Steinbrueck lo scacchista

Steinbrueck lo scacchista IL SOCIALDEMOCRATICO MANAGER PRAGMATICO Steinbrueck lo scacchista personaggio dal corrispondente da BERLINO Se Peer Steinbrueck avesse vinto le elezioni del 22 maggio 2005 nel NordRenoWestafalia, Gerhard Schroeder non avrebbe chiesto il voto anticipato. Invece ha perso - undicesima sconfitta consecutiva della Spd in elezioni locali - e il canceUiere si è dimesso. Il paradosso è che adesso potrebbe diventare.lui, se non cancelliere, almeno vicecancelliere. Come minimo ministro, in una Grande Coalizione. «Accetterebbe?», gli hanno chiesto ieri. «Non rispondo finché non è chiaro chi formerà questo governo». Pregiudizi verso un governo nero-rosso non ne ha, e lo ha sempre detto chiaramente. Ieri ha solo aggiunto: «Non dobbiamo escludere troppo in fretta nessuna opzione». Steinbrueck, 58 anni, è un avvocato cresciuto politicamente nello Schleswig-Holstein accanto al ministro-presidente Heide Simonis, anche lei caduta nel voto regionale di quest'anno. A Duesseldorf è arrivato solo nel '98, come ministro delTEconomia di Wolfgang Clement. Che, quando fu chiamato a Berlino da Schroeder dopo la vittoria del 2002, gli propose di prendere il suo posto. «Avevo 24 ore di tempo per pensarci, ho deciso in 5 minuti», ha raccontato Steinbrueck. La velocità di decisione l'ha coltivata con gli scacchi. Una storia che gli piace raccontare è quella della nonna danese, che a 6 anni gli ha insegnato le regole, ma non l'ha mai fatto vincere. Neppure una patta, gli regalava. «Quando a 13 anni l'ho battuta per la prima volta, è stato un successo vero. Ho capito il mio valore. Niente ha fatto bene alla mia autoconsapevolezza quanto quella vittoria». La figura politica di riferimento di Steinbrueck è l'ex canceUiere Helmut Schmidt, il che è singolare in un partito dove è obbligatorio amare Willy Brandt e ancor più in una regione come il rosso NordRenoWestalia, per 20 anni regno di Johannes Rau. Steinbrueck appartiene alla categoria di quelh che pensano non con la pancia ma con il cervello, 'come Schimidt. Una questione di carattere, ma anche di metodo, che lo porta a cercare la risposta più adeguata ai problemi del nostro tempo. Oggi non serve più il modello pohtico del padre generoso. Serve un manager della pohtica, che a mente lucida sa prendere decisioni anche impopolari e portarne le conseguenze. Un uomo capace di resistere alle pressioni, saldo nella sua rotta. Schmidt, congratulandosi dopo la chiamata a ministro-presidente, gli aveva dato un solo consiglio: «Devi essere fermo». Steinbrueck l'ha ascoltato e ha subito pagato le sue scelte: a maggio i cittadini l'hanno mandato a casa. Ma rimane uomo popolare e stimato: per la sua competenza e la volontà di lottare, l'autenticità e l'eloquenza. Ha un umorismo sottile, ironico e autoironico, indispensabile per ottenere consenso tra gli amabili renani, i tedeschi con il più grande Carnevale della Germania. In panchina è rimasto pochi mesi. Aveva detto che si sarebbe dedicato interamente alla moghe e ai loro tre figh - «il mio maggior successo» - e l'ha fatto. Sapendo benissimo che sarebbe stato un impegno a tempo determinato, [m. ver.) Peer Steinbrueck

Luoghi citati: Berlino, Germania