L'Italia del progresso di Leo Valiani

L'Italia del progresso L'Italia del progresso Brano Quaranta f ALTRA Itaba. Da 1 Giovanni Spadob- ni a Norberto Bob- Lh bio, da Leo Valiani ad Alessandro Galante Garrone, alcuni tra i «maggiori» che nel secondo dopoguerra l'hanno rappresentata e testimoniata, a ciascuno b suo albero genealogico (albero deba libertà). Nel loro solco, Giuseppe Armani, studioso del Risorgimento e della Costituzione, appena scomparso: un commiato che, crocianamente, non lo ha colto in ozio, sul tavolo le bozze di Un'idea diprogresso, la ragione quale bussola, fra i Lumi e il nostro tempo, magari invocando, ibuministicamente, «fi despotismo delle leggi» contro ogni sopruso. Da Beccaria a Galante Garrone, un eretico sentiero ernie, i diritti (le ragioni) del dubbio contro le pretese del dogmatismo. Una via stretta, di assoluta minoranza, laica, radicale, liberaldemocratica, giacobina e insieme mite (ossia tesa, ancorché neba fermezza, a sciogbere i nodi, non a tagliarb). Di ritratto in ritratto, il pensiero come azione, Giuseppe Armani «restaura» il mondo delle ébtes. Voci non di rado risuonanti nel deserto, ma infine non vane, non sempre. «Si deve a coloro che nel corso di più di due secoli si sono cobocati su questa linea di progresso piuttosto che di reazione o conservazione, se l'Itaba è stata in grado di avanzare, pur fra tanti ritardi e infinite tribolazioni». La meta del Paese ideale è ancora lontana, lontanissima (e le forze che ne ostacolano il raggiungimento sono cospicue e aggueritissime e infide: come sapeva Giuseppe Armani, cultore di Carlo Cattaneo, b teorico del federalismo in questi anni bistrattato, vibpeso, profanato). Ma le mappe della «megbo penisola» non difettano, i pionieri che di stagione in stagione le hanno concepite sono qui ricondotti aba luce, mai indulgendo ab'agiografia, dunque sbalzati neba loro concreta attuabtà. Sono gb oppositori, i bastiancontrari, i profeti disarmati, gb irriducibib abe chiese (quale che sia la chiesa) gb eroi antieroi cari ad Armani (che ha dedicato l'opera a Grazia Cherchi, nel ricordo dei Quaderni piacentini). Dal settecento riformatore a Brofferio versus Cavour, da Arcangelo Ghisleri, nitido spirito repubbeano, a Emesto Rossi, il democratico ribebe, in dialogo con Luigi Einaudi, da Gaetano Salvemini al Mondo pannunziano, da Carlo Rosselb a Carlo Levi, al suo romanzo azionista. L'orologio, dove la caduta del governo Farri suggeba la stagione del piccolo partito-antipartito gobettiano. A - estrema eco della terza forza - Alessandro Galante Garrone, custode mai retorico della Resistenza, come Piero Calamandrei, la vita vissuta, intesa, onorata come «un affare di coscienza». Forse non a caso, andandosene, Giuseppe Armani raccomandava all'editore di inviare una copia del libro a Miti (Maria Teresa), la mogbe di Galante Garrone, figlia del magistrato Domenico Peretti Griva, ulteriore cittadino dell'Itaba civbe, ulteriore «spina dorsale». Da Cesare Beccaria a Galante Garrone, il mondo ideale di Giuseppe Armani, una via stretta, di assoluta minoranza, laica, radicale, giacobina Giuseppe Armani Un'idea di progresso Diabasis pp. 275. ei6.50 SAGGI *

Luoghi citati: Italia, Miti