Terrore a New York? Una burla di Paolo Mastrolilli

Terrore a New York? Una burla L'INFORMATORE CHE HA LANCIATO L'ALLARME HA CONFESSATO. POLEMICHE CONTRO IL SINDACO BLOOMBERG Terrore a New York? Una burla Quello stesso giorno il presidente Bush aveva parlato di dieci attentati sventati Paolo Mastrolilli NEW YORK Contrordine: è stato tutto uno scherzo. L'allarme lanciato la settimana scorsa per attentati contro la metropolitana di New York era una burla, bas3ta sulla falsa soffiata di un informatore generalmente attendibile Così almeno l'hanno messa ieri le autorità americane, pi"- cercan. di salvare capra e cavoli. Giovedì scorso, verso le cinque del pomeriggio, il sindaco Bloomberg si era presentato davanti alle telecamere insieme al capo della polizia Ray Kelly, per sollecitare gli abitanti di New York a tenere gli occhi aperti: qualcuno voleva colpire la subway, come era avvenuto a Londra in luglio. La «dritta» veniva da una fonte in Medio Oriente, che aveva parlato di diciannove terroristi pronti ad attaccare. Il presunto piano prevedeva di mettere l'esplosivo dentro a carrozzine, valigette 24 ore e zainetti, e farlo scoppiare in varie stazioni della metropolitana venerdì o domenica. L'informatore aveva anche fatto i nomi di tre persone coinvolte. Si trattava di tre membri di al Qaeda che vivevano a sud di Baghdad, e dovevano partire per New York attraverso la Siria, in modo da raggiungere i loro complici. Uno dei terroristi si trovava già negli Usa, per preparare l'operazione. Gli investigatori avevano pas¬ sato la dritta ai loro capi, che in collaborazione col Pentagono avevano organizzato un raid a sud della capitale irachena. Avevano trovato davvero i tre sospettati, li avevano arrestati, e avevano cominciato ad interrogarli. A quel punto Bloomberg si era deciso a divulgare la notizia dei possibili attentati, forse per coprirsi dal rischio cbe il complotto fosse autentico, o forse perché la voce cominciava a circolare negli ambienti finanziari di Manhattan. I capi del dipartimento dell'Homeland Security avevano avvertito che la soffia.ta non era confermata, ma Bloomberg e Kelly erano andati avanti lo stesso. Quello stesso giomo, giovedì, il presidente Bush aveva tenuto un discorso sulla guerra al terrorismo, rivelando che dall'I 1 settembre gli Stati Uniti e i loro alleati hanno sventato almeno dieci attentati di al Qaeda. Tutto sembrava tenersi, nonostante le diverse interpretazioni sulla serietà della minaccia da parte delle autorità di New York e degli esperti di intelligence federali. Il livello di sicurezza nella metropolitana era stato alzato, centinaia di agenti erano stati mobilitati, e per qualche giomo gli abitanti della Grande Mela sono andati a lavorare col cuore in gola. Gli investigatori, nel frattempo, hanno continuato il loro lavoro, e poco alla volta hanno visto cadere il castello di carte terroristico. L'informatore, che secondo le ultime notizie sarebbe pakistano, ha ammesso di essersi inventato tutto, forse per incassare la ricompensa della soffiata. I tre presunti terroristi iracheni sono stati interrogati a fondo, ma hanno passato senza problemi i test della macchina della verità: erano tre amici senza legami con al Qaeda, mai stati in Afghanistan ad addestrarsi con gli esplosivi. Il quarto uomo, che secondo l'informatore era già negli Stati Uniti a tirare i fili dell'attentato, probabilmente non esiste neppure. Fino a prima delle presidenziali del 2004, i falsi allarmi terroristici erano abbastanza frequenti. Secondo i critici di Bush, l'amministrazione li lanciava un po' per eccesso di prudenza, e un po' perché stringevano il Paese intomo al presidente. Dopo il voto, col cambio dei ministri della Giustizia e della Sicurezza Intema, le minacce improvvise erano quasi sparite. Qualcuno ora dice che il capo della Casa Bianca ha di nuovo interesse a giocare la carta del terrorismo, per arginare il calo di popolarità provocato dall'Iraq, Katrina e la ite con i conservatori sulla nomina di Harriet Miers a giudice della Corte Suprema. Stavolta, però, sotto la lente c'è soprattutto Bloomberg, sospettato di avere l'allarme facile perché il mese prossimo si voterà per confermarlo sindaco o mandarlo a casa. Il sindaco Bloomberg al Columbus day

Persone citate: Bloomberg, Bush, Harriet Miers, Ray Kelly