I vescovi: votare gli abortisti è peccato

I vescovi: votare gli abortisti è peccato DIBATTITO AL SINODO L'ARCIVESCOVO LEVADA, CHE NELLA CARICA HA PRESO IL POSTO DI RATZINGER, HA CHIESTO UN CONFRONTO CON LE ESPERIENZE DI ALTRI PAESI I vescovi: votare gli abortisti è peccato H monito del Prefetto della Fede: «Chi li sostiene non potrà avvicinarsi ai sacramenti» Marco Tosarti CITTA DEL VATICANO E'peccato votare i candidati politici favorevoli all'aborto; lo ha ricordato al Sinodo dei Vescovi, ma in forma problematica, chiedendo che i presuli ne discutano, il successore del cardinale Ratzinger all'ex sant'Uffizio, William Joseph Levada. Levada era fino a qualche mese fa l'arcivescovo di San Francisco, e di conseguenza ha vissuto in forma diretta il tema dei politici favorevoli all'aborto nelle elezioni presidenziali statunitensi. Così nell'ora di interventi «liberi» ha preso la parola ricordando che la Chiesa sostiene che «è peccato votare i candidati politici che ammettono leggi a favore dell' aborto». Chi vota questi candidati, in sostanza, non può avvicinarsi ai sacramenti, in particolare all'eucaristia, se non dopo aver reso confessione del proprio «peccato». Il Prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede ha ricordato che questa posizione «ha creato divisioni nell'opinione pubblica e nella Chiesa americane durante il periodo elettorale» ed «è stato giudicato da molti come un'interferenza della Chiesa nella vita politica»; per questo ha detto di ritenere «opportuni un approfondimento e un confronto sull'argomento, ascoltando anche le esperienze delle Chiese di altri paesi». La questione era già presente nel documento preparatorio di questa undicesima Assemblea generale del Sinodo, il cosiddetto «Instrumentum Laboris»; al paragrafo 73, toccando il rapporto tra eucaristia e vita morale, era scritto che «alcuni ricevono la comunione pur negando gli insegnamenti della Chiesa o dando pubblicamente supporto a scelte immorali, come l'aborto, senza pensare che stanno commettendo atti di grave disonestà personale e causando scandalo». «Del resto - aggiungeva l'Instrumentum Laboris -, esistono cattolici che non comprendono perché sia peccato sostenere politi- camente un candidato aperta- mente favorevole all'aborto o ad altri atti gravi contro la vita, la giustizia e la pace. Da tale attitudine risulta, tra l'ai- tro, che è in crisi il senso di appartenenza alla Chiesa e che non è chiara la distinzione tra peccato veniale e mortale». Questa situazione di incertez- za fra i fedeli spiega la richie- sta di monsignor Levada di un dibattito e di una presa di posizione autorevole del Sino- do su questo, e forse anche su altri temi legati alla vita. E intanto il Sinodo si è animato ieri per una polemica che ha visto la centro il proble- ma del celibato. Il patriarca di n i Antiochia dei Melkiti, Gregoire - III Laham, ha contestato un'af- u fermazione fatta il giorno pre- cedente nella sua relazione dal è Relatore del Sinodo, il cardina- a le Angelo Scola, che citava - radici teologiche per l'obbligo di del celibato per i sacerdoti cattolici. «Non sono d'accordo con quanto detto dal cardinale Scola che il celibato abbia fondamento teologico, perché nelle Chiese orientali è ammesso il matrimonio per i sacerdoti». E ^a citat;o l'immagine di Cristo e della Chiesa, come sua sposa mistica, per rafforzare la sua ies{ «Dcwe trova il patriarca Scola ragioni e fondamenti teologici?», ha ribadito il combattivo presule orientale. Angelo Scola ha ribattuto che occorre intendersi sul concetto di teolo già e che «nella Chiesa latina le ragioni teologiche per il celiba to sussistono», ma non ha preci sato ulteriormente la posizione. La questione posta dal patriarca Laham affonda le sue radici nella storia delle chiese orientali di rito cattolico, rimaste legate alla tradizione bizantina (che ammette il sacerdozio per gli uomini sposati), pur riconoscendo il ruolo e l'autorità del Papa della chiesa di Roma. Una delle caratteristiche di queste chiese è la possibilità di ordinare uomini sposati (ma non membri della gerarchia, vescovi e patriarchi). Un caso che riguarda anche da vicino l'Italia, sia per la presenza nel nostro P+aese di una forte comunità di uniati ucraini, sia per il caso dei greco albanesi di Piana degli Albanesi in Calabria. jl na+riarra rli Ànti^rhia II pel LI IdILd Ul MI IIIULI lld «O Zj nrpti trincati w-51 dl f-"trLI ifJLodLI N Ipllp /^Ujp^p ^r:pnf3|: INtrIlt: v^.[ lltfbfc: Ul lei ILdil jj wa+rimnnin " 11 ld LI III IDI IIU A ornmpccow t: di IIII ItrbbU» Vescovi arrivano nella sala del Sinodo salutati dalle guardie svizzere

Luoghi citati: Calabria, Italia, Piana Degli Albanesi, San Francisco