La globalizzazione secondo Clinton «Non deve decidere solo il mercato»

La globalizzazione secondo Clinton «Non deve decidere solo il mercato» IL FORUM ALTERNATIVO LE RICETTE DI OTTOCENTO LEADER DELLA POLITICA E DELL'ECONOMIA MONDIALI La globalizzazione secondo Clinton «Non deve decidere solo il mercato» reportage MAURIZIO MOUNARI corrispondente da NEW YORK «Net talk but action», niente chiacchiere ma azione. Bill Clinton ha aperto nel segno della concretezza la «Global Initiative» di fronte ad una platea di ottocento leader della politica e dell'economia provenienti da cinque continenti ed invitati per iniziare a dare sostanza alla post-globalizzazione. «E' oramai chiaro che alla globalizzazione il mercato da solo non basta - ha detto l'ex presidente riassumendo il salto da compiere - anche la società civile deve fare la sua parte». Quando dice «società civile» Clinton intende la galassia delle organizzazioni non governati- ve, ma anche il mondo della politica ed è a costoro che chiede di unirsi all'economia nel diventare protagonisti della globalizzazione. Clinton scom- mette sulla possibilità di creare un network umano, capace di identificare ricette nuove per affrontare la guerra al terrori- smo come il sottosviluppo e la carenza di energia. Proprio per spingere la società civile a fare la propria parte, la formula della «Global Initiative» preve- de tre giorni di forum su quat- tro temi-chiave della politica internazionale - povertà, con- flitti di religione, clima e gover- nabilità - durante i quali i presenti si assumeranno degh impegni concreti. Il prossimo anno saraimo chiamati a rìspon- dere del loro operato alla secon- da edizione del summit. «Se non manterrete gh impegni presi, l'anno prossimo non sarete invi- tati» ha ammonito Clinton, che ha poi dato vita ad una discus- sione sul palco con il re di Giordania Abdallah II, il pre- mier britannico Tony Blair, il segretario di Stato CondoleezzaRice e tre imprenditori di spie- co: Rubert Murdoch di New Corporations, Richard Parons di Time Warner e Howard Strin- ger di Sony. Il parterre politico ed econo- mico è rigorosamente bipartì- san perché l'intenzione dell'ex presidente è di dare vita ad un laboratorio di progetti a cui potranno attingere governi tan- to progressisti che conservato- ri. Nulla da sorprendersi dun- que se la moglie Hillary, senatri- ce democratica da molti consi- derata possibile candidata alla Casa Bianca nel 2008, ed Eliza- beth Cheney, figlia dell'attuale vicepresidente e responsabile della «promozione della demo- crazia» al Dipartimento di Sta- to, si alterneranno attorno agh stessi tavoli, magari per sostenere iniziative di opposto tenore. Kofi Annan, impegnato come segretario generale dell'Onu a guioare il summit in atto al Palazzo di Vetro, ha confessato che vorrebbe avere a disposizione un «vertice ad inviti come quello di Clinton», Fra i primi a raccogliere l'approccio fattuale delrex presidente democratico - che guidò ia casa Bianca dal 1992 al 2000 " ^ è stat0 ^ filantropo scozzese Tom Hunter, contribuendo per cent0 milioni ^ dollari ad un fondo per combattere la povertà che ha raccolto tre volte tanto. A rappresentare lltalia neDa ballroom del secondo piano dello Sheraton di Midtown vi erano il leader dell'Unione, Romano Prodi, il presidente dei Ds, Massimo D'Alema, il responsabile Esteri della Mai^herita, Gianni Vemetti, l'ingegnere Carlo De Benedetti e l'imprenditore Andrea Illy. «L'iniziativa di Clinton è un modo alternativo di porsi di fronte ai problemi globali rispetto al presidente George W. Bu¬ sh» ha detto D'Alema mentre Eer Prodi, a cui alcuni invitati anno chiesto l'autografo proprio sotto il palco di Clinton, «siamo alla nascita di un network globale di persone legate da ideali ed intenti riformisti». Prodi vede inoltre nel summit di Clinton un «segno di cambiamento per l'America» all' indomani dell'uragano-Katrina che ha messo a nudo «la difficoltà delle pohtiche liberiste di trovare soluzioni alla povertà». La Margherita ha portato al forum il progetto «Islam e democrazia» che partirà con un convegno a fine settembre a Venezia, organizzato dal partito democratico europeo, nell'intento di creare quello che Vemetti definisce «un forum permanente» per promuovere le riforme nel mondo musulmano. Nella serata precedente al summit intemazionale, D'Alema aveva incontrato un gruppo di giovani dell'Ulivo affrontando i temi dell'agenda del centrosmistra su economia e politica estera. «L'Italia avrà bisogno di liberalizzazione economica e di scelte per riassestare la nostra posizione intemazionale da prendere forse entro i primi cento giorni» ha detto il presidente del Ds, riferendosi alla necessità di «riprenderò il tradizionale rapporto con il mondo arabo, riguadagnare l'iniziativa sul processo di integrazione europea e trovare una strada d'uscita dall'Iraq». Platea bipartisan da Elizabeth Cheney a Hillaiy. Per l'Italia ci sono Prodi e D'Alema ..Cnnnnmzrrtarraia ^-^ ' 'Ul II l Idi liei lett: «j; imr^nni «r«ci nnn y" " ' 'H^yll K'"11 lu, l 'Vli' inx/i+arA ni.S'.v minarria Vl IllVIieiU più», IMIlIdLUd ij naHrono/^o ci immit ll pdUIUlieue iUlllllllL La nuova organizzazione non governativa «Clinton Global Initiative» che debutta a New York con il raduno di leader mondiali voluto dall'ex presidente Usa in parallelo con il summit dell'Onu, ha al centro delle proprie iniziative quattro grandi «obiettivi»: sono la lotta alla povertà, i conflitti religiosi, i cambiamenti climatici e una migliore governabilità. A New York Clinton si era ripromesso di mettere intorno allo stesso tavolo il mondo della politica con quello dell'economia. La «Clinton Global Initiative» prende vita dalla Fondazione creata da Clinton nel 2003, a Little Rock, dove ha sede la sua biblioteca, la più grande fra quelle presidenziali, con SOmilioni di documenti. Primo obiettivo a lotta alla povertà Bono degli U2 con la regina Ranja di Giordania alla «Global Initiative» lanciata da Bill Clinton