sparito nel tempo. Così i computer hanno cominciato a ridare vita alla schiava. Del resto, già gli anatomisti di due secoh fa ritenevano che le stesse fattezze ossee degli antichi pompeiani fossero conservate in un gran numero di persone che abitavano ancora quei luoghi. La schiava conservava intatti i denti e parte del viso nella ricostruzione; così sono state raccolte immagini di volti e di crani "moderni" consultando una raccolta in database ed è stato possibile ritrovare in quelle donne dati simili a quelli dell'ancella. A quel punto il viso più simile al suo è stato corretto al computer facendo corrispondere i tratti principali, tramite la misura della similarità fra la donna pompeiana di oggi e quella del 79 d.C. I tratti semplici del volto hanno vestito i suoi resti attraverso un complesso algoritmo, e il computer li ha adattati a quanto il passato ha restituito. Le immagini dei dipinti hanno suggerito quali potevano essere gli abiti e come potevano essere acconciati i capelli. AUa schiava sono stati attribuiti due occhi scuri, affini ai capelli neri, e ora il suo sguardo può tornare a rivolgersi verso il monte. (*) Liceo classico «Genovesi», Napoli

Persone citate: Francesca Sasso, Nerone, Nocera, Seneca

Luoghi citati: Ercolano, Napoh, Napoli, Pompei