Kaiser Klammer: Ghedina e Rocca faranno scherzi alla mia Austri

Kaiser Klammer: Ghedina e Rocca faranno scherzi alla mia Austri L'EX RE DELLA LIBERA AMBASCIATORE DELLE NAZIONI UNITE E SOSTENITORE DEL MOVIMENTO OLIMPICO, SARA TEDOFORO ILLUSTRE Kaiser Klammer: Ghedina e Rocca faranno scherzi alla mia Austri «Prevedo: sfide di a to ive o A tutti dico: andate, garegg ate e vincete» Intervista DANIELA COTTO Franz Klammer, il re della libera Anni '70, l'imperatore incontrastato della velocità, si tiene stretto il record di cinque coppe del Mondo in discesa e quelle 26 vittorie di specialità che neppure Hermann Maier, StephanEberharter e Michael Walchhofer, gli eroi di oggi, hanno saputo strappargli. Il sovrano austriaco, occhiali da sole e look sportivo, si racconta tenendo fede a quel suo ruolo di algido che ha contribuito a scriverne il mito. Ma sotto questa dura scorza di icona dello sci c'è un uomo che dopo aver vinto tutto, l'unico in grado di sussurrare dolci parole alla regina delle piste, la Steiff, si è dedicato a chi è meno fortunato. Colpito dal drammatico incidente che ha inchiodato sulla sedia a rotelle il fratello, anche'egh ottimo discesista, il kaiser, a carriera archiviata, ha fondato la «Franz Klammer Foundation» per aiutare gli atleti infortunati che a cause di cadute non possono più condurre una vita normale. Klammer, lei è ambasciatore delle Nazioni Unite e attivo sostenitore del movimento olimpico. Che effetto le fa essere uno dei tedofori di Torino 2006? «Sono ancora molto deluso perché la Carinzia non ha ottenuto le Olimpiadi. Klagenfurt, insieme con Kranjska Gora e Tarvisio, aveva un bel progetto. Ma a Seul nel 1988 siamo stati esclusi dalla competizione finale. Forse i giochi erano già fatti. Vinse Torino. Ed eccoci qui». Qual è il messaggio che dà agli atleti, ai suoi eredi, per questo grande evento? «Andate, gareggiate e vincete. Senza paura. Indipendentemente dalla competizione sportiva, come ambasciatore spero che questa edizione dei Giochi offra grandi momenti di partecipazione e pace. Nel nome della solidarietà». Il suo sport oggi, con gli sci corti, è cambiato radicalmente. C'è molta differenza tra il suo modo di gareggiare e quello attuale? «Moltissima. Le piste hanno meno cunette, sono più lineari. E poi c'è la nev? artificiale. Noi non facevamo pesi ma correvamo molto e ci allenavamo andando in bicicletta». Klammer, qual è la vittoria che ama di più? «Innsbruck 76, la medagha d'oro alle mie Olimpiadi». I segreti della sua preparazione? «L'esperienza ti aiuta e dopo tanti anni di gare capisci ciò che è giusto per te. È stato questo il segreto della mia vittoria olimpica. La Svizzera è "colpevole" della mia medagha d'oro: loro in squadra avevano Roland Collombin, mi batteva sempre. Era diventato un mio chiodo fisso. A Innsbruck però sono partito bene, in mente avevo solo la mia libera. Ho pensato a scendere, non ai rivali. Così ho vinto». Come gesti la tensione e la pressione prima di quell'appuntamento decisivo della sua carriera? «La cosa mighore è ignorare tutti quelli che hai attorno. Devi dimenticarti della pressione. Per tutta la settimana prima della gara non ho guardato la televisione, non ho letto i giomah e ho cercato di evitare quelli che potevano farmi domande sulla gara. Mi sono concentrato solo sulla pista. Il mio unico pensiero era lei, la discesa. Mentalmente ripassavo la traiettoria, le linee. Non ho neppure partecipato alle varie cerimonie. L'unica concessione è stata una cena con gli amici». Parliamo dei Giochi di oggi. Il suo paese, l'Austria è^a regina delle piste. Il Wunderteam, la squadra delle meraviglie, sarte favorita. Pronostici? «Abbiamo dieci atleti di grandissimo livello. Ma come sa di questi solo quattro avranno il posto. In libera cito alcuni grandi come Maier, Fritz Strobl e Walchhofer. Ma io non sono l'allenatore della Nazionale e la stagione deve ancora iniziare. Le gare di Coppa potrebbero riservare sorprese». E l'Italia? Come la vede? «Dovete puntare su Rocca, farà bene. E poi c'è il mio amico Ghedina. Se Kristian si concentra solo stillo sci, a Torino può stupire tutti. Per me il suo risultato l'anno scorso a Chamonix non è stata ima sorpresa. Ho visto che avete anche qualche giovane in grado di far risultati. Attenti però, adesso non dovrete più cambiare nulla nello staff. Prima dei G«rscvLCd«lmpaE Giochi non si fanno rivoluzioni». Lei ha lasciato il circo bianco criticando la Federazione intemazionale. Anche Miller a fine stagione l'anno scorso ha proposto un suo circuito alternativo di professionisti. «Come Rode ho provato a cambiare la Coppa del Mondo. Senza successo. Questo dimostra che il campione americano è un uomo vero e porta avanti le sue idee. Lui fa show ma è un grande. Come Ghedina. Lo sci ha bisogno di atleti così. Veri». Scia ancora? «Certo. Mi piace da matti. Ma con lo sport agonistico ho chiuso. Ora mi occupo di pubblicità. Scio per piacere e passione con i miei amici. E per lavoro. Ovunque, in Europa e in America». Gli amici italiani «Dovete puntare sulla classe di Giorgio e sull'esperienza di Kristian. Ed evitate rivoluzioni nello staff» Fenomeno Miller «Bodeèunoshowman ma è un uomo vero Lo sci ha bisogno di atleti così, che hanno il coraggio delle idee» Franz Klammer, 52 anni a dicembre, con la fiaccola olimpica di Torino 2006 Kaiser Klammer: Ghedina e Rocca faranno scherzi alla mia Austri «Prevedo: sfide di a to ive o A tutti dico: andate, garegg ate e vincete»