La sfida tra Formigoni e Cè arriva alla porta di Arcore

La sfida tra Formigoni e Cè arriva alla porta di Arcore REGIONE LOMBARDIA DOPO IL RITIRO DELLA DELEGA ALLA SALUTE La sfida tra Formigoni e Cè arriva alla porta di Arcore retroscena GIOVANNI CERRUTI MILANO Robetta, dice lui dopo tre ore di Consiglio regionale e tre ore di silenzio. In fondo, testuale, sarebbe soltanto colpa di n «parziale problema che si è creato». E poco importa se la sua maggioranza scricchiola, i rapporti con la Lega sono in caduta libera, il Consiglio regionale che avrebbe dovuto chiarire ha chiarito nulla; se bisognerà aspettare un'altra settimana, e ancora una volta la decisione verrà comunque presa non qui e non da lui, il Governatore Roberto Formigoni, ma in villa ad Arcore da Berlusconi e Bossi. Il Governatore, ieri, doveva mostrarsi tranquillo. «Parziale problema...». Robetta, appunto. E invece, e non solo a sentire il capo dell'opposizione lombarda Riccardo Sarfalti, il Governatore sembra in difficoltà, quasi prigioniero delle sue alleanze e dei suo potere, alle presa con un problema che forse davvero aveva ritenuto parziale e al contrario si sta rivelando un tarlo malvagio. E' la storia, recente, dello scontro tra Formigoni e Alessandro Ce, il medico bresciano che ha cambiato lavoro, da capogruppo leghista alla Camera ad assessore regionale alla Sanità. Uno che, appena entrato nel suo nuovo ufficio, ha rifiutato il ruolo da assessore dimezzato. E dunque «l'assessore sono io». Dall'assessorato alla sanità passano 14 miliardi di euro air anno, un terzo del bilancio regionale. Si capisce perchè la Lega abbia tanto insistito, e si capisce perchè l'assessore sia entrato duro su un terreno pericoloso. La prima lettera? «Da ora in avanti tutti gli atti di nomina dei primari, con la copia dei verbali dei concorsi, dovranno essere inviati all'assessorato». Sarebbe normale, nelle altre regioni. Qui no. Nella Lombardia della casa delle Libertà e delle giunte Formigoni, le nomine vengono decise dai direttori generali nominati dal Governatore. E l'assessore, magari, se le legge sui giornali. Si erano allarmati subito Formigoni e i suoi. Più di tutti l'assessore alla famiglia Giancarlo ALelli, che di sanità se ne intende da sempre, il posto di Ce era il suo obiettivo e per un altro accordo di Arcore aveva dovuto accontentarsi del ripiego. Proprio AbeUi, padre del neonominato primario di radiologia all'ospedale di Voghera, era andato all'assalto di Ce, provocando una risposta alla Ce: «La pobtica di Formigoni è al servizio del potere, non dei cittadini». Formigoni lo scomunica dalla giunta e lo sospende. La Lega, ovvio, non accetta e comincia il tormentone che mette la giunta sotto anestesia. H gioco è pesante, dalle pagine de La Padania cominciano a conteggiare le nomine di primari amici del Governatore, o come lui legati a Comunione e Liberazione. L'opposizione gongola e la sezione ds dell'ospedale di Niguarda distribuisce volantini con i nomi dei nuovi primari ciellini nominati da direttori ciellini. «Ci arrendiamo: tutti in pullman al prossimo meeting di Rimini». Si parla di un primario che nel curriculum infila una sua foto accanto ad un Cardinale ben voluto dai ciellini. Nulla di illeci- to, per carità. Un sistema di potere, piuttosto. Dalla discrezio- nahtà quasi assoluta. Da due settimane l'appunta- mento per il Consigho regionale era fissato per questi tre giorni, cosi da metter fine al tormento- ne e far sapere se Ce ci sarà ancora. Formigoni sembrava otti- mista, con la Lega i rapporti erano sempre stati più che accet- tabili, addirittura in un'intervi- sta aveva confidato un tenero «Io amo la Lega». Ma la Lega, alme- no da quando Ce è entrato in quell'assessorato, non ama For migoni. «Voghamo metter mano a^ sistema sanitario della Lom¬ bardia», ha dettato Bossi. E l'al tra sera h i aggiunto il carico pesante: «Se non si risolve il caso siamo pronti a non votare il bilancio regionale». E così si è arrivati al Consigho regionale di ieri mattina. Doveva essere quello della risposta, della fine della questione e avanti con la Giunta Formigoni. Eccesso di ottimismo. Confusione tra la giunta. Incertezze. Il capogruppo di Forza Italia Giube Boscagli, che del Governatore è anche co- gnato, costretto a chiedere il rinvio di sette giorni. Il presidente del Consigho regionale, il leghista Attilio Fontana, che acconsen te. Maristella Gelmini, la nuova coordinatrice di Forza Italia, che Si tuffa ^ politichese: «Dobbia- mo impegnarci in modo proficuo per risolvere in modo serio la situazione». Un'idea Bossi l'avrebbe: «Sedobbiamo togliere il nostro uo-mo, allora anche gli altri debbonotoghere il loro». Che sarebbe Abelli, il potente assessore di Pavia, personaggio fondamentale nell'ingranaggio della sanità lom barda. Formigoni potrà mai accet- tare quest'idea? Più no che sì. E si ritrova prigioniero delle sue ami cizie e delle sue alleanze politi che. Forse, ma non lo ammette rebbe mai, anche il Governatore ora si affida al San Martino che dà il nome alla villa di Arcore. Decidano Berlusconi e Bossi, mal che vada potrà dire che Ibanno costretto. Per salvare la Giunta e (forse) anche la faccia. DObbl aiSpOStO dO dCCeiLdie ld peiaild Oeild ^dnild regiOndie co calta anrho ™..™!.^ dncne 'accQccrvro a a Parvìir» ia ..a5.S?S.S.9.r?..a. .a...'a.nri.l9 Ia Il Governatore della Lombardia Roberto Formigoni Il Governatore della Lombardia Roberto Formigoni R MjSfim i Èmkjà IjM i't^KBBHHHHHH LexassessoreallaSanitàAlessandroCè