Fenomenale quel ragazzo di zucchero
Fenomenale quel ragazzo di zucchero Fenomenale quel ragazzo di zucchero Gianni Farinetti A differenza degb Stati Uniti, in Itaba (in Europa?) non esiste una vera letteratura gay mibtante, se così si può dire. Gb autori itabani, e non solo loro, si sentono a disagio quando gb si chiede se sono autori gay. A questa domanda, David Leavitt rispose una volta un po' seccato: «Come autore se esce un mio romanzo lo trovo fra le novità, come autore gay lo devo andare a scovare in qualche periferico scaffale destinato al genere». Non gb si può dare torto, anche se proprio Leavitt è stato il capofila, in qualche modo l'inventore moderno del «genere». E in più in Itaba non è che abbondino gb scaffab speciabzzati. Eppure - sarà la forza deU'organizzazione l'America sa proporre, e non da oggi, una scuola di letteratura (alta e/o bassa) nella quale storie e personaggi omosessuab sono trattati in modo centrale ed efficace. Edmund White afferma con sicurezza di essere un autore gay, così Michael Curmingham. A colmare un vuoto, a parte altri casi fondamentab come la serie Men on Men negb Oscar Mondadori curata da Daniele Scalise, quella presso lo stesso editore di Principesse Azzurre, o uscite trasversab presso tutti gb editori, si muove la Playground romana, diretta da Andrea Bergamini, con una sequenza di collane dai nomi suggestivi: Liberi e Audaci, Madrelingua Gay, High School, Riserva Indiana (quest'ultima dedicata a narrativa non di argomento omosessuale, scommessa generosa per un editore gay). Nella collana Liberi e Audaci è appena uscita una raccolta di racconti che definisco fenomenab: Ragazzo di zucchero, di Ken Harvey. L'autore, che non è più un ragazzi- élabora un suo personabssimo stile attinto dal primo Capote o, guardando indietro, dai grandi veristi novecenteschi Faulkner e Steinbeck che ha ben studiato, con in più (sarà l'aria di Boston?) una base di humour assolutamente anglosassone che mi ha fatto rammentare alcuni brani «neri» del poco ricordato AmbroiseBierce. L'America di provincia regna sovrana in .Ragazzo di zucchero: piazze che sono poi il parcheggio del centro commerciale locale, genitori vetero contestatori (da morire il racconto «Signor Bolle, ti amo»), padri in fuga da mogb invadenti, figb adolescenti mollati U alla prese con i primi turbamenti. E non è da tutti (è da pochissimi) rendere irresistibile la scena dello spargimento delle ceneri della propria madre nelle acque dell'Atlantico. Gb americani (quelb bravi) mi stupiscono sempre: hanno così pochi sfondi, così pocbi elementi e sempre i medesimi: strade notturne vuote, grattacieb, supermercati, mai una rovina. mai un monastero del 1000, mai una quadreria rinascimentale. Eppure può succedere che diano il peggio proprio quando approdano in Europa e vengono presi dalla smania di scrivere come Forster. Mi piacerebbe, invece, sentire Harvey che racconta Parigi (come sa farlo White, ad esempio, cioè benissimo). Per adesso, alle prese con casa sua, è veramente formidabile: asciutto nella pagina ma scoppiettante dialogo dopo dialogo, con un «io» sempre divertito dietro il quale si nascondono note dolenti di chi sa come gira la vita. Anche un autore - caso rarissimo - che sa scherzarsi addosso, depistando se stesso attraverso personaggi che compongono un ideale comunità globale. Dunque un libro nel quale (grazie) si ride, si piange, si pensa. Harvey sta preparando un romanzo che Playground pubbbeberà l'anno prossimo. Fra le scoperte dell'editore anche i racconti ài Vadim Kalinin {Un chilogrammo di esplosivo e un vagone di cocaina), un giovane e crudele pietroburghese che non assomigba a nessuno letto fin qui e lo spassosissimo Rainbow Boy di Alex Sanchez, la dimostrazione (finalmente!) che si possono scrivere novelle di vita scolastica di ragazzi gay come da sempre si fa per i ragazzi alle prese con la compagna di banco. Il sito Playground è www. playgroundlibri.it NEI RACCONTI DI KEN HARVEY LA FRESCHEZZA E LA GRAZIA DEL PRIMO LEAVITT, DUE I TEMI RICORRENTI: LA SCOPERTA DELLA PROPRIA OMOSESSUALITÀ E LA MORTE DELLA MADRE Ken Harvey Ragazzo di zucchero trad. di Carlotta Scartata Playground pp.147.ei2 R A C C O N T no (classe 1958), vive a Boston e insegna scrittura creativa a Cambridge, Massachusetts. Non ha mai scritto prima altri racconti (o almeno non ne abbiamo notizie) ma questi gb hanno valso un fiume di premi, fra cui l'autorevolissimo Pusbeart Prize. Ritroviamo nei racconti la freschezza e la grazia del primo Leavitt, quello di Ballo di Famiglia, con due temi ricorrenti: la scoperta della propria omosessualità e la morte della madre. Ma le similitudini con Leavitt finiscono qui. Harvey
Luoghi citati: America, Boston, Cambridge, Europa, Massachusetts, Parigi, Stati Uniti
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