Il vino autoctono va in tour cinquanta tappe per l'Italia

Il vino autoctono va in tour cinquanta tappe per l'Italia NOVITÀ' OGGI LA PRIMA GIORNATA NAZIONALE DELL'ASSOCIAZIONE GO WINE Il vino autoctono va in tour cinquanta tappe per l'Italia Gianni Stornello Il vigneto, la cantina, l'uomo, la bottiglia. Sono i vertici di un quadrilatero che oggi vedono protagonisti, in cinquanta città italiane, il vino e il suo consumatore. Perché oggi è in programma una originale, nuova manifestazione di Go Wine; la Prima Giornata Nazionale Go Wine. «L'iniziativa - spiega il presidente dell'associazione. Massimo Corrado - nasce da un'idea semplice: riunire da Nord a Sud della penisola, nelle città o nei luoghi del gusto, tanti «consumatori-turisti del vino», per promuovere iniziative legate a un tema comune. Se il protagonista è il consumatore - spiega ancora Massimo Corrado - il destinatario di tante attenzioni sono i vini autoctoni italiani, ossia quelli che meglio comunicano il rapporto tra vino e territorio. Oggi, quindi, in cinquanta città è possibile partecipare all'incontro con un vino autoctono. I soci Go Wine, direttamente o attraverso i clubs, propongono delle iniziative che hanno come denominatore comune l'incontro e la degustazione con vini autoctoni, privilegiando quelli rari o meno conosciuti. Perché i vini autoctoni? Massimo Corrado ricorda che questi vini, proprio perché locali, sono sempre esistiti. Ma la novità sta proprio nel fatto che, forse, non sempre si è avuta la consapevolezza di coglierne l'importanza e la ricchezza per il successo della viticoltura. E se la prospettiva è quella di consolidare un fenomeno, e non limitarsi a sfruttare l'effetto-moda, «pensiamo - dice che andare verso i vini autoctoni sia come riawicinarsi alla terra, cogliere le confidenze del territorio, capire e apprezzare meglio che cosa beviamo». Il filo comune che lega i turisti che oggi andranno alla ricerca dei vini autoctoni è il piacere e il gusto della conoscenza e della degustazione, «un nuovo modo - afferma Massimo Corrado - di comunicare la "socialità" e la cultura del vino». Tra i tanti appuntamenti, con visite in cantina, anche per la vendemmia, degustazioni e conferenze, vediamo qualche esempio di incontro programmato da Go Wine. In Piemonte, terra di grandi vini, vengono proposti una decina d'incontri. Il gruppo soci di Alba festeggia la «Giornata» presso la vinerìa di Gianni Gagliardo, produttore che promuove ogni anno l'Asta del Barolo. A Cuneo, precisamente a Borgo San Dalmazzo, i vini autoctoni piemontesi sono stati abbinati alle feste di «leva». Un tris di grandi autoctoni è proposto ad Asti, il cui club locale organizza degustazioni di Grignolino d'Asti, Barbera d'Asti e Ruché di Castagnole Monferrato. A Torino, per i vitigni autoctoni e i prodotti tipici del territorio, i soci si ritrovano al Circolo della Sta^ipa-Cral della Regione Piemonte. Tra i tanti incontri in tutta Italia, da ricordare quelli di Valdobbiadene, per il Prosecco e visita in cantina da Bisol, di Jesi (Ancona) per il Verdicchio dei Castelli con degustazione presso l'Enoteca della Regione Marche, di Mandria alla scoperta del Primitivo e del Negroamaro attraverso un itinerario enoturìstico nella provincia di Taranto. In Italia esistono potenzialmente circa mille varietà autoctone da utilizzare, diciamo potenzialmente in quanto «solo» 250 sono immediatamente coltivabili. Il loro pregio è che non sono esportabili in quanto profondamente legate al territorio. I vitigni autoctoni italiani costituiscono a tutt'oggi il fondamento su cui si basa la viticoltura nazionale anche se negli ultimi anni devono fronteggiare il recente successo delle varietà intemazionah che hanno un'incidenza totale sul vigneto italiano pari all'otto per cento del totale, che sale però al tredici nel comparto dei vini a Doc e Docg. Esistono circa mille varietà ma «solo» 250 sono coltivabili da subito Massino Corrado di Go Wine

Persone citate: Barbera, Bisol, Castelli, Gianni Gagliardo, Gianni Stornello, Massimo Corrado, Massino Corrado