Il Guggenheim rimuove il direttore di New York

Il Guggenheim rimuove il direttore di New York THOMAS KRENS GOSTREnO A LASCIARE IL VERTICE DEL MUSEO DOP017 ANNI Il Guggenheim rimuove il direttore di New York Fiamma Arditi NEW YORK RIMOSSO. Dopo avere diretto per diciassette anni il museo Guggenheim di New York, Thomas Krens, guru del mondo dell'arte contemporanea, è costretto a lasciare il posto alla sua curatrice-capo Lisa Dennison. «Sotto la direzione di Krens la Guggenheim Foundation si è sviluppata fino a diventare una organizzazione molto diversa rispetto a quella che era quando e' arrivato lui nel 1988», ha dichiarato William Mack precidente della Fondazione. Se Krens è stato allora così bravo a trasformare il museo da luogo dell'arte in una fucina non solo di mostre, ma di capitali, se con la sua pohtica espansionistica il Guggenheim si è clonato e oltre a quella di New York e Venezia, ha aperto nel 1997 la sede di Bilbao con il progetto stellare di Frank Gehry, e poi la Deutsche Berlin e il Guggenbeim-Hermitage Museum al Venitian Hotel di Las Vegas, se le sedi del museo vengono visitate ogni armo da una media di due milioni e mezzo di spettatori, viene da chiedersi perché all'improvviso gh abbiano tolto lo scettro. Dobbiamo fare un passo indietro. A gennaio di quest'anno Peter Lewis, ex-presidente della fondazione, ma soprattutto contribuente numero uno del museo, aveva chiesto la testa di Krens. La motivazione era che il direttore si occupava più di costruire un impero che di programmare e gestire il budget. Nel braccio di ferro tra capitale e cervello, sembrava che una volta tanto avesse vinto il secondo. Lewis, visto che il suo ulti¬ matum non aveva avuto risultati, si era dimesso dal consigho di amministrazione, e aveva promesso di non cacciare più un soldo. E come avrebbe potuto andare avanti la bella rotonda di Frank Lloyd Wright, ridotta già in cattivo stato con tutti i muri estemi scrostati e come avrebbero potuto i duecento dipendenti sopravvivere? In superficie la situazione sembrava essere tornata stazionaria, finché pochi giorni fa è esploso il comunicato secco del consigho di amministrazione. «Abbiamo parlato di quasto cambio della guardia per un po'. Adesso è arrivato il momento», commenta Krens senza sbilanciarsi. «Lisa Dennison avrà' più spazio nello sviluppare i programmi del museo ed io sarò sollevato dalla gestione quotidiana». Come sempre succede in queste occasioni, il fatto che Krens sia stato silurato dalla direzione della sede di New York, è stato mascherato con una promozione. Rimarrà come direttore artistico di tutte e cinque le sedi del museo. Cosa vuol dire in termini pratici? Vuol dire che potrà continuare a tenere i suoi rapporti ad alto livello, potrà continuare a sviluppare in maniera tentacolare l'attività del museo aprendo nuove sedi a Hong Kong, Singapore, Guadalajara, ma le mostre sarà Lisa Dennison a deciderle. Per attirare visitatori lascerà la nuova direttrice spazio ai vari Armani, alle moto BMW, o alle mastodontiche mostre su Cinque mila anni di Cina, dieci secoli di Brasile oppure otto di Russia? Anche lei, alle dipendenze del museo da 27 anni, non si sbilancia: «Sono attaccata al Guggenheim. È l'unico posto dove ho lavorato ed ho aiutato a costrui¬ re la sua collezione. Questa sarà la mia priorità». Ecco la risposta. Costruire la collezione. Dacché era salito al trono Krens era stato accusato di avere venduto opere di Kandinsky, Braque, Brancusi per comprarne altre di artisti minimalisti e di arte povera, come la collezione Panza di Biumo. Adesso arriva una signora di cinquantadue anni, che non vuole costruire un impero, ma sempheemente gestire un museo e proteggere la sua collezione. Thomas Krens '-~^^X l H f M 0 L 0 m 0 fi 0 ' I! G «U i v Un'immagine del Museo Guggenheim di New York