In un cedro tre secoli di storia

In un cedro tre secoli di storia | CURIOSITÀ' BOTANICA In un cedro tre secoli di storia GRANDE ED ELEGANTE ALBERO MONUMENTALE A MONTALENGHE. NEL CANAVESE Renato Ronco M I avvicino sempre con timidezza e rispetto agli alberi antichi. Sono testimoni di mille avvenimenti. Testimoni silenziosi ma carichi dei segni, a volte delle cicatrici di tutto quanto è successo attorno a loro nel passare dei secoli, a volte millenni. Questo aver resistito a tante avversità li pone ai miei occhi come dei vecchi saggi che ci possono dispensare, nel loro silenzio, serenità, saggezza, forza. Nei pressi di Torino c'è uno di questi alberi, forse il più imponente d'Italia, un vero monumento; sono rimasto incantato la prima volta che ho potuto vederlo, tanto che ho sentito il bisogno di ritornare per poter godere con più calma della sua compagnia. Sto parlando del cedro di Montalenghe (Cedrus atlantica). E' cresciuto in modo inconsueto per un cedro. Di solito i cedri hanno un unico possente tronco, in questo caso invece otto enormi branche partono dal livello del terreno. Un ramo del diametro di quasi 50 centimetri si protende curiosamente per una decina di metri a valle, per poi, dopo un improvviso, gomito risalire; ci si può sedere e dondolare, la lunghezza gli dà una flessibilità tale da fame un'altalena. Forse Thomas Pakenham non sapeva dell'esistenza di questo albero spettacolare, altrimenti gli avrebbe senz'altro riservato una pagina sul suo libro «Grandi alberi del mondo». Anche la storia del parco che ospita da quasi 300 anni questo albero eccezionale è stata ricca di eventi. La proprietaria lo donò, insième con la grande villa del Settecento che si vede dalla statale che porta a Ivrea, ai Salesiani; poi fu acquistato dalla Fraternità Sacerdotale San Pio X, fondata da monsignor Marcel Lefebvre, che per la sua fedeltà alla tradizione fu prima sospeso a divinis e poi scomunicato. Negli anni la Fra- temità San Pio X prosperava e Montalenghe diventava il Priorato San Carlo, che utilizzava le numerose costruzioni che costituivano le parti rustiche della grande villa, mentre questa non era abitata e di conseguenza sempre più decadente. Il Priorato è tuttora luogo di incontri e ritiri spirituali. Ho incontrato i «custodi», don Emanuele e don Giuseppe, che mi hanno permesso di visitare e fotografare il parco. I Cedrus atlantica sono originari delle montagne dell'Atlante appunto, tra l'Algeria e il Marocco. Da noi si sono trovati benissimo, anche le specie Cedrus deodara, proveniente dalTHimalaya e Ce¬ drus libani, sempre più raro nelle montagne del Libano. Fino a pochi anni or sono venivano molto utilizzati nei nostri giardini, ora stanno passando di moda, come tutte le conifere. Peccato. Pare che siano incorso trattative per cedere a un privato la villa e la maggior parte del parco, che ospita oltre al grande albero anche un altro gigantesco cedro, ma non così inconsueto. Qualcuno si augura che il parco venga aperto al pubblico, io spero proprio di no. Mi vedo già ragazzi die si dondolano su quel ramo speciale e si arrampicano sui tronchi danneggiandoli. Questo albero è un vecchio patriarca e come tale non bisogna importunarlo. Ora gode ottima salute, è stato seguito e assistito con competenza e amore ed è inserito nello speciale elenco previsto dalla legge regionale 50/95 per la tutela e valorizzazione degli alberi monumentali del Piemonte. Al Comune di Montalenghe, immerso nel verde e circondato da beUissimì boschi di castagno non mancherà certo, come non è mancato finora, questo spazio. E' auspicabile però un impegno da parte dei proprietari al fine di permettere la visita a chi è interessato ad ammirare questo esemplare unico, come una rara opera d'arte. Il Cedrus atlantica di Montalenghe (Piemonte), un antico e straordinario albero monumentale

Persone citate: Marcel Lefebvre, Renato Ronco, Thomas Pakenham