«Cryosait» addio alla spia dei ghiacci

«Cryosait» addio alla spia dei ghiacci LANCIO FALLITO «Cryosait» addio alla spia dei ghiacci Giancarlo Riolfo POCHI giorni fa salutandoci all'aeroporto di Mosca ci aveva detto: «So che è in buone mani». Era tranquillo, Duncan Wingham, professore della London University e "papà" di CryoSat, il satellite dell'Agenzia Spaziale Europea destinato a misurare gli effetti del riscaldamento del pianeta sui ghiacci polari. Sabato scorso, puntuale, alle 17,02 il vettore russo Rockot con la navicella si è sohevato dal poligono di Plesetsk, 800 chilometri a Nord di Mosca. Tutto regolare per i primi minuti di volo, poi la doccia fredda: nessun segnale dal satellite. Qualche ora più tardi, alle 21, la conferma inficiale: il lancio è fallito e Cryosat è precipitato al largo della Groenlandia, non lontano dal Polo Nord. Secondo le prime ricostruzioni, l'incidente è stato causato dal mancato spegnimento al momento previsto del secondo stadio del Rockot, lanciatore realizzato modificando uno dei 150 missili balistici SS 19 disarmati dai trattati di riduzione dehe anni nucleari. Il guasto ha impedito la separazione e l'accensione dello stadio superiore. CryoSat era la prima dì una nuova serie di missioni a basso costo dedicate allo studio della Terra e realizzate nell'ambito del programma "Pianéta vivente" dell'Agenzìa Spaziale Europea. Per almeno tre anni la navicella avrebbe dovuto misurare estensione e spessore dehe calotte che ricoprono le terre e il mare. Capire sei ghiacci polari sì stanno davvero scioghendo - e di quanto - è indispensabile per prevedere i cambiamenti del clima. Non soltanto gh effetti del riscaldamento globale dovrebbero manifestarsi in modo evidente in queste regioni, ma un'eccessiva diminuzione dei ghiacci potrebbe avere a sua volta effetti dirompenti. Le calotte polari hanno un ruolo fondamentale nella regolazione del clima dell'intero pianeta. Innanzitutto, riflettono r8007o dei raggi solari: una riduzione della loro superficie comporterebbe di per sé un maggior assorbimento di calore da parte del suolo e dell'acqua. Inoltre, la variazione stagionale dell'estensione del pack - ogni anno, durante l'estate artica, si scioglie per poi tornare a ghiacciare un pezzo dì banchisa grande come l'intera Europa - è uno dei fenomeni che govemano le correnti oceaniche. E non bisogna dimenticare che lo scioglimento dehe calotte polari porterebbe ad un sensìbile innalzamento del livello del mare. Ma dì quanto si staono riducendo ì ghiacci polari? Oggi dare una risposta è impossibile. Le informazioni a disposizione degh scienziati sono insufficienti, se non contraddittorie. "Negli ultimi anni - ci aveva spiegato il professor Wmgham - le osservazioni hanno evidenziato ampie zone in cui il ghiaccio s'assottìgha, mentre in altre cresce di spessore. Le conoscenze in nostro possesso non permettono ancora di costruire modelli matematici adeguati, anche perché gh elementi in gioco sono molti. Qual è il molo del riscaldamento dell'aria e quale dell'aumento della temperatura dell'acqua? Come agiscono ì venti e le correnti? Qual è la natura del suolo sotto la calotta antartica? La cosa più urgente, in ogni modo, è riuscire a monitorare costantemente ì ghiacci polari. E data la vastità dehe regioni, nonché le difficili condizioni climatiche, l'unico modo per riuscirci è l'osservazione dallo spazio". Da un'orbita a 700 chilometri dalla Terra inclinata di 88 gradi sull'equatore, CryoSat avrebbe dovuto sorvolare m continuazione le calotte dei due Poh, misurando mediante il radar-altimetro di bordo estensione e altezza dei ghiacci con l'approssimazione di circa un centimetro. I dati, raccolti dalla stazione di Kiruna, in Svezia, ed elaborati dalTEsiin di Frascati, sarebbero poi stati confrontati con quelli raccolti dalle missioni scientìfiche che operano nehe regioni polari. Non sappiamo al momento se, per altre missioni, l'Agenzia Spaziale Europea deciderà di costruire un altro satellite identico a quello perduto o se preferirà affidare le stesse osservazioni a un altro progetto. Certo la comprensione dei cambiamenti climatici e dehe loro cause, siano esse naturah o legate alTinquinamento, è qualcosa che interessa non soltanto gh studiosi, ma il futuro di tutti noi.

Persone citate: Duncan Wingham, Giancarlo Riolfo, London

Luoghi citati: Europa, Frascati, Groenlandia, Mosca, Svezia