L'Est resta rosso, i neonazia non sfondano di Anna Zafesova

L'Est resta rosso, i neonazia non sfondano NELL'EX DDR IL LINKSPARTEI HATRIONFATO RIPORTANDO I COMUNISTI IN PARLAMENTO L'Est resta rosso, i neonazia non sfondano Anna Zafesova «Ne valeva la pena, ce l'abbiamo fatta»: in ima Germania dove i leader dei due grandi partiti si proclamano entrambi vincitori pur avendo subito un colpo duro nelle urne, c'è qualcuno che ha la faccia del vincitore, e ne ha tutti i motivi. Oskar Lafontaine, la pecora nera, anzi, rossa, della sinistra tedesca, ha sbancato. Il suo Linksparteì, nato soltanto nel luglio scorso da una miscela di ex comunisti dell'Est di Gregor Gysi, sindacati, e scontenti defl'Spd, ha conquistato 1*8,7^0 e 54 seggi nel nuovo parlamento, diventando a sorpresa il quarto partito nazionale. E così, il popolo della sinistra esulta, e i leader del Linkspartei assumono toni da salvatori della patria: «Da oggi la Germania si trasforma, grazie a noi», ha dichiarato Gysi, che insieme a Lafontaine copresiederà il nuovo gruppo in parlamento. Del resto, l'obiettivo che la Nuova Sinistra si poneva fin dall'inizio, è stato raggiunto: «Il governo rosso-verde è stato fatto fuori, mentre non è possibile la coalizione nero-gialla», riassume ancora Gysi. Che era quello che Lafontaine voleva fin da quando si è lanciato neh'avventura del Linkspartei, diventando quella scheggia pazza che scombussola la poffiica tedesca, dichiaratamente non puntando al governo, ma rendendo difficile ogni ipotesi di coalizione. Che questa situazione sia in gran parte merito della Nuova Sinitra, lo dimostrano le cifre. La Usta di Lafontaine-Gysi ha stravinto nel Land dell'Est, prendendo il ae^ (l'unica regione dell'Ovest dove ha avuto un ottimo risultato, il 18,5, è nel Saar governato da Lafontaine per 13 anni) e riportando in parlamento gh ex comunisti. Che nel 2002 da soli non ci erano riusciti. Ci voleva «Oskar il Rosso», con la sua energia e la sua retorica incisiva: «Tutti gh altri partiti vogliono mettere mano al portafoglio del popolo, noi a cpiello dei ricchi», gridava ai suoi comizi. Si è appellato ai «piccoli uomini», ai delusi della ex Ddr e agli impauriti dalle riforme di Schroeder, promettendo più pensioni, più sussidi, più tasse per i ricchi. Ma anche scaghandosi contro gli ex fratelli degh altri Paesi dell'Est che rischiavano di invadere il mercato del lavoro tedesco, definendoli «fremdarbeiter», lavoratori stranieri, un termine con ui in epoca nazista si definivano i deportati in Germania. Terminologia che gh è valsa l'etichetta di populista e l'accusa da parte del ministro degh Esteri, il verde Joschka Fischer, di essere in realtà una voce della destra come Joerg Haider, e non della sinistra. Resta da registrare il fatto che la destra neonazista dell'Npd non è riuscita a superare lo sbarramento del òV*, anche se è cresciuta di uno-due punti in alcuni Land dell'Est. Proprio quelli dove ha sbancato il Linkspartei. Gregor Gysi ha smentito durante la campagna elettorale di voler assorbire il voto di destra: «Chiediamo il bando dei neonazi», ha detto aggiungendo però poi che se qualche elettore deluso si accorge che il voto per l'estrema destra non è l'unica soluzione, e si sposta sul Linkspartei, «è meglio così, no?». Polemica, odiosa sia a Schroder che a Merkel - entrambi indicano Lafontaine come unico da escludere da qualunque ipotesi di coalizione - la Linkspartei è comunque una nuova realtà irreqieta della pohtica tedesca. E si farà sentire subito, alle elezioni posticipate al 2 ottobre di Dresda 1, che dovranno assegnare altri tre seggi. Sono fondamentali per Schroeder che per sperare di vincerli in una circoscrizione dove i cristiano-democratici sono favoriti, ha una sola strada: convincere Lafontaine, così popolare nell'Est, di dirottare suÙ'Spd i voti dei suoi fedelissimi. Ora Oskar Lafontaine diventerà decisivo per il voto posticipato del 2 ottobre a Dresda

Luoghi citati: Ddr, Dresda, Germania