Waltz, un vetro per danzare

Waltz, un vetro per danzare SABATO 10 AL REGIO, PERFOCUS Waltz, un vetro per danzare Esaltazione e martirio di carni in «Kòrper» sullo strazio dei campi di concentramento UNA delle prime scene, che è diventata l'immagine simbolo dello spettacolo, ci presenta corpi che si infilano in una stretta intercapedine dove una parete di vetro permette al pubbhco di osservare tutto quanto vi accade. Come in una scatola dì sardine a vista. I danzatori, con addosso soltanto uno shp, vi si introducono poco per volta: a fatica, urtandosi, schiacciandosi. Volti, braccia, gambe vengono così straziati e stravolti dalla parete vitrea che ce ne rimanda una immagine simile ai corpi distorti dei quadri di Francis Bacon. E non è un caso se si intitola «Kòrper» (corpi) imo degli spettacoli più acclamati delle ùltime stagioni europee e che arriva il 10 settembre alle 21 al Teatro Regio in prima ed esclusiva italiana per il Focus 9 di Torinodanza. E' lo spettacolo che ha consacrato la coreografa tedesca Sasha Waltz uno dei nomi più importanti della scena europea. «Kòrper» si ispira alle macellerie dei campi dì concentramento, alla violenza dell'uomo sull'uomo, a una umanità lacerata dai mostri della storia. I danzatori si ammucchiano uno sull'altro, come in uno dì quei carnai che siamo stati abituati a vedere nei servizi televisivi sulle guerre balcaniche negli Anni 90. «Kòrper» nasce come sviluppo di uno spettacolo d'occasione per inaugurare il museo berlinese dell Olocausto realizzato dall'architetto Libeskind. È un discorso sulla poetica del corpo, la sua alienazione. Brac- eia, gambe, natiche vengono messi in evidenza facendoh fuoriuscire dai pertugi dì un muro 'nero. Vengono misurati. Qualcuno si lancia in monologhi assurdi in cui cita parti del proprio corpo ma toccandone contemporaneamente altre. Ne emerge un discorso lucido e crudele sulla carne, sul suo peso e i suoi umori, dove la sensualità è tuttavia completamente bandita. Forse si desidererebbe un filo dì ironìa in più, ma quello che colpisce, e spaventa, in questa eroina del dopo-Bausch è la bravura: tanti spettacoli, altrettante porte aperte su universi diversi e raccontati con il polso di ima consumata maestra. Su che cosa sì affaccerà la prossima porta? Ha da poco superato ì 40 anni Sasha Waltz. Per qualche stagione è stata chiamata con Thomas Ostermeier alla direzione della Schaubiihne di Berlino. Con non più di quattro spettacoli importanti «Travelogue Trilogy», «Alleo der Kosmonauten», «Zweiland», «Na Zemlìé» aveva conquistato il cuore dei critici attenti e dei programmatori europei che contano. E se, per esempio, in «Zweiland» e «Allee der Kosmonauten» affrontava il tema della riunifìcazione delle due Germanie, con «Na Zemlié» metteva in scena il rapporto dell'uomo con la. terra, ed è stata protagonista di una operazione cbe coinvolgeva danzatori e attori russi e tedeschi. con i quali ha lavorato in una lunga residenza a Ljubimovka, la dacia di Stanislavskij, nella campagna dì Mosca. Poi è venuto «Kòrper», altri titoli come «Nobody» e «S» e infine «Impromptu», lavoro delicato e intimista su musiche di Schubert, presentato nell'estate del 2004 al Festival di Avignone. Oggi Sasha Waltz, con Meg Stuart e Constanza Macras rappresenta la frontiera femminile del teatrodanza postbausciano in Europa. Ma la sua cifra molto speciale sta nel sapersi mimetizzare in stili e approcci ogni volta molto differenti dallo spettacolo precedente. Sergio Trombetta COLPISCE LABRAVURA DI QUESTA EROINA DEL DOPO BAUSCH SEMPRE IN GRADO DI APRIRE PORTE SU UNIVERSI DIFFERENTI La coreografa tedesca Sasha Waltz. Nella fotografia grande un'immagine dello spettacolo «Kòrper»

Luoghi citati: Avignone, Berlino, Europa, Mosca