Tony Blair, il vero erede della Thatcher di Richard Newbury

Tony Blair, il vero erede della Thatcher MA A DIFFERENZA DELLA LADY DEI TORIES IL PREMIER HA DESIGNATO GORDON BROWN COME SUCCESSORE. CON VINCOLI DI FERRO Tony Blair, il vero erede della Thatcher Richard Newbury TUTTE le camere politiche «finiscono in un fallimento», diceva Enoch Powell, il mentore pohtico di Margaret Thatcher. Il fallimento della signora Thatcher è consistito nel non essere riuscita a trovare un successore che avrebbe portato avanti e sviluppato la sua «rivoluzione». I Tory continuano a girare orfani, il vero erede di Margaret Thatcher è Tony Blair. L'unicità di Blair nella storia politica britannica consiste nell'aver dichiarato la propria mortalità politica, ovvero che non avrebbe condotto il partito laburista a una quarta elezione, prevista entro il 1 "maggio 2010. Questo, secondo la convenzionale saggezza pohtica, l'avrebbe dovuto rendere un'anatra zoppa, e invece l'ha trasformato nel padrone del proprio destino, meno vulnerabile a golpe intemi al partito. Un'eredità pohtica positiva si conquista costruendo una successione in cui il delfino continuerà a edificare sul lascito ricevuto. Ed è indifferente se ciò avverrà per mancanza di alternative, considerato il nuovo contesto pohtico costruito dal predecessore, o in quanto il successore è stato addestrato coerentemente. «Con- tinnita nella transizione», è la pohtica alla quale Blair ha costretto Brown ad aderire, al prezzo del suo appoggio a un'eventuale successione. Altrimenti Blair, che lascerà la pohtica alla fine di questa legislatura, avrebbe potuto sostenere un candidato «blairiano» più giovane, come David Miliband o Alan Johnson, e spingere il partito a ima guerra civile. A dire il vero, i grandi leader di solito usano i propri partiti lasciandoli in macerie. Questa è stata la sorte del partito conservatore dopo che aveva assassinato la Signora di Ferro. Non solo Blair gh aveva rubato la reputazione di essere competenti economicamente e mantenere l'ordine e la legge, ma gh ha sottratto anche i voti della classe operaia che la signora Thatcher aveva a sua volta rubato al Labour nel 1979. Alle ultime elezioni solo un terzo della classe media ha votato per i Tory. Ovviamente, la signora Thatcher odiava i «gentlemen» Tory quanto Blair odiava i «socialisti» del Labour. E' stata la Thatcher a porre fine al «capitalismo dei gentlemen» della City con la deregulation, esattamente come Blair ha scaraventato nell'oscurità i sindacati. La deregulation economica thatcheriana si è rispecchiata nella deregulation sociale del bastione Tory, la famiglia e il matrimonio. L'enfasi di Blair nel promuovere la scelta del mercato nei servizi pubblici può venire interpretata (anche da Brown) come un attentato all'etica stessa del servizio pubblico, così come le sue preoccupazioni per l'ordine pubblico possono intaccare le libertà personah. La sopravvivenza di un partito o di una coalizione al proprio leader è un problema che sia il Polo delle Libertà che l'Unione affronteranno rispettivamente nel dopo-Berlusconi e nel dopo-Prodi. Il discorso di Brown è stato di fatto un riconoscimento della situazione: se vuole avere il sostegno di Blair alla successione, dovrà anche accettare l'obiettivo dichiarato di Blair di introdurre più scelta, competizione di mer¬ cato e management privato nei servizi pubblici. Blair intende proporre un intero pacchetto legislativo radicalmente innovativo, e può ancora licenziare ministri non abbastanza radicali. Un significativo rimpasto del Gabinetto è previsto per dicembre. Gordon Brown rimarrà Cancelliere dello Scacchiere, ma se punta a ima rapida successione non dovrà opporsi alle riforme di Blair, né cercare di annacquarle, come ha sempre fatto finora. Con il decennale boom economico comincia a mostrare il passo, Brown avrà bisogno di tutto il sostegno pohtico che riuscirà a raccogliere. E Blair lo condurrà dove desidera. Per David Miliband, il braccio destro di Blair e possibile alternativa a Brown, gli anni '80 sono stati quelh dei sindacati, i '90 quelh deh'economia, e il 2000 è incentrato sulla scelta del consumatore dei servizi pubblici. Il Labour vuole Brown, ma lo vuole anche il resto del Paese? Soprattutto la Middle England? Il Labour non ha mai voluto Blair, ma 0 Paese sì e dopo tre elezioni continua a volerlo. Blair teme che ad avere Brown come successore non solo rischia di perdere le elezioni 2009/10, ma mette in pericolo la sua eredità, che consiste nel portare definitivamente la scelta e il mercato nei servizi pubblici e nell'istruzione. La signora Thatcher, il cui «leninismo» Blair ammira così tanto, considerandosi - e lei stessa l'ha riconosciuto come tale - il suo successore, ha lasciato come eredità innegabile la privatizzazione e la deregulation. Blair ora spera di non venire distratto da una sesta guerra, ed è determinato a restare al N" 10 di Downing Street finché non metterà in piedi un servizio di sanità e istruzione «dedicato al consumatore», libero da usare, ma condotto secondo la disciplina delTimpresa privata e della competizione di mercato, in quanto «servizi pubblici di comando non sono più accettabili di un'economia comandata. La gente chiede qua¬ lità, scelta, alti standard. La scelta è ciò di cui i ricchi hanno goduto per secoh. Un mito. Il modo per mantenere tali i servizi universali e di uniformarli. Un altro errore II modo per mantenere i servizi accessibili è renderh di una qualità tale che molti di coloro che avrebbero potuto permettersi un privato optino invece per il pubblico». In una critica anticipatrice alla mano restrittiva di Brown, Blair ha anche detto che «Ogni volta che ho introdotto una riforma, in seguito mi sono pentito di non essermi spinto ancora più in avanti». Nel suo discorso alla conferenza del 2005 Blair ha ammonito il partito laburista che quello che ha trasformato la classe operaia in thatcheriani è stata la loro opposizione alla pohtica chiave della Thatcher di vendere mihoni di case comunah ai loro affittuari negh anni '80. L'ambizioso, affascinante e telegenico 38enne aspirante leader dei Tory, David Cameron - detto «il Blair dei Tory» - crede che Tony abbia spinto il Labour al limite della destra, oltre il quale il partito non andrà, e che lui può diventarne l'autentico successore portando avanti le sue politiche «conservatrici» con più convinzione di quanta ne possa avere un partito laburista costretto dal suo capo. li premier britannico Tony Blair