«Mio fratello uccise il piccolo Nicholas»

«Mio fratello uccise il piccolo Nicholas» IL GIALLO CONFESSIONE PUBBLICA DELL'UOMO CONDANNATO PER LA MORTE DEL BIMBO AMERICANO «Mio fratello uccise il piccolo Nicholas» Rocco Valenti CATANZARO La rivelazione ha del clamoroso, e non solo perché il collaboratore di giustizia che sta scontando l'ergastolo per l'omicidio del piccolo Nicholas Green - il bambino americano ucciso in un tentativo di rapina nel 1994 sull'auto¬ strada Salerno-Reggio Calabria - dice che quel delitto l'ha commesso un altro, ma soprattutto perché per quella vicenda tira in ballo il fratello maggiore. Già, Michele lannello, oggi trentenne, in ima lettera all' Espresso, racconta la sua verità, andando ben al di là della dichiarazione di innocenza che ha sempre ribadito, a dispetto di altri delitti di cui si è assunto la paternità. Assolto in primo grado insieme ad un altro giovane vibonese, Francesco Mesiano, lannello verme poi condannato al massimo della pena in appello (sentenza confermata in Cassazione). Lo stesso avvocato di lannello, Claudia Gonidi, del Foro di Catanzaro, ha raccontato all'Espresso che il killer di Nicholas è il fratello maggiore, Giuseppe, «un parente che fino a questo momento ha protetto con il suo silenzio e che ha deciso di smascherare pubblicamente in onore della verità e in rispetto alla famiglia del bambino». La denuncia pubblica segue in effetti quella fatta tre anni fa sul piano formale. L'avvocato Conidi, infatti, ha rivelato che lannello nel gennaio del 2002 ha accusato apertamente il fratello di quel crimine in un colloquio con il procuratore capo di Catanzaro; il fascico¬ lo aperto sulla base delle dichiarazioni di lannello era stato poi trasmesso a Vibo, ma pare sia stato archiviato. E a conferma di ciò, l'avvocato Gonidi ha annunciato che si rivolgerà presto alla Corte d'Appello di Catanzaro per chiedere la riapertura del processo, sulla base di «elementi nuovi, preziosi per una eventuale revisione del caso». «Ciò che turba di più Michele - ha detto l'avvocato al settimanale - è l'idea che il vero assassino di Nicholas sia ancora in circolazione e sia per giunta suo fratello». La conferma dell'ergastolo per lannello arrivò con la decisione della Cassazione dell'aprile 1999, poco meno di tre anni prima del colloquio col procuratore di Catanzaro del quale parla l'avvocato Gonidi. Per tre anni, insomma, il giovane ha continuato a tacere, per proteggere, a suo dire, il suo congiunto. Poi la decisione di fare i nomi, di dare più significato a tutte quelle dichiarazioni, fatte e riproposte nelle varie fasi dell'inchiesta, con le quali aveva in tutti i modi tentato di tirarsi fuori da un delitto assurdo. Assurdo ben oltre l'assurdità di un qualsiasi delitto. Assurdo per il contesto, per la giovanissima età di Nicholas (aveva solo sette anni) e per le modalità: il bambino venne colpito alla nuca mentre dormiva disteso sui sedili posteriori di un'utilitaria presa a noleggio dalla sua famiglia - in vacanza in Italia - per spostarsi da Roma a Palermo. La rivelazione a 3 anni dalla sentenza D legale: avevamo già presentato denuncia Nicholas Green

Persone citate: Claudia Gonidi, Conidi, Francesco Mesiano, La Morte, Nicholas Green, Rocco Valenti

Luoghi citati: Catanzaro, Italia, Palermo, Reggio Calabria, Roma