Scoglio muore in tv Discute con Preziosi poi l'arresto cardiaco

Scoglio muore in tv Discute con Preziosi poi l'arresto cardiaco MALORE IN DIRETTA AVEVA 64 ANNI, SE N'È ANDATO NELLA CITTÀ ADOTTIVA Scoglio muore in tv Discute con Preziosi poi l'arresto cardiaco I Professore era ospite a «Primocanale» Stava analizzando la crisi del suo Genoa Marco Ansaldo Franco Scoglio diceva che Genova era il Genoa. E il Gjnoa «non appartiene al calcio ma alla sto- ria». Se ne è andato parlando della squadra che gh era entrota nel cuore davanti alle telecamere della tv privata Primo.canale che ha gli studi all'ultimo piano del grattacie- lo di piazza Dante. Una morte in diretta. Arresto cardio-circolatorio dovuto a un'embolia polmonare è stata la prima diagnosi redatta dal personale del 118 che era accorso rapidamente, chiamato dai respon- sabili della redazione ai primi se- gnah del malore. Se ne saprà di più dopo l'esame del medico legale. Erano le 21,23, trasmissione «Gradinata Nord» dal nome della culla del tifo rossoblu. In studio, oltre al conduttore Giovanni For- cella, c'erano alcuni giornalisti gè- novesi e Claudio Onofri, l'ex libero del Torino e del Genoa che era stato uno dei collaboratori di Sco- glio in imo dei suoi periodi genoa- ni. «C'era un collegamento al telefo- no con Enrico Preziosi - racconta Onofri -, il dibattito era stato viva- ce com'è nella natura di quei due personaggi ma sicuramente non avevano litigato. Preziosi era alla fine del proprio intervento, io sta- vo seduto in faccia al Professore (com'era chiamato Scogho nel mon- do del calcio, ndr) e l'ho visto piegare la testa aU'indietro per un paio di volte. La prima impressio- ne è che reagisse alle parole di Preziosi alla sua maniera, con qual- che smorfia che esprimeva il disac- cordo. Ma quando l'ho visto redi- nare la testa per la terza volta ho gridato al conduttore di interrom- pere la trasmissione e l'abbiamo soccorso, tenendogli la testa». Nino Pirite, ex capo dei servizi sportivi del Secolo XIX, ha tentato la respirazione bocca a bocca. «Ho pensato che potesse riprendersi - prosegue Onofri -, c'era ancora il battito, c'è stato un rantolo. Poi sono arrivati il medico e gh infer- mieri ma non c'è stato più nulla da fare». Scogho ha reclinato il capo sul petto, davanti alle telecamere, Forcella ha sospeso la trasmissio- ne. Gh studi si sono animati di soccorritori che hanno potuto sol- tanto accertare la morte del sessan- taquattrenne tecnico, ormai cono- sciutissimo per le performance te- levisive più che per il lavoro in panchina, dal quale si era un po' allontanato dopo varie vicissitudi- ni. Nessuno aveva avuto un'awisa- glia del malore, sebbene alcuni dipendenti di Frimocanale avesse- ro notato che, all'arrivo negh stu- di, il Professore era «sembrato un po'strano». Scogho era nato a Lipari. Nel 1988, alla prima esperienza da allenatore del Genoa ci aveva confi- dato che, se non avesse sfondato nei tre anni successivi in un gran- de club, sarebbe, tornato alla sua isola a fare il cameriere nella tratto- ria di famiglia. Ovviamente non lo fece mai. H calcio era la sua droga, Una sera, in quei lontani anni genovesi, nell'albergo di Arenzano dove la squadra era in ritiro (lui non si mescolava mai ai giocatori, mangiava a un altro tavolo, spesso in orari diversi) tenne una lezione di tattica coprendo tutti i ruoli con bottiglie e bicchieri per spiegare quella che lui chiamava la «zona sporca». Era il tempo del sacchi smo e dei sacchiani. Lui si ricono scova in quel calcio nuovo ma si sentiva più bravo di tanti suoi profeti. Aveva un atteggiamento maniacale soprattutto nei dettagli, Ad esempio vietava ai giocatori di consumare il caffelatte «perché è ima mistura che avvelena lo stoma co» e si arrabbiava conTotò Schilla ci, suo giocatore nel Messina, per che lo considerava fortissimo ((d'ho plasmato io») ma tatticamen te indisciplinato, Gh piacevano le dichiarazioni forti e le emozioni intense. Gradiva che lo si giudicasse un personaggio controcorrente. Era stato più volte ad allenare in Africa, tra la Tunisia con cui centrò la qualificazione ai Mondiali, e la breve sosta in Libia, Ma raccontava di avere nel cuore squadre come il Genoa e il Toro, che era venuto ad allenare per qualche mese, poi esonerato in una stagione conclusa con la retroces sione in serie B. «Se avessero avuto pazienza l'avrei salvato - diceva ma c'era chi lavorava alle mie spalle». La fede più dichiarata, tuttavia, era quella genoana. Era tornato ad allenarlo portandosi dietro alcuni giocatori tunisini e in questi mesi tormentati non aveva mancato di commentare in tv (col laborava persino ad «Al Jazeera») le vicissitudini procurate da Prezio si. Era stato lui a chiedere a Primo canale un confronto con il proprie tarlo giocattolaio. E' stata l'ultima sua apparizione. «Ma adesso non dite che l'ha ucciso la discussione con me - ha commentato Preziosi, sconvolto e preoccupato -. Non c'è stato un litigio. Con tutti i guai che sto attraversando non vorrei che si pensasse pure questo». InZ—i^iXc^^^^^f- r IcZIUbl e bULLU UlUL '."'F3''TTT;u .^H V " ^ ' ". . . ^.Y^... ^^ j. .j aj fQlQf^,-,^ .~L... .4. .^... ^..^. .^.. .^ ZTZ "CZ'^TZ'jxZ ZZIT [ '~[\^y ^P'}~,~~^~ ^Z Z 1. .IZTjTZ jZ"" ^ Ldvd bULLtfUtrl 1UU» m. Una recente immagine di Franco Scoglio: il tecnico era nato il 2 maggio 1941 a Lipari (Messina), nelle Isole Eolle