Tutti uniti a Berkeley di Fabio Di Giammarco

Tutti uniti a Berkeley | INFORMATICA | AVANZA LA TECNOLOGIA DEGLI SCAMBI CHE ESPLOSE CON NAPSTER Tutti uniti a Berkeley L'UNIVERSITÀ'AMERICANA HA MESSO IN RETE UN SOFTWARE CHE PERMETTE A MILIONI DI PERSONAL COMPUTER DI LAVORARE INSIEME SU TEMI SCIENTIFICI Fabio Di Giammarco NON molto tempo fa con i fasti di Napster si celebrava anche la rivoluzione del peerto-peer. Ma si trattava, nonostante la dirompenza del fenomeno - misurata per l'anno 2000 in circa 75 milioni di utenti messi insieme dal servizio ideato da diciannovenne Shawn Fanning - "soltanto" un caso di file sharing, cioè della condivisione della memoria dei dischi dei PC in rete per lo scambio di file musicali in formato MP3: la più semplice tra le applicazioni rese possibili da una rivoluzione partita da ben più lontano, quella del calcolo o elaborazione distribuita. Già dalla metà degli Anni 90, ben prima dell'esplosione di Napster, si era cominciato a lavorare intomo ad un ambizioso progetto: trasformare Internet, tramite tecnologia peer-to-peer, da piattaforma di sola comunicazione a piattaforma anche di lavoro. L'idea, semplice ma geniale, è quella di sfruttare il surplus inutilizzato dei cicli di calcolo delle CPU dei personal computer, diventati via via macchine sempre più potenti, più accessibili e soprattutto più massicciamente presenti in Rete, per disporre, in questo modo, di una enorme capacità di calcolo da utilizzare per analizzare, simulare, setacciare, riconoscere, predire, comunicare, controllare. Il tutto per la messa a punto di supercomputer virtuali, basati sul calcolo distribuito e costituiti da miriadi di PC interconnessi, da impiegare poi in progetti di ricerca fino a quel momento, malgrado i grandi mainframe disponibili, irrealizzabili. Il primo tentativo del genere su vasta scala, coronato da grande successo, è stato il progetto SETKóbome. Lanciato nel 1999 con lo scopo di elaborare digitalmente i segnali radio provenienti dal radiotelescopio dell'osservatorio di Aceribo per ricercarvi indizi d'intelligenze extraterrestri, è riuscito ad attrarre, in poco tempo, milioni di partecipanti in tutto il mondo (le ultime stime indicano 5 milioni anche se quelli veramente attivi non dovrebbero essere più di un quarto) fornendo più di 70 Teraflops di elaborazione corrispondente al doppio della capacità dei più potenti supercomputer esistenti oggi al mondo, tipo il NEC Earth Simulator. Tuttavia, come non si stanca mai di ripetere Howard Rheingold, il padre delle "comunità virtuali", la vera forza rivoluzionaria dell'elaborazione distribuita non è tanto da ricercare nelle performance tecnologiche, pur importanti nel loro ruolo sostentativo, quanto piuttosto nel potenziale sociale insito nelle iniziative di calcolo comunitario. Sarebbe, in altre parole, il fattore umano, il vero propulsore della rivoluzione targata p2p. Opinione che sembra trovare significativi riscontri presso lo Space Sciences Laboratory dell' Università di Berkeley di California. Qui, un team capeggiato da David P. Anderson, promotore a suo tempo del progetto SETI@home, ha realizzato BOINC (Berkeley Open Interface for Network Computing), una innovativa piattaforma dedicata al calcolo distribuito. Lo spirito guida dell'operazione è proprio quello di creare una comunità globale di volontariato informatico intomo a degli interessi scientifici, incoraggiando, nello stesso tempo, anche la nascita di una pubblica consapevolezza rispetto al metodo scientifico e al modo d'intendere il progresso. Dal punto di vista tecnico BOINC è un sistema software chent/server non specializzato, a struttura aperta, e quindi in grado di sostenere molte applicazioni differenti. Basta scaricare la parte client (http:ZZboinc. berkeley.edu) per avere sul proprio PC (Windows, Macintosh, Linux) un desktop unico ove far lavorare simultaneamente più progetti di calcolo distribuito con inoltre la possibilità di spe¬ cificare l'allocazione delle risorse del PC (CPU, dischi) tra questi. Al momento, gli aspiranti volontari informatici, possono scegliere almeno tra cinque progetti attivi che, oltre al famoso capostipite SETI@home, sono: Clunateprediction.net per la generazione, attraverso l'elaborazione distribuita di mighaia e mighaia di modelli, del più grande esperimento di previsione climatica del mondo; Einstein® home per una ricerca su onde gravitazionah emesse dalle stelle di neutroni; Predictor@home, che studia il comportamento delle proteine per capire il perché di quelle aggregazioni anomale che possono causare malattie come Alzheimer e Parkinson; LHC@home, che in collaborazione con il CERN di Ginevra è in grado di simulare, mediante calcolo distribuito, il comportamento del nuovo acceleratore di particelle LHC (Large Hadron CoUider). Per ora, a parte SETI@home, gh altri progetti non superano le poche decine di mighaia di aderenti, ma sia Clunateprediction.net. che Einstem@home sono in costante e veloce ascesa. Sono previsti anche incentivi per attrarre partecipanti: il principale è il credito, vale a dire la misura numerica del contributo in calcolo offerto da ogni singolo utente che può, nel caso di particolari performance, trasformare chiunque in un protagonista di ricerche ad alto valore scientifico. Una distinzione a cui gli ideatori di BOINC tengono molto è quella tra il loro modello di calcolo distribuito e quello di Grid Computing sviluppato al Cem, cioè un sistema reticolare dove le risorse computazionah degli elaboratori d'università e centri di ricerca, sono gestite centralmente e full-time da professionisti dell'IT e dove, secondo David P. Anderson e compagni, proprio per questo viene a mancare un aspetto fondamentale della ricerca scientifica diffusa: il suo carattere di risorsa pubbhca e decentrata. Insomma, direbbe Howard Rheingold: «il potere e il piacere, tipico del genere umano, di fare qualcosa che arricchisca tutti: la scienza e i singoli individui». COLLABORAZIONI IN CLIMATOLOGIA, FISICA, BIOLOGIA, RICERCA DI SEGNALI EXTRATERRESTRI '*vr ^'Wv'/ Il sistema vorticoso di un ciclone: l'elaborazione 2P2 si applica con successo alla climatologìa Il radiotelescopio di Arecibo: Seti@home analizza anche ì suoi dati

Persone citate: David P. Anderson, Einstein, Howard Rheingold, Parkinson, Shawn Fanning, Space

Luoghi citati: Berkeley, California, Ginevra