Chiedete al libraio se il libro è buono

Chiedete al libraio se il libro è buono Chiedete al libraio se il libro è buono Alberto Cadioli DUE libri dedicati al mestiere di libraio ne hanno riproposto, negli ultimi mesi, l'importanza, che, riconosciuta da tutti, è tuttavia spesso trascurata per il prevalere delle tante questioni legate ai processi di produzione editoriale. Dopo molto tempo dalla prima edizione (Longanesi, 1964), Instar Libri ha ripreso Memorie di un libraio di Cesarino Branduani, "il libraio" di Milano per antonomasia, per l'intensa attività svolta per oltre sessant'anni. Quasi contemporaneamente l'Editrice Bibliografica ha presentato, nella collana «Mestieri del libro», un agile volume di Alberto Galla e di Giovanni Peresson, dal titolo molto concreto: Aprire una libreria. Opposti tra loro per concezione (testo rivolto al passato, il primo, manuale d'uso proiettato nel futuro, il secondo), apparentemente accomunati solo dalla presenza, nel titolo, del termine libraio/libreria, i due volumi possono comunque spingere a una riflessione comune. Con le memorie di Cesarino Branduani, a lungo personaggio simbolico nella società colta milanese, si ha uno spaccato significativo di numerosi decenni di vita letteraria novecentesca. Nel 1907, appena terminata la quinta elementare, Cesarino è costretto a cercare un lavoro, e lo trova alla Libreria Hoepli, dove entra con l'umile incarico di pulire il magazzino: «tra una battuta di spirito e uno scapaccione» impara presto a manovrare la scopa e a spolverare le scrivanie, ma anche a «passare il piumaccio sui libri», maturando nei loro confronti, «vedendoli oggetto di tante cure», un profondo rispetto. A contatto con gli oltre mille titoli del catalogo Hoepli (imparati a memoria per verificare le necessità del rifornimento) e con le altre migliaia dei vari editori, il giovane garzone assume presto il ruolo di abile venditore, per diventare poi, con il passare degli anni, l'uomo di cultura che legge e esprime un giudizio: vuole infatti sapere tutto dei libri esibiti sui banchi della libreria che dirige (o di quella che fonda dopo oltre cinquant'anni alla Hoepli), sui loro autori, sulle preferenze dei lettori che chiedono consigli, sugli editori e i loro programmi. Del resto sono molti anche gli scrittori che gli chiedono di leggere, in anteprima, un loro scritto, per sapere se «l'è bun». La storia di Branduani (paragonato da Emesto Ferrerò, nel suo testo introduttivo, a un «personaggio che sembra uscito da un romanzo di Dickens, dalla fantasia di qualche scapighato lombardo, o dalle pagine dell'Ada^isa di Gadda») è ricostruita per squarci, attraverso l'intreccio di ricordi, di lettere ricevute e spedite, di articoli di giornali firmati dallo stesso Cesarino o da amici fedeli (tra i quah Orio Vergani e Indro Montanelli), di indicazioni librarie riportate come in una scheda bibhografica, con tanto di prezzo. Ricostruendo il mondo degli scrittori gravitanti intorno alla libreria Hoepli - alcuni con nomi ormai consolidati nel panorama letterario (da Moretti a Sem BeneUi, da Zavattini a Maretta a Baldini), altri dei quah si è ormai perduto o appannato il ricordo - Branduani sottohnea più volte il carattere particolare del "suo mestiere" (anzi: della sua "arte"), suggerendo l'idea del libraio come sicura e fidata guida nel labirinto delle pubblicazioni. Ed è proprio qui che si vanno a saldare, con quelle di Memone di un libraio, le pagine di Aprire una librerìa, anche se è indubitabile che il contesto di oggi sia molto diverso da quello di Branduani e non esista più quella società letteraria che animava la sua libreria. Alberto Galla (di antica famiglia di librai e proprietario di alcune librerie a Vicenza) e Giovanni Peresson (responsabile dell'ufficio studi dell'Associazione Italiana Editori e membro del comitato della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri) citano il libro di Branduani in due occasioni significative: la prima per dichiarare apertamente la loro sfiducia nella "libreria familiare" di una volta, la seconda per sottolineare, invece, come la «figura del "libraio consigliere" [.. .]sia ancora e più che mai valida». Anche le indicazioni di Aprire una librerìa - rivolte, con esempi molto pratici, a coloro che intendono dar vita a una libreria indipendente (cioè non appartenente a una delle ormai numerose catene: prima di tutte, con quasi 90 punti vendita, quella delle Librerie Feltrinelli) - suggeriscono un modello: la libreria efficiente nella prospettiva del guadagno e in quella dei servizi, con la sottolineatura, più volte ri¬ marcata, che la prima prospettiva dipende ampiamente dalla seconda. I due autori, indicando la necessità di unire gestione imprenditoriale e competenze culturali, invitano a studiare bene il carattere della libreria che si vuole avviare, il luogo dove aprirla, il potenziale bacino d'utenza, i generi prevedibilmente di maggiore richiesta, i possibili servizi "aggiunti", gli strumenti di comunicazione e di promozione, e perfino l'arredamento del negozio. La trasformazione comp essiva, rispetto a un passato nemmeno tanto lontano, del mercato librario non cancella tuttavia la figura di un libraio che, pur ricorrendo ampiamente al computer (e non solo per cercare i titoli dell'assortimento), «sa mettere al centro della sua attività la capacità di fornire valore aggiunto ai bisogni di lettura del cliente e al libro che sta cercando». Si ripropone, per altra via, l'idea di un "mestiere" che, usando competenze e conoscenze nuove, arricchendo e migliorando i servizi offerti, presta attenzione sia al libro sia al lettore. E' significativo che Galla e Peresson scrivano che «il libraio che vive il proprio mestiere con dedizione svolge già un primo livello di servizio: i clienti che entreranno nella sua libreria troveranno una "persona" in grado di recepire le varie richieste, di interpretarle, elaborarle al meglio con risposte credibili dal punto di vista commerciale e culturale». Ma questa non è solo una preziosa indicazione di lavoro: è anche l'auspicio formulato quotidianamente da tutti coloro che amano ancora entrare in una libreria. Aprire e gestire una libreria è da sempre un'arte e un mestiere, è diventato una professione che richiede insieme competenze imprenditoriali e cultura, la capacità di offrire «servizi» per rispondere ai bisogni del cliente-lettore: un confronto tra ieri e oggi attraverso un manuale tecnico e le memorie di Cesare Branduani, per 60 anni «anima» della Hoepli a Milano Cesarino Branduani Memorie di un libraio Instar, pp. 301, e 13 A. Galla-G. Peresson Aprire una libreria Bibliografica, pp. 187, E 10 S A G G Illustrazione di Arthur Beardsley (1872 -1898). Le memorie del libraio Branduani sono riedite da instar

Luoghi citati: Milano, Vicenza