Artigiani contro il nuovo Tfr Maroni: sono calcoli sbagliati di Marco Sodano

Artigiani contro il nuovo Tfr Maroni: sono calcoli sbagliati WELFARE STUDIO CGIA: LE PMI IN ROSSO D11,7 MILIARDI TRA PRESTITI E INTERESSI Artigiani contro il nuovo Tfr Maroni: sono calcoli sbagliati L'accusa: «Così condanna i piccoli» Il ministro: «Ignoranza oppure malafede» Marco Sodano Un miliardo e settecento milioni di prestiti da chiedere, 69 milioni di interessi da pagare. L'ufficio studi della Cgia di Mestre ha calcolato il costo della riforma del Tfr per le piccole e medie imprese italiane. Sono dolori: anche se la proiezione degli artigiani Cgil prende in considerazione l'ipotesi - remota, almeno nella fase di avviamento - che tutti i lavoratori decidano di destinare la loro liquidazione ai fondi. Gli analisti concordano nella previsione di una partenza «morbida», ma è sicuro che i professionisti della previdenza lavoreranno sodo per conquistare quote di mercato sempre più ampie. Lo stesso ministro del Welfare Roberto Maroni ha illustrato i suoi dati: dicono che entro tre o quattro anni confluiranno nei fondi 10 dei 13 miliardi cui ammontano complessivamente oggi le liquidazioni dei lavoratori italiani. Di fronte ai dati della Cgia Maroni taglia corto: «L'analisi è una clamorosa e forse voluta stupidaggine. La riforma del Tfr non solo prevede che le imprese non abbiano oneri aggiuntivi, ma addirittura che ci guadagneranno. I dati sono assolutamente fasulli e non considerano le norme di salvaguardia che abbiamo messo nella riforma: né il protocollo con l'Abi, né le altre misure di compensazione. È un tentativo di screditare un'azione di riforma sulla base di illusioni ottiche e ignoranza dei documenti». Il ministro boccia senza appello le previsioni: «Non avverrà nulla di quanto pronosticato. Abbiamo fatto la riforma con un occhio particolare alle pmi che conferiranno il Tfr e posso dire che avranno zero costi finanziari, credito assicurato e riduzione del costo del lavoro». A Mestre sostengono invece che lo studio si basa proprio sull'accordo siglato in settimana tra ministero e Associazio¬ ne bancaria italiana (Ahi): il protocollo stabilisce un interesse massimo del 4,160Zo in cambio di credito per tutte le imprese che si troveranno a fronteggiare mancanza di liquidità per la perdita del Tfr che fino ad oggi viene accantonato dall'azienda (vale circa il 70Zo delle retribuzioni). Lo studio, soprattutto, dice che le famigerate «misure compensative» su cui il decreto di riforma s'è impantanato per intere settimane non compensano quanto si sarebbe aspettato. E non è cosa da prendere alla leggera, avverte il segretario della Cgia Giuseppe Bertolussi: «Siamo solo nel campo delle ipotesi, ma questi dati dimostrano che, se non saranno messe in campo delle misure compensative che pareggino le perdite di liquidità per le piccole e micro imprese, il tracollo finanziario è molto probabile». Non manca una classifica regione per regione delle cifre «sottratte» alle piccole e medie imprese. Al primo posto c'è la Lombardia, con una quota di 344 milioni di euro circa. Secondo il Veneto: 255 milioni tra oneri finanziari e perdita di Tfr. Al terzo posto l'Emilia Romagna con 189. Il Piemonte è quinto: le imprese perderanno poco più di 145 milioni. In fondo alla classifica, la Valle d'Aosta, 4,4 milioni. Secondo la Cgia non è quello di cui ha bisogno il sistema economico italiano. Ancora Bertolussi: «Le piccole e medie imprese sono provate da una crisi che dura ormai da quattro anni e indebitate strutturalmente. Se il Governo non interverrà in maniera puntuale la riforma del Tfr condannerà una buona parte dell'economia italiana. Quella, per capirci, che in questi ultimi anni di crisi ha retto dal punto di vista occupazionale il Paese». IL COSTO DELLA RIFORMA La spesa che le piccole e medie imprese artigiane dovranno affrontare, se tutti i loro dipendenti decideranno di trasferire il loro trattamento di fine rapporto ai fondi pensione (cifre in migliaia di euro) ■; « Lombardia ^Veneto « Emilia Romagna ■i'.lbsQtìà'i • Piemonte • Puglia Stdlia;;; • Campania Lazio ^^HÉH • Friuli Venezia Giulia Trentino Alto Adlg e Abruzzo «Umbria^ • Sardegna Liguria;:' « Calabria Basilicat. :- Molise ^ Valle d rotaie Italia IMPATO ECONOMICO GLOBALE PER LE AZIENDE 344.4^7 ì 1.731*430

Persone citate: Bertolussi, Giuseppe Bertolussi, Maroni, Roberto Maroni