Sgominata in 30 ore la banda di Taormina di Fabio Albanese

Sgominata in 30 ore la banda di Taormina L'ASSASSINIO DELL'IWiPRENDITORE SICILIANO GLI INQUIRENTI SONO RISALITI ALLAGANO DAL CADAVERE DI UN RAGAZZO UCCISO DURANTE LA SPARATORIA NELLA VILLA Sgominata in 30 ore la banda di Taormina Caccia in tutta Italia, arrestati 9 slavi. Solo un minore è riuscito a raggiungere Belgrado in aereo Fabio Albanese ME55INA — Li hanno già presi quasi tutti gli uomini del commando che l'ai- tra notte ha assaltato una villa a Taormina, uccidendo il proprie- tarlo e ferendo il figlio di 19 anni. In poco più di un giorno di indagini, e ricerche in tutta Italia, sono finiti nella rete di polizia e carabinieri nove noma- di slavi, quasi tutti di origine serba: cinque alle porte di Firen- ze, due dopo una drammatica caccia all'uomo nel porto di Salerno, altri due all'imbarco dei traghetti che attraversano lo Stretto di Messina. All'appel- lo ne manca solo uno, ma gli investigatori sanno chi è e dove si trova, un minorenne che è riuscito a tornare a Belgrado in aereo, partendo da Catania e facendo scalo a Milano. La svolta alle indagini della procura di Messina è arrivata proprio da quel cadavere con un colpo di pistola nella schiena, abbandonato sotto una barca sulla spiaggia di Villafranca Tir- rena, ad una sessantina di chilo- metri dal luogo della rapina. Non era un nordafricano, ma un gio- vane bosniaco di 19 anni, Nikolic Bojan, che le forze dell'ordine avevano individuato da tempo proprio perchè sospettato di ap- partenere ad una banda di slavi che, partendo dal campo nomadi di Agrigento, già in passato ave- va assaltato lussuose ville della costa ionica siciliana, da Siracu- sa a Messina. Il giovane è morto per un'emorragia intema, colpi- to da un proiettile che appartar- rebbe alla pistola di Pancrazio Muscolino, l'imprenditore che con i banditi aveva ingaggiato una sparatoria nella sua villa e che è rimasto ucciso a sua volta da un colpo di pistola esploso dai malviventi. Il giovane nomade serbo era stato da tempo individuato dai carabinieri di Augusta e dalla procura di Siracusa che, infatti, tenevano sotto controllo il suo telefonino e che la notte della rapina sono riusciti a rintraccia- re l'apparecchio proprio in quella zona del Messinese. Una volta scoperta la sua identità, e grazie anche all'intuito di un marescial lo dei carabinieri di Agrigento, si è risaliti al campo nomadi di contrada Gasena, alle porte di Agrigento, e agli altri uomini, che, però, lunedi pomeriggio, 12 ore dopo la sparatoria nella villa in cui è morto l'imprenditore Pancrazio Muscolino, erano spa riti. Nel campo, quando sono arrivati poliziotti e carabinieri, c'erano solo donne e bambini, Gli investigatori, comunque, conoscevano le auto, i numeri di targa, i telefonini dei ricercati. E così è scattata la mastodontica caccia all'uomo tra la Sicilia, la Toscana, la Lombardia, il Pie monte, l'Emilia e la Campania che già nella notte tra lunedì e martedì aveva dato i primi frut ti: intomo a mezzanotte due dei sospettati, che forse temevano ima vendetta della mafia, erano stati fermati dalla polizia all'im barcadero della «Caronte», ancor prima che con un'Audi 100 gE.su un traghett0 per la ^ è venut0 ^turno dei cin- que uomini presi aFurenze, inter- cettati dalla Polizia stradale sul! autostrada del Sole, tra Barberi- no ^ Mu8eU0 e ^an del Voglio, ieri mattina intomo alle 7. Erano iu due auto, una Golf e un'Audi A4, su CUi Si trovavano otto persone, i cinque sospettati, due donne e un bambino, e oggetti d'oro che sarebbero parte della refurtiva di villa Muscolino, co me sarebbe emerso dalle foto inviate via e-mail dalla pohzia di Firenze a quella di Messina e mostrate a Maria Stella Santoro, la moglie di Pancrazio Muscoli no. Infine, la trappola è scattata sull'autostrada Reggio Calabria Salemo, dove altri due presunti componenti del commando era no su ima vecchia Alfa 164 con targa di Agrigento. La loro cattu ra è stata difficile e pericolosa e haprovocato il blocco delle attivi tà del porto di Salemo per diver se ore. Per due volte l'auto ha forzato i posti di blocco, poi i due sono stati scovati dai sommozza tori dei carabinieri nascosti tra i massi della barriera frangiflutti del porto. Con loro, in auto, c'erano una donna, anche lei sottoposta a fermo dalla pohzia con i suoi due bambini, orologi e oggetti preziosi. «In 30 ore di indagini abbiamo trovato tutte le prove che ci portano a ritenere che le persone fermate siano i componenti del commando - dice il questore di Messina Santi Giuffrè -. Ma le indagini proseguono». ((Almeno 11 persone hanno preso parte alla rapina di Taormina», ha spiegato il procuratore di Messina Luigi Croce, e queU'«almeno» lascia dunque pensare che non c'è solo il minorenne da rintracciare, ma anche decine di altre persone, i capifamiglia e gli altri uomini del campo nomadi di Agrigento, spariti nel nulla e alcuni dei quali - dicono gli investigatori - potrebbero avere avuto un ruolo nella rapina di villa Muscolino. Ieri ha lasciato l'ospedale San Vincenzo di Taormina Gaetano Muscolino, il figlio dell'imprenditore ucciso, che nella sparatoria era rimasto ferito ad un braccio. Non è potuto tomare nella villa di contrada Chianchitta, sigillata dai Bis dei carabinieri, ma in casa di parenti ha potuto riabbracciare la madre e le due soreUe, testimoni delia terribile notte di domenica faccia a faccia coni banditi. Una fuga in sei Regioni hrarrati Ha nnlivia UldU-dU Ud puil/lld a rb r-arahintori e Ud Cdl dUII liei I Corcci tQrr»crt/anrv rOlSe lerneVariO . Z^~7^^^^4*Z"^ZZc\^Z una vendetta matiosa L'arresto dei due serbi al porto di Salerno