Al Bano

Al Bano L'ITALIA SCEGLIE LUI L'80% DEGLI OLTRE 8 MILIONI DI INTERVISTATI CONDANNA LOREDANA Rs Al Bano I Vii \\J\ \\Z\ IL/lvJvJICI vJvZTI vJL/f ILCIvJli IL/ LV •^ P" |' 'jL ^ I' ' ' I' i i /N^ //l—/^Vll^lT^W ~ì\ OI\ZrMr"7l^ IK^ r*tlirf\TTrS VJCI \M dlN-ILCT" Cll UIVVJI Z^IKJ I I UIIVirLlQ la storia BRUNOVENTAVOU inviato a CELLINO SAN MARCO (Brindisi) Otto milioni e 649 mila persone mercoledì sera hanno guardato l'Isola dei famosi. E l'hanno fatto soprattutto per vedere Albano Carrisi (sì, perchè adesso non è più Al Bano come ai vecchi tempi) alle prese con l'ennesima lite mediatica con la «sua» Lecciso. Stavolta forse le cose sono più gravi, perché l'abbandono sembra definitivo. Ma la massa di telespettatori sintonizzati sull'evento resta comunque un dato impressionante («che fa riflettere?»). Così come il plebiscito a suo favore nella coppia scoppiata. Oltre l'ottanta per cento dell'Italia si schiera dalla sua parte. Una maggioranza più che bulgara. Trasversale tra maschi e femmine, buonisti e cattivisti, casalinghe e intellettuali, nordisti e sudisti. Lui la voleva tutta per sé a far la madre e la moglie mentre lei aveva voglia di andare in tv: non era libera di farlo? Lui la sgridava per aver partecipato all'orrida «Fattoria» e ora se ne va sul!' «Isola dei famosi))? Non ha un po' di ragione anche lei? Sì, ma meno del 2Wo. L'Italia che boccia bipartisan le quote rosa in parlamento è compatta col cantante. «C'è un po' di Albano in tutti noi», disse in diretta tv la Lecciso stessa. Forse aveva perfettamente ragione. Albano è tutti noi. Oggi, più che mai. Più che ai bei tempi in cui era una star dominante nella musica leggera. A Cellino San Marco, patria di Albano, manco a dirlo, sono graniticamente con lui. Il paese, 50 metri sul mare di Puglia, tranquillo e sereno, ha circa 6800 anime, (nessun extracomunitario, a parte una decina di badanti rumene), ottime olive nere, una piazza principale che è il cuore della vita paesana. In pochi metri quadrati si condensa il sudoku di circoli culturali, bar, sezioni di Ds, Margherita, Forza Italia, An. Nel primo pomeriggio l'aria è deserta, sonnacchiosa, tutto è chiuso. La gente lavora nei campi. Man mano che il tramonto s'avvicina la piazza si riempie di gente, di chiacchiere, di partite a Scopa, Briscola, «Tre chiamate». Nessuno lì per lì vuole parlare del divorzio Carrisi-Lecciso, dal sindaco al barista, preferiscono mantenere discrezione sulla questione privata, anche se - interamente e volutamente - di dominio puhi)lieo. Ma basta insistere un po'. «Albano è imo di noi, ha ragione». «Voleva una famiglia e dei figli, quella lì solo mostrare le gambe». ((Albano è una persona semplice, viene in piazza vestito da contadino e parla con tutti. La Lecciso? Qui non s'è mai vista e ha detto che non sappiamo manco leggere». «Romina non era così, Romina ogni domenica veniva in chiesa con i figli quando erano piccoli». Il parroco, don Cosimo è qui da due settimane, non conosce personalmente i protagonisti dello scandalo mediatico, raccomanda solo maggiore discrezione cristiana. Cellino San Marco è un luogo tranquillo che vive d'agricoltura. Nell'aria c'è l'odore del vino, del pane, della terra. I campi perfettamente pianeggianti sono un'immensa, ordinata, falange di ulivi. In mezzo soigono le ((Tenute Albano Carrisi», dove Albano vive come un contadino. Da sempre. Gira il mondo a cantare, poi si rintana tra le sue viti, i suoi trattori, le sue pietre, la sua fami- gha (che ogni tot lustri si sfascia). Una parte dell'immenso podere è un idillio d'agricoltura mediterra- nea. L'altra è aperta al pubblico e s'ispira alla peggiore America. Si chiama «Cu'tipitrizzilandia», Ha un ristorante, un agriturismo cìn- to da finte mura merlate che spuntano kitsch dal verde secola- re come le gambe della Lecciso dall'abitino troppo corto. Escur- sioni boschive, giri in trenino, covo dei briganti, gonfiapark, ani- mazioni, casetta sull'albero. Se provi a chiedere a un lavorante, cosa pensa della telenovela senti- mentale ottieni solo silenzi imba- razzati, come se avessi chiestodove s'annida Al Zarkawi. Oltre quarant'anni fa, il giova-ne Umberto Eco, in vena di diver-tirsi con le cose minime del mon-do, scrisse la fenomenologia diMike Bongiomo. Il presentatoreaveva successo perché era il nulla(e «ignora la dimensione tragicadella vita»). Albano, invece, è tut-to (e sa perfettamente cos'è latragica banalità della vita). Bastaleggere k sua straordinaria canìe- ra, da umile contadino pugliese astai-da milioni di diselli. Resiste nel tempo e allarga il consenso. Romina la ((Prima Notte d'amore» (Lei- «piano, piano amore mio, la tua donna sono io»; lui: «piano piano amore mio, il tuo uomo sono io») mentre mezzo occidente pensava a rivoluzionare il mon- do, la società, la sessualità. Lui guardava negh occhi melenso la sua mogliettina. E intanto arriva- vano gli anni di piombo e gli euromissili e le piazze che scop- piavano di rabbia. Lui aveva enor- me successo nella musica leggera. ma i suoi testi, come dire, non interpretavano esattamente lo zeitgeist del momento (erano un tantino retro?). Allora erano una debolezza trash. A lungo andare si sono rivelati una forza. Perché la «Nostalgia è sempre canaglia»? «Felicità» è una delle canzoni che l'umanità meglio conosce e più ama canticchiare. È anche la canzone più parodiata, le parole originali si possono praticamente cambiare con qualunque altro vocabolo della nostra lingua. Puoi trasformarlo in una versione le- ghista o boccaccesca. La melodia regge benìssimo. Con effetti sem- pre esilaranti. Albano è la stessa cosa. Anche luì si può adattare a qualunque epoca e circostanza perché è sempre uguale a se stes- so. Negli anni della guerra freddis- sima era a suo agio a San Remo come nella Russia comunista. C'è una foto meravigliosa di lui con Romina e i figli sulla piazza Rossa, sorridenti, abbracciati, apochi metri dalla mummia di Lenin. Puoi guardarla cento volte e non riesci a capire se è una vittoria del malvagio comunismo o della me- lensa,ggine liberista, Sullo schermo, nei dimenticabi11 film canori tagliati su di lui, poteva essere uno studente povero e volenteroso, o persino liszt (Romina si adeguava, diventan do, all'occorrenza, unaprincipes sa ungherese). Cantava ramanti co nella Rai ingessatìssima del monopolio, oggi affronta separazioni seminudo come un naufra go, nella tv dei reality eccessivi. Sempre con i capelli inattuali, sempre con gli occhiali grossi. Tenace come un ulivo nodoso della sua terra. E' stato l'altra metà di Romina, l'ha baciata quando lei aveva sedici anni. La loro fuitina è stata il set "Nel sole" (nel cast c'era anche la snobissìmafuturasuoce- ra Linda Christian). Insieme han- no fatto 26 album e 9 film, dando vita a un'icona improbabile. Al- l'improvviso la favola è stata vio- lentata dalla vita vera, con la tragedia della figlia Ylenia. E quando la coppia da Mulino Bian- co è naufragata per Albiio earrivata la simpatia, l'apprezza mento, il successo globale. Anche l'Italia liberal e colta ha cominciato ad apprezzarlo. Non era più solo il maschilista che rinchiude va Romina nella masseria a guar- dare le galline. Albano è mediatico. Ma anche conladino, sinceramente contadi- no. Sull'etichetta del suo vino Don Carmelo, un rosso del salen- l0' scrive: «Quando ero piccolo Don Carmelo, mio padre, mi por- tò a^a vigna e mi insegnò a liberarla dalle erbacce "Se dai alla Terra, la Terra ti darà", mi diceva, cosi ho capito che prima ancora del vino, dalla vigna ti veniva un delsudìn fatto di femmine. Ma sa essere fiero e freddo come un islandese di fronte alle consorti sempre tentate dal trash. Anche lagiovanissimaRominasispogliò nuda - peccato veniale - nel pessi- mo«Justine ovvero le disawentu- re della virtù» dell'ancor più pessi- mo Jess Franco. Quando lei l'ha tradito, molti anni dopo, lui, sem- plicemente, se n'è andato. Quan- do ha appreso in diretta, dall'«Iso- la dei famosi», che la Lecciso lo mollava, avrebbe potuto vomita- re tonnellate di insulti. Invece è stato dignitoso e composto, «Le faccio i migliori augiui» ha detto, un modello per chi vorrebbe cam- biare la nostra costituzione. La sua frase mitica è «Ho com- prato un biglietto per Parigi (leg- gi: ho scelto Loredana Lecciso) e mi sono trovato a Baghdad in piena guerra». Essenziale e folgo- rante come un verso dell'Ecclesia- ste sulla dissennatezza umana. I concittadini raccolti sulla piazza dì Cellino scuotono la testa. S'è fatto fregare come un «turdu». Sarebbe bastato guardare con più seimo quella tempesta ormonale della Lecciso per rendersi conto all'istante che sarebbe arrivato uno tsunami di problemi. Invece no, Albano, nonostante la scorza contadina, nonostante quasi qua- rant'annì dì esperienza nella giun- già dello spettacolo, nonostante ì probabili consìgli della saggia mamma Jolanda, ha scelto il peg- gio. Forse è proprio questo die rende Albano uno di noi. Sa dov'è il peggio. E ci si tuffa dentro. Non è l'unico che s'è ritrovato a Ba- ghdadìnunmaredìguaì I concittadini raccolti sulla piazza del paese-, scuotono la testa «Si è fatto fregare comeun"turdu"» «E'uno di noi, ha ragionevoleva una famiglia' Romina era di^rs^;^;^;;^a domenica veniva spesso in chiesa» ^■^h ^| ^^^ jM ^/v^H j w ^|B ^Pj» ; ^H .* ^^^^^^tI IL^..: .J- J**?"--'/M B Wi-JÈ Albano Carrisi, in una foto di qualche anno fa, sul prato della tenuta di Cellino San Marco Rìnnrafia DlOyialla Albano Carrisi è nato, a Cellino San Marco in provincia di Brindisi il 20 maggio del 1943. Fin da piccolo ha dimostrato una . profonda vocazione per la musica, tantoché a 18 ^ anni, seguendo l'esempio di Domenico Modugno, decide di trasferirsi a Milano per realizzare il suo sogno di successo. Per mantenersi svolge! mestieri più umili, fa anche il muratore e dorme nei cantieri dei palazzi che contribuisce a costruire. Rispondendo a un annuncio del Clan Celentano» firma il primo contratto con la loro la casa discografica, sceglie il nome di'arte di Al Bano e finalmente nel 1967 incide il suo primo 45 giri, lo storico «Nel sole». Dal disco viene tratto un film e sul set conosce Romina r Power che sposa il 26 luglio del 1970 e dalla quale avrà 4 figli. Con Romina inizia un sodalizio artistico che durerà 23 anni, fino ai divorzio del 1999.