Rissa sull'auto cinese I tedeschi: attenti è un pericolo mortale

Rissa sull'auto cinese I tedeschi: attenti è un pericolo mortale GIÀ VENDUTA IN OLANDA, A DICEMBRE SBARCHERÀ SUL NOSTRO MERCATO Rissa sull'auto cinese I tedeschi: attenti è un pericolo mortale Landwind bocciata in Germania dai crash-test «A 65 km all'ora il conducente non sopravvive» il caso PIERO BIANCO Paura della Cina? Il concetto, certo non nuovo, in campo automobilistico va molto esteso, addirittura ribaltato. Più della prevedibile invasione industriale dei costruttori di Pechino, Shanghai e Nanchino (che fatalmente in un futuro non lontano dovremo fronteggiare e che al Salone di Francoforte erano per la prima volta presenti con tre marchi), oggi fa paura la scarsa sicurezza dei loro prodotti. Quello già sbarcato in Europa (e regolarmente venduto in Olanda dall'importatore Peter Bijvelds) viene proposto dall'azienda statale Jiangling Motors: si chiama Landwind. È in realtà un clone sbiadito della vecchia Opel Frontera. Un Suv con dimensioni da Land Rover e prezzo low-cost, circa 15 mila euro più l'immatricolazione, poco più di una compatta accessoriata e quasi la metà dei prodotti analoghi attualmente sul mercato. Quanto basta per renderlo piuttosto accattivante. Il vero problema è la mancanza di «stelle», quelle che certificano la sicurezza in base alle severissime norme EuroNCAP (le 5 stelle ottenute dalla Grande Punto, top della classificazione, sono diventate un prezioso elemento di marketing). Nei crash-test ufficiali vengono valutati la robustezza della carrozzeria e della struttura per l'assorbimento degh urti, la protezione passeggeri e pedoni, l'efficacia degh airbag e dei sistemi di ritenzione, quella dei supporti elettronici. Sviluppa¬ re e produrre vetture così sofisticate implica evidentemente costi elevati. Il Landwind però ha brillantemente evitato i test comunitari e può essere immatricolato anche da noi grazie ad un artifizio: pesa 2.510 kg e soltanto le auto fino a 2.500 kg devono sottoporsi all'esame dell'organismo europeo. In Germania è esploso il caso dopo che l'ADAC (Automobile Club tedesco) ha sottoposto a settembre il Suv cinese a ima serie di crash-test autonomi presso il proprio centro specializzato di Landsberg. Bocciatura drastica. «Un disastro - hanno spiegato i tecnici - in caso di collisione frontale a 65 km l'ora il conducente non ha la minima possibilità di sopravvivere». Nel mirino sono soprattutto la fragilità della carrozzeria, che si è pericolosamente disintegrata, il piantone dello sterzo che è rientrato verso il mento del guidatore (rendendo inutile, e perfino pericolosa, l'esplosione dell'unico airbag montato di serie), l'intrusione della ruota anteriore fino all'altezza del sedile (significa gambe schiacciate), la testa che va a sbattere contro il tetto negli urti laterali. Il dibattito è aperto. In regime di test «privati», è arrivato infatti anche quello dell'agenzia TUV di Francoforte che ha smentito la precedente diagnosi allarmistica ratificata pure dall'associazione automobilistica olandese: «Gli ultimi crash-test effettuati sulla Landwind per quanto riguarda il guidatore e il'passeggero dicono che questo veicolo è pienamente in regola con le norme Uè in vigore». Troppo forti gli interessi in gioco, in assenza di certezze spetta purtroppo ai clienti l'onere di saggiarne direttamente gli standard di affidabilità. La risposta della Casa costruttrice è lapidaria, affidata al porta¬ voce della Jiangling, Xu Bingzhang: «Il Landwind è sicuro, noi abbiamo superato tutti i test cinesi». E va al contrattacco Piergiuseppe Gregis, titolare della Ats di Bergamo (distributrice anche del marchio russo Uaz) che a dicembre importerà il veicolo in Italia: «I test effettuati non sono ufficiah. La credibilità di quelli tedeschi dell'ADAC equivale dunque a zero, in assenza degh EuroNCAP ufficiah. Come mai da questo punto di vista TOpel Frontera andava bene?». Si potrebbe obiettare che della «gemella» occidentale la Landwingha soltanto l'aspetto esterio- re, non la tecnologia di base né i certificati standard qualitativi. In ogni caso la sfida è lanciata, la prima consegna nel nostro Paese verrà effettuata da un concessionario milanese, 150 le immatricolazioni previste nel 2006: «limitate soltanto dalle difficoltà di approvvigionamento - aggiunge Gregis -. L'interesse per questo veicolo a basso costo è già alto. Nessun problema nemmeno per i pezzi di ricambio, alcuni sono compatibili con il vecchio Frontera e in Olanda è già attivo un magazzino dove in soli tre giorni arrivano i ricambi ordinati dalla Cina». Basta fidarsi. E'un clone della vecchia Opel Frontera e grazie al suo peso ha evitato gli esami dell'EuroNcap che certifica gli standard di sicurezza comunitari La sfida dell'importatore Ats di Bergamo: «Quei test privati valgono zero C'è grande attesa, l'unico problema è che ne abbiamo solo 150» Pi d 17775 La Landwind della Jiangling Motors Corp (JMC) In arrivo anche sul mercato italiano è un Suv a 5 porte che ripropone lo stile della vecchia Opel Frontera. Ha motori Euro 3 Diesel Isuzu (2.8,93 Cv) o benzina Mitsubishi (2.0 e 2.4, 115 e 125 Cv). La versione base a benzina prevede solo trazione posteriore, ma è disponibile a richiesta quella integrale. Tra le dotazioni interne di serie aria condizionata, radio CO, rivestimenti in pelle, vetri e specchi elettrici. Inoltre sono previsti cerchi in lega da 16", barre porta-tutto sul tetto, fendinebbia e sensori di parcheggio, colorazione bicolore della carrozzeria e ruota di scorta esterna. La Landwind sarà disponibile anche nella versione bìf uel a benzina e gpl o benzina e metano, per circolare durante i blocchi del traffico. Prezzi da 17.775 euro (2.0 benzina a due ruote motrici) a 21.293 euro (2.8 turbodiesel 4x4).

Persone citate: Bingzhang, Frontera, Landsberg, Peter Bijvelds