I radicali nell'Unione La frenata di Rutelli «Attenti al laicismo» di Andrea Di Robilant

I radicali nell'Unione La frenata di Rutelli «Attenti al laicismo» CENTROSINISTRA I MAL DI PANCIA DEI CATTOLICI. LO SDÌ: COSI CI METTETE FUORI I radicali nell'Unione La frenata di Rutelli «Attenti al laicismo» Ma D'Alema apre al nuovo rassemblement E Palmella invoca Prodi: «Ci vuoi o no?» Andrea di Robilant ROMA L'approdo dei radicali nell'Unione si è fatto improvvisamente più complicato, con Francesco Rutelli che mette in guardia contro un peso eccessivo del «laicismo» nell'alleanza. Romano Prodi che borbotta ma non chiude la porta e Massimo D'Alema che invece vede il partito di Marco Pannella come un componente «naturale» del centrosinistra. E mentre la discussione tra gli alleati si anima. Marco Pannella aspetta in anticamera sempre più spazientito. L'attesa rischia di durare un po'. La manovra di avvicinamento dei radicali all'Unione con l'aiuto dei socialisti di Enrico Boselli ha fatto riaffiorare pericolosa¬ mente la faglia tra cattolici e laici in seno all'alleanza di centrosinistra. E potrebbe rimettere in gioco equilibri delicati e faticosamente raggiunti. In un'intervista a «Panorama» in edicola oggi, Rutelli, già pupillo di Pannella e segretario del Partito radicale negli Anni Ottanta, dà voce a tutta la sua inquietudine per lo sbilanciamento che l'arrivo del suo ex capo provocherebbe nell'alleanza a scapito della componente cattolica: «L'Unione accetta che al suo interno esistano posizioni laiciste, ma può accettare che queste siano dominanti? No, perché esse non rappresentano il sentimento reale dei nostri elettori. Pannella ha detto all'«Unità» che c'è l'urgenza di sottrarre i cre¬ denti alla violenza delle gerarchie ecclesiastiche. Dove sta questa violenza? Questa posizione estrema non ha fondamento». Con Rutelli, molti ex democristiani nella Margherita non fanno mistero della loro insofferenza per le posizioni di Pannella contro la Chiesa. Temono di perdere voti cattolici moderati proprio mentre contano di intercettarne il maggior numero possibile in uscita dalla Casa delle libertà. Timore condiviso anche dall'Udeur di Clemente Mastella, che rimane il più risolutamente contrario all'entrata dei radicali. Ma per D'Alema non ha molto senso sbarrare la strada a Pannella perché il centrosinistra è appunto «la collocazione naturale» dei radicali. Il loro ritorno consentirebbe la formazione «di un rassemblement con i socialisti in un momento importante di ricomposizione dello schieramento politico del centrosinistra». Ma è proprio questa ricomposizione di un centrosinistra più laico che inquieta la Margherita e l'Udeur. Tanto più che ieri ci si è messo pure Fausto Bertinotti a cantar le lodi di Pannella. «Vedo con grande interesse», ha detto il leader di Rifondazione, «la nascita di un nuovo soggetto politico radical-socialista». Come venirne a capo? «Sono certo che Romano Prodi, cattolico per antica convinzione ed esperienza, troverà il giusto equilibrio», assicura Rutelli. Prodi, da parte sua, non mostra certo grande entusiasmo ma lascia la porta aperta: «Con i radicali ci sono state fortissime differenze sui programmi. L'Unione deve aver un programma comune. Non possiamo minimamente pensare di andare al governo insieme con programmi diversi». Al che Pannella è sbottato: «Sarebbe cosa utile e gradita se l'Unione ci dicesse se ritiene vantaggiosa l'alleanza con i radicali. Ma Prodi ha o non ha la volontà politica di fare un accordo con noi? A me non sembra. Ci ha chiesto i documenti, forse ci farà ancora l'analisi del sangue e ci ha mandato a dire che gli accordi si fanno sulla base dei programmi. Ma il programma ancora non c'è. Allora, prima ci rispondano e poi si va avanti col programma». Francesco Rutelli, leader della Margherita ed ex radicale, con il suo maestro d'un tempo. Marco Pannella

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