Un killer per il direttore dell'Ermitage di Francesca Sforza

Un killer per il direttore dell'Ermitage SAN PIETROBURGO POLEMICATRA UOMINI D'AFFARI E INTELLETTUALI PER L'UTILIZZO DELLA PIAZZA DEL PALAZZO D'INVERNO Un killer per il direttore dell'Ermitage Francesca Sforza corrispondente da MOSCA Arte e soldi, grande arte e tanti soldi. La partita si gioca al centro di una delle piazze più belle del mondo, la Piazza del Palazzo di San Pietroburgo, e la posta in palio è molto alta. «Qualcuno vuole morto il direttore dell'Ermitage», dice chi conosce i contendenti. Sullo sfondo, un'amministrazione cittadina in cui dominano gli intrighi, la corruzione, i doppi giochi. Non sono gli ingredienti di un romanzo giallo di prossima uscita, ma la vera storia dell'ultima disfida russa, che vede il direttore dell'Ermitage Mikhail Piotrovsky schierato insieme a uno sparuto gruppo di intellettuali e artisti - contro chi vuole portare a San Pietroburgo concerti di portata oceanica, festival di livello intemazionale, e sponsor adeguati a sostenere il contraccolpo. «Non si ricorda un clima così dai tempi degli assalti dei bolscevichi», sintetizza il quotidiano cittadino «Fontanka». La guerra per la Piazza è cominciata nel giugno dell'anno scorso al termine di un concerto di Paul McCartney. Direttore dell'Ermitage dal 1992, figlio del precedente direttore, praticamente cresciuto fianco a fianco degli ori degli Sciti, Piotrovsky si è armato di carta e penna e ha inviato all'«Izvestia» un commento di fuoco: «Quello che è accaduto ieri sera al concerto di Paul McCartney è l'esempio di quello che non dovrebbe mai accadere nelle vicinanze di un museo». Oltre 60mila persone avevano cantato, ballato, e inevitabilmente saltato e pestato i piedi a poche centinaia di metri dalla tele di Matisse e Leonardo, Giorgione e Manet. «Quando prestiamo i nostri quadri ad altri musei evitiamo persino la spedizione aerea per impedire che le vibrazioni li rovinino - dichiarò indignato Piotrovsky - pensate cosa può essere successo durante un'intera notte in cui le vibrazioni hanno incomparabilmente superato quelle di un qualsiasi aereo. E' uno scempio inammissibile, mi batterò affinchè non siripetapiù». Dopo McCartney però c'è stato Joe Cocker - anche se Piotrovsky era riuscito a far posizionare gli altoparlanti in direzione opposta del Museo - e, qualche settimana fa, il progetto di un festival cinematografico della durata di 13 giorni e oltre un milione di presenze previste. Ideatore dell'iniziati- va Mark Rudinstein, regista passato agli affari e con ottime conoscenze nel mondo del nuovo capitale russo. «Quando vado in una città non vado mai per musei - ha detto in risposta alle accuse di Piotrovsky - La prima cosa che faccio è sedermi in un caffè della piazza e ammirare il panorama, solo allora posso dire di conoscerla». Per questo Rudinstein ha pensato che a fianco del festival - sei sale di proiezione e una per le conferenze stampa - sorgeranno bar, caffè, ristorantini e stand della birra. «Non posso pensare alla quantità di cavi e gabinetti pubblici che massacreranno il salotto della nostra città», gli ha fatto eco Piotrovsky. In ballo non ci sono soltanto due diversi profili culturali - uno abituato a percorrere ogni giorno le 300 sale che furono dei Roma- «r» VS^/SaglfiS SSlcÓSo?SaX" n di luci, e a maneggiare il denaro degli sponsor. Ci sono anche le esigenze di un'amministrazione localecombattutatradareragione a uno dei suoi uomini più autorevo- li - tra l'altro buon amico del presidente Putin - e il desiderio di vedere finalmente piene le altri- menti misere casse cittadine. «Pio- trovsky sta diventando il piincipa- le ostacolo sulla strada di un gros- so businness - ha denunciato in una lettera aperta il regista dell'» Arca russa» (girato interamente all'Ermitage) Aleksandr Sokurov, preoccupato per l'amico - Temo che la sua vita sia in pericolo». La govematrice di San Pietro- buigo Valentina Matvienko ha cercato di calmare ^li animi isti- tuendo ima commissione incarica- ta di decidere sul futuro della piazza, ma gli stessi funzionari dell'amministrazione dubitano sulla riuscita dell'iniziativa. «Ho dato la mia adesione al progetto dice Alexandr Mamontov, che ha già una funzione direttiva nel nuovo festival - Ma riconosco che i nostri predecessori non pensavano a questo genere di manifestazioni quando hanno costruito la Piazza del Palazzo». E allora? «E allora questo è il segno di quanto forti siano le pressioni», sbotta il regista Sokurov, che cerca di non fare il nome del possibile mandante, ma alla fine non ci riesce. «Mark Rudinstein è un regista di qualità, e ha fatto molto per la promozione del cinema russo dice - ma adesso è un uomo d'affari, e per questo genere di uomini i soldi sono la prima cosa», In una recente intervista alla ra dio «Eco di Mosca», Rudinstein ha dichiarato di volersi occupare del Festival Angelo d'Oro - questo il nome del progetto - per i prossimi due anni, e di sapere già a chi venderlo dopo. «Si stanno già divi dendo i soldi - osserva allarmato Sokurov - Altro che Commissione sul futuro della Piazzai». Dalle stanze dell'Ermitage, Piotrovsky si è chiuso da giorni in un ostinato silenzio. Chi lo conosce sa che non è per paura di una pallottola. Ma nella Russia dei soldi facili, meglio sapersiguardare le spalle. Mikhail Piotrovsky si oppone ai concerti e festival del cinema davanti al suo museo li grande regista Sokurov «E' l'ostacolo principale nrncQn hi icincKC PSI UD grOSSO DUSineSS :fc.rrir. p.^ U C1 .'1'"^'!""'"' leiTlO per 13 SUS Vita» ; , La piazza del Palazzo d'Inverno, che oggi ospita l'Ermltage, è diventata teatro di eventi culturali e feste di Pietroburgo ^Sà k Mikhail Piotrovsky è direttore del museo

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