Arresti domiciliari per il presidente del Genoa Preziosi
Arresti domiciliari per il presidente del Genoa Preziosi GIUSTIZIA PER L'IMPRENDITORE STRANE PLUSVALENZE E COMPRAVENDITE DI CALCIATORI iilii Arresti domiciliari per il presidente del Genoa Preziosi H giudice teme la bancarotta fraudolenta starebbe provocando un crac da 33 milioni Mario Cavallanti COMO Enrico Preziosi starebbe provocando un crac da 33 milioni di euro al Genoa Calcio. È il rischio di una seconda bancarotta fraudolenta, dopo quella che il pubblico ministero Vittorio Nessi contesta per il Calcio Como 1907, che ha fatto scattare gli arresti domiciliari nei confronti dell'imprenditore dei giocattoli con interessi sparsi tra l'Italia e Hong Kong. Il giudice preliminare Nicoletta Cremona si è convinta della bontà dell'allarme lanciato nelle scorse settimane dal commercialista Maurizio Grassano sui conti di Preziosi e del suo Genoa: dall'ottobre del 2003 al giugno scorso, sostiene il professionista milanese ingaggiato dalla Procura della Repubblica di Como come consulente tecnico, il passivo sarebbe salito sensìbilmente, da 12 a 17 milioni di euro, somma che andrebbe praticamente raddoppiata se, spulciando nel¬ la contabilità, si bada alle plusvalenze provocate da compravendite di giocatori molto bravi e molto costosi soltanto sulla carta. Un paradosso apparente lega i conti del Genoa a quelh del Como, dichiarato fallito nel dicembre del 2003. Se sotto la Lanterna Enrico Preziosi starebbe gonfiando a-dismisura i ricavi delle vendite, a Como invece i giocatori li avrebbe regalati, depauperando il patrimonio della società a danno di centinaia di creditori, dall'ufficio delle imposte all'oste che sfamava i calciatori. È la cosiddetta bancarotta per distrazione, di cui l'imprenditore deve rispondere assieme ad Aleardo Dall'Oglio e Massimo D'Alma, rispettivamente presidente e amministratore delegato dell'ultimo Calcio Como, accusati anche di falso in bilancio. Indagato, per la compravendita di due giocatori con valori ritenuti falsati, anche il direttore generale della Juventus, Luciano Moggi. Tra le 112 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare notìficate ieri mattina nella sede della Giochi Preziosi da due militari in borghese della Polizìa tributaria, emergono affari curiosi. Come quello perfezionato il 2 gennaio del 2002 tra Como e Ternana per il giocatore Daniele Guzzetti, Goduto per un milione e riacquistato subito dopo per 516 euro. Nel 2003, due giocatori delle giovanili sconosciuti a tutti, tali Consta e Lionelh, avrebbero girato tra Ancona e Como provocando a quest'ultimo la ragguardevole plusvalenza di due milioni e 839 mila euro. Il grosso del danno, però. Preziosi lo avrebbe provocato firmando il bilancio del 2003, in ottobre, quando già aveva acquistato il Genoa Calcio. Un drappello di giocatori di valore, come quel Makinwa che quest'anno, a Palermo, infila un gol dopo l'altro, passa dal lago di Como al golfo di Genova a prezzi irrisori o addirit¬ tura gratis. Del gruppo farebbero parte, oltre ah'attaccante del Palermo, anche colleghi come Bjelanovic, Lazetic, Colacone, Belinghieri. Caccia, Greco, Yapi. Preziosi, interrogato il 25 maggio scorso, aveva spiegato la strana operazione con la necessità di liberare i conti del Calcio Como, ormai finito in serie C, dal gravame di ingaggi pesanti, per venti milioni di euro, firmati quando la squadra giocava ancora contro Juve, Milan e Inter. Una tesi che almeno in un caso fa a pugni con i risultati dell'inchiesta: uno dei giocatori passati al Genoa, il difensore Gregori, pochi mesi dopo tornò al Como dietro pagamento di 750 mila euro. Tutte accuse che secondo i difensori di Preziosi, Lorenzo Crippa e Alfredo Biondi, non giustificherebbero comunque la gravità della misura cautelare. Anche se Preziosi non la sta scontando in carcere, ma nella sua villa di Desenzano del Garda. II presidente del Genoa Calcio Enrico Preziosi
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