Gabetti: regolare l'operazione Exor-lfil di Federico MongaGianluigi Gabetti

Gabetti: regolare l'operazione Exor-lfil FINAMZA IL PRESIDENTE DELLA HOLDING INTERVIENE NELLA POLEMICA SULL'INIZIATIVA CHE HA CONSENTITO AGLI AGNELLI DI MANTENERE IL 30,06oZo DI FIAT Gabetti: regolare l'operazione Exor-lfil La comunicazione alla Consob corretta nei modi e nei tempi « » Federico Monga TORINO «Nella complessa operazione che ha consentito alla famigha Agnelli di restare azionista di riferimento della Fiat, la comunicazione di Ifil alla Consob e al mercato è stata corretta». In una lunga e dettagliata lettera Gianluigi Gabetti, presidente della finanziaria torinese, risponde punto per punto alle critiche arrivate in questi ultimi giorni sull'ormai famoso equity swap passato di mano da Merrill Lynch a Exor e poi aU'Ifil. L'ultimo affondo, preceduto da editoriali e commenti di Marco Onado sul SoZe 24 Ore, Massimo Mucchetti sul Corriere della Sera e Alessandro Penati su Repubblica, è arrivato ieri a firma dell'ex commissario Consob Salvatore Bragantini, attraverso un intervento su la voce.info, il sito internet che raccoglie interventi di economisti indipendenti. In sostanza le critiche si possono riassumere in due punti: primo, Ifil doveva dichiarare al mercato che stava operando su titoli Fiat; secondo l'operazione ha influenzato le quotazioni di Borsa. Opinione comune di chi punta il dito contro Ifil è poi che la legge sull'informazione al mercato, dopo l'introduzione di strumenti sempre più sofisticati, abbia grossi buchi da colmare. Giudizio condiviso anche da Gabetti: «Penso che non ci si dovrebbe sorprendere se ci sarà una rivisitazione ben più profonda di tutta la nuova finanza». Con un'avvertenza però. Attenzione, gli strumenti sono così tanti e la carenza di regolamentazione così antiquata che si potrebbe arrivare ad una legislazione abnorme con il rischio di bloccare il mercato. Ma torniamo al nocciolo della questione: la correttezza delle comunicazioni alla Consob. In questa vicenda le date sono importanti. Gabetti ricorda che l'acquisto dei titoli da parte della banca d'affari Merrill Lynch su ordine di Exor, controllata al 700Zo dall'accomandita Giovanni Agnelli e al 300Zo dall'Ifil, avvenne tra il 26 aprile e il 7 giugno. Solo il 26 luglio e il 24 agosto, dopo che le azioni Fiat avevano segnato forti rialzi, la Consob chiese a Ifil se aveva informazioni in grado di giustificare l'andamento del titolo. Ifil rispose di non esser in grado. «Le anomalie - fa notare Gabetti - non potevano certo attribuirsi all'incidenza dell'equity swap conclusosi ben sei settimane prima». Questione di tempi ma anche di sostanza. «L'incidenza dell'operazione sul volume totale dei titoli Fiat trattati è stata del 15"'b». L'esperienza empirica insegna che per influenzare davvero i corsi azionari le cosiddette mani forti devono superare almeno il 60"'o. In ogni caso, come già spiegato, Ifil si è attenuta all'autoregolamentazione prevista dall'Isda, l'associazione intemazionale degli swap e dei derivati, che non pr i ^e comunicazione alle au: irìtì. Minpetenti in nessun Paese, .emmeiio alla Sec americana. Ali ìimotazione che Gabetti, in qualità di j i bidente del cda sia di Ifil che di Exor, non potesse non sapere, il manager fa notare che le due società hanno missioni diverse e si sono messe in moto in tempi diversi. Exor ha obiettivi speculativi, «è un investitore in cash e in prodotti finanziari». «L'operazione - precisa Gabetti - fu originata dalla sorpresa causata dall'improvvisa caduta della quotazione dei titoli Fiat avvenuta a metà aprile su livelli mf eriori al valore nominale, rifiutando implicitamente di condividere che la Fiat meritasse una quotazione tanto stracciata». Una classica occasione speculativa «con un pesante rischio di perdita». Ifil invece ha «una natura ben diversa che prevede investimenti a medio-lungo termine». Non speculativi ma strategici. «Ifil cominciò ad interessarsi all'operazione solo dopo l'S luglio quando l'amministratore delegato del Lingotto Sergio Marchionne incontrando gli analisti in Mediobanca segnalò che i conti della Fiat stavano decisa- mente migliorando». Tendenza poi confermata dai dati sul secondo trimestre, resi pubblici il 26 luglio, Il mese di luglio viene ricordato da Gabetti come «drammatico»: «C'era la convinzione che una nuo- va Fiat stesse nascendo, una Fiat capace di compiere quel tuma- round (svolta, ndr) del quale Ifil non poteva disinteressarsi». Intan- to nel quartier generale di corso Matteotti non si poteva non notare che a quei prezzi la Fiat era scalabi- le: «Sul retro della medaglia si profilava il rischio che in caso di una nostra assenza altri potessero intraprendere striscianti e perico- lose iniziative in un mercato nel quale gli scambi avevano raggiun to livelli preoccupanti». Insomma la posizione di Ifil come azionista di controllo era «minacciata», met tendo a rischio anche il manage ment «e di conseguenza il piano di rilancio dell'azienda», A quel punto tocca all'avvocato Franzo Grande Stevens studiare il dossier. «A fine agosto - racconta ancora Gabetti - Grande Stevens, dopo aver contattato a titolo perso naie e in forma riservata le autori tà competenti, mi comunicò di aver trovato una formula giuridica che avrebbe consentito di mantene re invariata la quota in Fiat, sfruttando l'occasione irripetibile delle emissioni di nuove azioni previste per il 20 settembre». Viene allora contattata Exor, parte la trattativa con MeiTÌ11 ^"-^ Bragiotti è no- minato advisor e si 3^3 ^ p0me. ri8gio del 14 settembre quando vennero consultati gli azionisti del- l&^SpSonefSeS sGTetti.fatti8' fmnat0 Giaillui8i «L'acquisto della banca Merrill Lynch non ha potuto influenzare l'andamento del titolo a Piazza Affari» « 11 mpcp Hi li inìin ^ Ctpfn «Il mese Ol lUgilO e SiaiO Hrammatirn il Tinnnttn arammaiico, n ungono pr^ arri\«tn alla cwnl?a tlld di I IVdLU dlld iVUlLd e altri potevano prendere il controllo del gruppo» Il presidente di Ifil, Gianluigi Gabetti

Luoghi citati: Exor, Torino