Arriva la vendetta di Oskar il Rosso

Arriva la vendetta di Oskar il Rosso LA LINKSPARTEI LA SINISTRA DI LAFONTAINE E GYSI CONQUISTA L'8,5 PER CENTO VINCENDO CON l VOTI DI NOSTALGICI E SCONTENTI Arriva la vendetta di Oskar il Rosso personaggio ANNAZAFESOVA Nessuno vuole fare un'alleanza con lui: sia Angela Merkel che Gerhard Schroeder hanno fatto il nome del suo partito come unico da escludere in qualunque modello di qualunque coahzione. Ma nonostante ieri non sia riuscito nemmeno a vincere un mandato diretto per il parlamento nel suo feudo del Saar, Oskar Lafontaine è uno dei veri vincitori di queste elezioni tedesche. Entrerà in parlamento lo stesso, grazie al1*8,6 per cento dei voti raccolti nelle urne dalla sua Linkspartei, un neonato che però già diventa la quarta forza politica della Germania. E del resto, lo stesso Lafontaine ha dichiarato subito dopo le elezioni che il suo obiettivo non era andare al governo, meno che mai con quella sinistra social-democratica con la quale ha rotto. La scommessa di «Oskar il Rosso» era un'altra e l'ha vinta: vendicarsi di Gerhard Schroeder e dell'Spd che con le sue riforme «liberali» aveva, secondo Lafontaine, tradito gli ideali della sinistra. Sei anni fa il canceUiere aveva emarginato uno dei personaggi più in vista del suo partito, che per 13 anni aveva governato il Saar ed era diventato il presidente dell'Spd. Lafontaine, il «Napoleone del Saar» famoso per i suoi gesti spettacolari e maestro di colpi di scena, ha ieri gustato in pieno la sua vendetta: a Berlino la Linkspartei ha raggiunto il 16,4 per cento, superando il 30 nei quartieri orientali. In alcuni Land deli-Est è stato sfiorato un quarto delle preferenze. Una cifra frutto anche dell'alleanza con il Pds di Gregor Gysi, leader di quanto era rimasto dei comunisti della Ddr. Ma il confluire del voto nostalgico non basta a spiegare il successo di «Oskar il Rosso»: alle elezioni del 2002 Gysi da solo non era riuscito a superare lo sbarramento del 5 per cento. Il salto qualitativo che è stato possibile facendo confluire nella Linkspartei della «Nuova sinistra)) non soltanto gli orfani del comunismo, ma gli scontenti dell'Spd, che hanno staccato a morsi i consensi a Schroeder. Un miracolo che entrerà nei manuali della politica, con un partito nato soltanto nella scorsa di primavera, dopo la definitiva rottura di Lafontaine con i socialdemocratici. Da allora 62enne Oskar non si è fermato un attimo, arringando le piazze in una campagna martellante. Non si è fatto disarcionare nemmeno dalla polemica sulle sue abitudini al lusso, che pure gli erano costate qualche punto nei sondaggi. La stampa popolare ironizzava sulle tre L (Lafontaine, Lusso, Linke), ma i. suoi fedelissimi l'hanno difeso con un paragone forse troppo lusinghiero: «Oskar paga le tasse e può quindi godersi il suo patrimonio, anche Marx si godeva i suo piaceri, non è necessano essere poveri», ha detto Rodo Ramelow, il coordinatore della campagna elettorale della Nuova Sinistra. E così abbronzato, scattante, carismatico, Oskar si è goduto le sue vacanze da ricco per poi presentarsi al suo popolo di scontenti, nostalgici, arrabbiati e impauriti; «La ^ente non vuole una politica che si fondi sull'abbattimento dello Stato sociale», ha commentato ieri raggiante le prime proiezioni elettorali. Agli elettori aveva promesso di diventare «la smistra del futuro», raccogliendo l'eredità della retorica sulla «difesa dei lavoratori» e corteggiando i sindacati, ma anche lanciando slogan più «moderni» come la liberalizzazione del consumo di droghe. Ora l'enfant terrible della politica tedesca diventa l'ago della bilancia, il suo appoggio potrebbe risultare decisivo sia per Schroeder che per la Merkel, ma nessuno vuole avere a che fare con questo personaggio esplosivo. Ma a Lafontaine non dispiace: nel prossimo parlamento avrà 54 seggi (di cui tre vinti con mandato diretto) e si ritiene soddisfatto per «aver impedito che venisse smontato lo Stato sociale». Promette che rimarrà all'opposizione, il luogo dove tutto sommato «Oskar il Rosso» si sente più a suo agio. Oskar Lafontaine, leader della Linkspartei

Luoghi citati: Berlino, Ddr, Germania