Dopo la guerra, 12 anni di sangue e terrore di Lodovico Poletto

Dopo la guerra, 12 anni di sangue e terrore LE GANG SLAVE L'ESCALATION DI VIOLENZA DURANTE IL CONFLITTO NEI BALCANI E LE RIVOLTE IN ALBANIA Dopo la guerra, 12 anni di sangue e terrore Si distinguono per l'assoluta indifferenza verso vita e morte Lodovico Poletto Spietati, brutali, pronti anche ad uccidere se qualcosa va storto. Come i due slavi che, ad aprile, freddarono nelle campagne di Santa Teresa di Gallura l'imprenditore agricolo Giuseppe Del Rio, 56 anni, e un suo collaboratore piemontese, Sergio Chareun, di 57 anni, originario di Sauze d'Oulx. Come quelli che, poche settimane fa, a Nichelino, nel torinese, hanno sequestrato una famiglia intera, li hanno legati, incaprettati e torturati con un ferro da stiro rovente. Volevano soldi, tanti e subito. Volevano fare in fretta, piegare velocemente la resistenza della coppia. E allora dalle minacce sono passati direttamente alla tortura. Storie di brutalità e violenza targate criminalità slava: la cronaca di questi ultini anni è zeppa di episodi. E non sono sempre rapine e assalti in villa che finiscono con la fuga dei banditi con auto di grossa cilindara, Rolex e denaro e gioielli. Talvolta ci sono anche di mezzo omicidi. Come quello della coppia in Gallura. «E' un fenomeno che si è imposto negli ultimi dieci, dodici anni, e che per contrastare occorre un lavoro certosino di monitoraggio dell'immigrazione» dicono gli investigatori di Pohzia e carabinieri. Un fenomeno salito alla ribalta dopo la guerra in Bosnia, dopo i guai dell'Albania e l'arrivo in massa in Italia di immigrati da quel paese, e in genere dall'est europeo. All'inizio le gang slave agiscono soprattutto in Lombardia e in Veneto. Colpiscono e spariscono. Gh investigatori non hanno dubbi: «E' gente che viene da lontano...». Nel settembre del 1998, in Veneto, si parlò per la prima volta di «emergenza», anche se la parola «terrore» , da parte di chi viveva in case isolate, in ville, era già stata pronunciata tantissime volte. Le campagne del padovano, trevigiano, e la zona dell'Altopiano di Asiago sono massacrate da decine e decine di colpi. Con gente sequestrata per notti intere, con i carabinieri scatenati i lunghe e spesso mutili ricerche degli autori. Un anno dopo sui giornali finisce la storia di Giuseppe Pigella, 51 anni, aggredito in casa la notte da un gruppo di banditi. «Di origine slava...» si dice. Rapinano e accoltellano l'uomo, che si salva per miracolo. Qualcuno, in quei giorni, teorizza la necessità di armarsi. Di difendersi da questa nuova criminalità così spietata, a cui non si era abituati. Ma le conseguenze sono gravi lo stesso. Marzo del 2000. APadova una rapina finisce nel sangue. Il commerciante, a notte fonda, si ritrova in casa quattro o cinque persone. Imbraccia il fucile e spara. Muore un bandito, un ragazzo slavo di 30 anni, un altro, di 26, rimane ferito alla testa. Altri, due forse tre, riescono a dileguarsi. Giuseppe Valter Carturan resta ferito pure lui, a un gluteo: non è grave. Al suo fianco si schiera tutta la città. Perfino l'Osservatore Romano, organo ufficiale del Vaticano, in qraei giorni scrive che per la sicurezza servirebbero «interventi seri e concreti invece di tante parole, talvolta disarticolate. Da tempo la criminalità è diventata una delle maggiori preoccupazioni degh italiani. Intanto, un onesto cittadino è stato costretto a difendersi da solo, con conseguenze purtroppo tragiche». Sono giorni caldi, di tensione. Gh arresti operati dalle forze dell'ordine non compensano la paura. E l'escalation degh assalti continua. Tra i casi più clamorosi l'omicidio dell'imprenditore torinese, Umberto Masera, ammazzato il 25 aprile del 2001 durante ima rapina nella sua abitazione di Sant'Ambrogio, in Val di Susa. In carcere - poi condannato all'ergastolo - finisce Pietro DeUagaren, 40 anni, un nomade. Da allora i colpi targati criminalità slava si sono estesi a tutto il Paese. Sono arrivati anche in queUe zone dove rapine e violenza non sono così usuali. Dicembre 2004 a Biella viene sequestrata ima famiglia di imprenditori. Il bottino del colpo sfiora il mezzo milione di euro. Slavi si dice. Come quelli che hanno colpito in Valle d'Aosta la sera di domenica 14 novembre. In quattro svaligiano la villa di commercialista, a Saint-Christophe. Un'ora di terrore per l'uomo e un bottino da 50 mila euro per i banditi. Umberto Masera, ucciso nel Torinese

Persone citate: Giuseppe Del Rio, Giuseppe Pigella, Giuseppe Valter Carturan, Sergio Chareun, Umberto Masera