Musici alla corte dello Shah

Musici alla corte dello Shah Musici alla corte dello Shah Un viaggio tra le sonorità dell'Iran con Leyli Ensemble e Razbar Ensemble DI A anni, portando neUe sale da concerto cittadine strumentisti pigmei, marionette indonesiane, opera cinese e danzatrici cambogiane. Settembre Musica ha abituato i torinesi a viaggiare verso «altri mondi» e civUtà musicali. La carreUata etnomusicologica dell'edizione 2005 spazia su alcune tradizioni musicah deU'Iran, un naese che forse associamo P'O facilmente a recenti conflitti e integralismi religiosi o ai fasti della corte deUo Shah che alla sua storia plurimiUenaria, che ha visto gli imperi dei Medi e di Ciro il Grande, e l'uso deUa ruota, dell'aratro e dell'arpa quando i nostri antenati si dipingevano ancora la faccia di blu. Gli iraniani si chiamano ancora Persiani, Khorasanesi, Turkmeni, Azerbaijani, Kurdi, Baluchi, e le loro musiche hanno radici antiche e caleidoscopici legami con le tradizioni indopakistane, arabe e perfino africane e tzigane. Quest'escursione tra le musiche d'Iran prenderà avvio con i canti lirici ed epici e le musiche rituali «di guarigione» dei Baluchi, popolazione stanziata anche ben oltre i confini afgano e pakistano della provincia iraniana che da loro prende il nome. Si esibisce il Makran Ensemble (al teatro Gobetti, giovedì 22, ore 18, e sabato 24, ore 21). Potremo poi ascoltare, sempre al Gobetti, giovedì 22 alle ore 21, e venerdì 23 aUe 18, il «canto libero» basato suUa poesia classica persiana e sul repertorio canonico dei «dodici modi», talvolta raffinatamente «contaminato» dalla tradizione popolare, nelle rare interpretazioni di un gruppo tutto al femminile, il Leyli Ensemble e di queUo misto dei giovani talenti raccolti dal maestro Mozafar Shaf i'i nel suo Rasi Ensemble. A rappresentare le regioni e le etnie deU'Azerbaijàn, del Khorasàn, del Lorestàn e del Turkmenistan, saranno in seguito di scena i bardi, gh àsheq («innamorati») e i bakhshy («narratori») che canteranno beUezze e amo- ri, storie epiche e odi rehgiose, come sono sohti fare, accompagnati da vieUe e huti, durante le feste e le ricorrenze che h portano ancora oggi di borgata in borgata. Vari esponenti di queUa tradizione saranno in concerto al Gobetti venerdì 23 alle 21 e sabato 24 aUe 18). Mentre questi pi imi tre appuntamenti prevedono deUe repliche, l'ultimo sarà unico (domenica 25, al Teatro Nuovo, ore 21), anche in ragione deUa particolare natura deUa «performance». Le virgolette sono d'obbligo; il Razbar Ensemble, gruppo di musicisti kurdi appartenente all'antico ordine mistico degli Abl-i Haqq, i «ferventi del Vero», ha deciso di portare in tournée e condividere con un pubbhco di non iniziati i cerimoniali jam e zekr, dove canti responsoriah sacri, melodie, ritmi e anche danze costituiscono un modo di esprimere intensamente la devozione e l'aspirazione aUa trascendenza dei fedeU. A fronte di una consistente presenza di strumenti, le cui tipologie e i cui stessi nomi (liuti setàr, 'ud e tamburag, vieUa rabàb o cetra benju) evocano parentele più o meno strette con tradizioni di altri paesi vicini e lontani, U carteUone iraniano di Torino Settembre Musica, reahzzato ancora una volta in coUaborazione con l'Atelier d'Ethnomusicologie di Ginevra, dà grande spazio alla voce e al canto. I problemi di comprensione che il persiano antico o le lingue dei diversi gruppi etnici potrebbero ragionevolmente dare alla maggior parte del pubbhco saranno evitati daUe introduzioni che terrà un esperto italiano, Giovanni De Zorzl, protagonista anche, con Laurent Aubert e Jean During, dell'incontro introduttivo di mercoledì 21 aUe 17 al teatro Gobetti, coordinato da Enzo Restagno, per la presentazione del volume di During suUe musiche deUa civUtà iranica. Sergio Bonino

Luoghi citati: Ginevra, Iran, Torino