Errani: così non ci siamo 'assistenza è a rischio

Errani: così non ci siamo 'assistenza è a rischio LE REGIONI IL PRESIDENTE: IL GOVERNO NON CI CONVOCA Errani: così non ci siamo 'assistenza è a rischio intervista GIGI PADOVANI Vasco Errani, il presidente dei governatori italiani, è un ds all'emiliana. Il che significa, prima di tutto, scarsa voghe di salire sulle barricate. Ma quando, appena uscito dalla Conferenza StatoRegioni sulla riforma deUe superiori, sente al telefono le cifre dei tagh della Finanziaria, Errani sbotta: «Non ci siamo». E si appella a Storace, con il quale fino a qualche mese fa si batteva per evitare la scure statale sulle Regioni, perché sulla sanità si trovi un accordo in modo da assicurare a tutti gh italiani le stesse cure. Dunque, un «no» al metodo usato dal governo e l'offerta a fare la propria parte. Presidente Errani, sarebbero di 3 miliardi i tagli per gli enti locali e dì 2,5 per la sanità, che rappresenta il 70 per cento dei vostri bilanci. Lei aveva dichiarato che non voleva trovarsi davanti a un film già visto... ma qui ci risiamo. «Se queste indiscrezioni fossero confermate, davvero non ci siamo. Peggiora il rapporto del governo con le Regioni e le autonomie locali in modo decisamente non accettabile. Avevano preso l'impegno a discutere con noi l'impostazione della Finanziaria. Invece non abbiamo avuto alcuna informazione mentre circolano cifre così negative». Andrete allo scontro? «Non si cerca di costruire un impianto di governo della spesa pubblica, ma si scarica tutto sulle Regioni». Prima la Corte dei conti e poi Eurostat hanno avanzato rilievi pesanti sui deficit della sanità: come replica? «Sulla sanità chiediamo da tempo che si chiuda finalmente il tavolo sulla verifica dei costi dei livelli di assistenza. Il costo deve essere coperto dalla fiscalità generale, il problema è tutto qui». Fuori dai termini da addetti ai lavori, vuol dire garantire a tutti le stesse cure? «Certo. Sul fondo nazionale per il 2004 abbiamo già denunciato che esiste una sottostima di 4,5 miliardi». Chi è il vostro interlocuto- re? storace 0 Siniscalco? «Il governo». Va bene, ma chi dei due ministri? «Il ministro della Salute, che d'altra parte è consapevole diquesto problema...». E vi siete visti, dopo che ha lasciato la Regione Lazio Per entrare nel governo.dopo la sconfitta? Vasco Errani «No. Nonostante ci fosse un impegno preciso». Può giurare che non ci sono sprechi, nei 90 miliardi l'anno che spendete per curare gli italiani? «Siamo pronti a fare la nostra parte. Il processo di riqualificazione della spesa sta andando avanti e deve continuare, lo sappiamo bene. La sfida è l'appropriatezza delle prestazioni...». Scusi? Che cosa significa? «Cure uguali in tutta Italia, dal Friuli Venezia Giuba alla Sicilia: ma le devono finanziare. E non basta. Anche Sirchia diceva che la sanità non può essere analizzata con un approccio economicista. Se si vuole ridurre la spesa, si devono fare investimenti. In sanità questo capitolo è azero euro». E quindi? "-^iesI «Dal patto di stabihtà'STZper cento devono essere esclusi gh investimenti. Altrimenti chi ha le risorse, si trova bloccato». La spesa sanitaria aumenta in tutto il mondo... «Si incrementa dove l'aspettativa di vita cresce in modo significativo: ciò ha conseguenze sulla sanità, come spiega rOms». Avete fatto un accordo sul federalismo fiscale, quest'estate nell'ultima riunione prima delle ferie tra le Regioni. Cosa significa? «Riguarda il decreto legislativo 56, che appunto avviava il federalismo fiscale. Si costruisce un equilibrio tra spesa storica e capacità fiscale di ogni Regione. La Finanziaria ne deve tenere conto. L'accordo prevede che ogni Regione possa reggere il governo deUe sue competenze». Può t'A+à un esempio? «Le cito il caso deU'Emiha-Romagna: riduciamo la partecipazione alla fiscalità, a favore del Sud. Ma il Meridione approva il processo, e si dichiara pronto a responsabilizzarsi sulla spesa».

Persone citate: Errani, Sirchia, Storace, Vasco Errani

Luoghi citati: Friuli, Italia, Regione Lazio, Romagna, Sicilia, Venezia